Ricaduta depressione

Forse perché l'impegno nel lavoro mi distoglieva dalla sterile elaborazione autocentrata, ma da quando sono iniziate queste vacanze mi sento tornato al punto di partenza: una tristezza ostinata, che avverto a livello fisico, sotto forma di peso sul petto e di nodo che mi stringe la gola, una preoccupazione immotivata, simile a una paura per una incombente eventualità terribile e imprecisata, questi i sintomi da cui mi sento nuovamente afflitto da tre giorni circa, malgrado i quattro mesi di sertralina, gli ultimi due a 100mg... Non mi spiego questo brusco quanto inatteso peggioramento, che mi ha fatto ripiombare in uno stato simile a quello antecedente la terapia, come se tutti i progressi faticosamente ottenuti finora (e a caro prezzo, sul piano della perdita di funzionalità sessuale... ) fossero andati sprecati in un colpo... Questo malessere, che cerco invano di vincere dicendomi che non ho ragione di sentirmi cosi, va a ondate nel corso della giornata: mi dura alcune ore, poi da solo diminuisce, dandomi una certa tregua, simile al sollievo che proverei se mi scrollassi di un peso per riprendere fiato, per ripresentarsi implacabile... In certi momenti mi è capitato di pensare alla morte come a una liberazione dalla sofferenza, e ciò mi terrorizza: e se i pensieri di morte, che mi hanno portato a curarmi con una iniziale diagnosi di doc, non fossero più ormai soltanto un tema ossessivo, ma nascondessero una reale intenzione?
La semplice ipotesi mi sgomenta; e pensare che giusto quattro giorni fa ero stato alla visita psichiatrica di controllo, nella quale riferii allo specialista che, a parte una certa apatia e mancanza di iniziativa, almeno sul piano dell'ansia avevo superato molte difficoltà e mi sentivo quasi sereno... Che si fa (in genere, intendo, non nel mio caso specifico) in casi simili?
Incrementare il dosaggio della sertralina?
o sospendere e provare un altro farmaco, se si sta come al punto zero?
Cosa è utile per allontanare l'ansia libera e provare almeno un po di pace da questa sorta di incendio interiore?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Farei rivedere la diagnosi per sicurezza. Quanto al farmaco, si prospetta più che altro un cambiamento visto che già a questa dose sta avendo degli effetti collaterali.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
A dire il vero, gli effetti collaterali sono iniziati già a 25 mg... Ma ciò che più mi turba è ora l'ipotesi di un cambio della diagnosi : di che male soffro? Nei mesi scorsi ero preoccupato da pensieri intrusivi incentrati sulla paura di sviluppare deliri, ora invece ho una sorta di malinconia cupa, che mescola paura, tristezza, preoccupazione, e che percepisco anche in termini somatici. .. Che si fa in casi del genere? Come capire il farmaco adatto al mio caso? Come farmi passare questo macigno dal petto?
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Utente
Utente
Ieri ho letto in internet un articolo sul "dolore mentale'. Mi ha terrorizzato. Si tratta di un dolore simile a quello fisico, ma provato a livello emotivo e non localizzato nel corpo o in una sua parte. Un dolore che può condurre a gesti orribili... Mi pare di ritrovarmi in quella descrizione. Io ho orrore all'idea di far del male intenzionalmente a me stesso, ma ho anche paura che questa angoscia oltrepassi il limite del tollerabile e prenda il sopravvento sulla mia volontà. Non voglio ritrovarmi a non trovare altra via d'uscita che quella... Come posso capire se sono a rischio? Che devo fare per scongiurare quell'eventuale rischio? Fino a pochi giorni or sono ero in condizioni accettabili, ora invece questo crollo: non me lo spiego.. Sono spaventato ma neanche io so da cosa. Mi sveglio ogni giorno con una sorta di paura che mi pesa sul petto e mi soffoca, immotivata, poi per fortuna si allenta da sola... Ma se peggiorasse ulteriormente e divenisse stabile?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Non cosa abbia letto, ma il messaggio che ne ha tratto è un messaggio ossessivo che cestinerei, ovvero quello del male incontrollabile che spinge a chissà quali derive.

Stia alle diagnosi fatte.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Dopo una fase di serenità di alcuni giorni, mi pare che il mio malessere abbia assunto una nuova forma, decisamente inquietante: mi sono accorto di avvertire una sorta di sibilo nelle orecchie, a cui normalmente non badavo, e di non riuscire a smettere di pensarci, cioè di distogliere il mio pensiero dalla coscienza di stare percependo quel finto suono. Tutta la nottata, senza riuscire a far finta di niente, come avveniva coi pensieri ossessivi, che intanto sembrano avergli fatto posto, e che quasi ora rimpiango... Ho letto in internet che si chiama acufene, ma ho letto anche che per alcuni, magari in soggetti predisposti, può a tal punto farsi insopportabile da condurre a gesti incontrollati... E se fosse il mio caso? A ben pensarci, io ci ho sempre convissuto con questo fastidio, ma non ci badavo, e vorrei ricordare come ne ero capace, visto che devo accettare l'idea di tenermelo a vita...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ha questa tendenza al pensiero ossessivo che si è espressa già prima in diverse occasioni. Tanto è sempre il solito discorso, paura di perdere il controllo per la compulsione a cercarlo.

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Utente
Utente
La ringrazio per l'infinita pazienza. Non so a chi chiedere come gestire questi crolli inaspettati. Questa è stata la seconda nottata quasi del tutto in bianco. La stanchezza amplifica l'ansia. Tanta gente convive con gli acufeni, ma, a differenza delle persone normali, io non sono capace di non darvi peso, e il mio pensiero sembra bloccarsi su quella sensazione appena ne riprendo consapevolezza. Si tratta do una nuova, ennesima modalità in cui si esprime il disturbo ossessivo? La cura farmacologica per le ossessioni dovrebbe aiutarmi a convivere con l'acufene? Come posso fare a non sentirmi disturbato da questo suono immaginario e puramente mentale?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Più che ennesima, a me pare che descriva il suo pensiero in maniera abbastanza classica, e sempre quella.

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