è possibile identificarsi con una filosofia tanto da non riuscire più a uscirne?
Salve, sono un ragazzo di 19 anni, volevo un attimo spiegare in "breve" la storia del mio percorso con le mie ansie e le mie paure: È iniziato tutto all'età di 15 anni, quell'anno sono stato bocciato a scuola, non sono mai andato benissimo, ma ciò che ha influito di più è stata anche la punizione di mio padre che ha deciso di non mandarmi più a fare sport a cui io avevo pensato di dedicare gran parte della mia vita, sono stato tanto male, uscivo molto poco nonostante fossi fidanzato e avessi molti amici, era come se mi sentissi un po' disagio a mettere il naso fuori dalla porta di casa, ma comunque nulla di tragico fin qui, fatto sta che passai un periodo dove presi la vita un po' come una perdita di tempo dove nulla aveva senso, cercavo conforto nella canzoni che esprimessero il mio stesso sentimento e nella lettura e ricerca di pensieri filosofici che fossero più affini a me, quali il nichilismo di Nietzsche.
Nell'estate queste cose le misi da parte cercando di affrontare la vita di petto, quasi con arroganza, cercando di ricominciare a inseguire i miei sogni fino a quando iniziarono i primi attacchi di panico e le prime ossessioni per le malattie e la morte che mi perseguitavano perennemente, da lì in avanti sperimentai anche i primi episodi di derealizzazione e depersonalizzazione con conseguenti domande esistenziali, in tutto ciò riuscii ad uscirne grazie alla consulenza di uno psicologo che mi spiegò la situazione e piani piano riuscii a comprenderne la natura.
Ed eccoci al punto cruciale della vicenda, la mia passione per la filosofia del nichilismo finì per diventare il mio peggior incubo, in quanto diventò un problema perenne, quasi come se avesse plasmato la mia personalità a pensare in modo negativo, come se la vita stessa fosse solo fonte di sofferenza, i pensieri come "nulla ha senso" erano sempre presenti, e anche se riuscivo a trovare contraddizioni in questo modo di pensare che non era affine al modo di vivere umano era come se non riuscissi a farne a meno, per me quel modo di pensare era come diventato verità difficile da accettare che mi portava a disperarmi.
Dopo quell'anno grazie all'aiuto di un amico credente riuscì a trovare speranza nella fede, tutto ciò durò un anno, ma notavo che ogni qualvolta che le mie certezze di fede venivano scosse anche da ragionamenti altrui era come se quell'ansia esistenziale tornasse a farmi visita.
Oggi mi ritrovo di nuovo al punto di partenza insieme a quei pensieri nichilisti, e ogni volta che cerco di fare qualcosa per svagarmi questi pensieri tornano e mi fanno perdere la speranza, ne ho parlato anche con la mia psicologa ma sono riuscito a tirare fuori questo argomento solo gli ultimi 10 minuti nell'ultima seduta perché mi sembrava improbabile che fosse solo una filosofia a rendermi così, la prossima seduta sarà lunedì prossimo, ma ora cerco conforto nelle vostre parole perché sento come se qualcosa dentro di me piano piano si stia per spegnere, grazie per l'attenzione.
Nell'estate queste cose le misi da parte cercando di affrontare la vita di petto, quasi con arroganza, cercando di ricominciare a inseguire i miei sogni fino a quando iniziarono i primi attacchi di panico e le prime ossessioni per le malattie e la morte che mi perseguitavano perennemente, da lì in avanti sperimentai anche i primi episodi di derealizzazione e depersonalizzazione con conseguenti domande esistenziali, in tutto ciò riuscii ad uscirne grazie alla consulenza di uno psicologo che mi spiegò la situazione e piani piano riuscii a comprenderne la natura.
Ed eccoci al punto cruciale della vicenda, la mia passione per la filosofia del nichilismo finì per diventare il mio peggior incubo, in quanto diventò un problema perenne, quasi come se avesse plasmato la mia personalità a pensare in modo negativo, come se la vita stessa fosse solo fonte di sofferenza, i pensieri come "nulla ha senso" erano sempre presenti, e anche se riuscivo a trovare contraddizioni in questo modo di pensare che non era affine al modo di vivere umano era come se non riuscissi a farne a meno, per me quel modo di pensare era come diventato verità difficile da accettare che mi portava a disperarmi.
Dopo quell'anno grazie all'aiuto di un amico credente riuscì a trovare speranza nella fede, tutto ciò durò un anno, ma notavo che ogni qualvolta che le mie certezze di fede venivano scosse anche da ragionamenti altrui era come se quell'ansia esistenziale tornasse a farmi visita.
Oggi mi ritrovo di nuovo al punto di partenza insieme a quei pensieri nichilisti, e ogni volta che cerco di fare qualcosa per svagarmi questi pensieri tornano e mi fanno perdere la speranza, ne ho parlato anche con la mia psicologa ma sono riuscito a tirare fuori questo argomento solo gli ultimi 10 minuti nell'ultima seduta perché mi sembrava improbabile che fosse solo una filosofia a rendermi così, la prossima seduta sarà lunedì prossimo, ma ora cerco conforto nelle vostre parole perché sento come se qualcosa dentro di me piano piano si stia per spegnere, grazie per l'attenzione.
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Un conto sono dei ragionamenti in cui "divertirsi" o allenarsi mentalmente, altro è cercarvi delle risposte o una certezza, cosa che peraltro non ha senso in partenza, viste le domande su cui si va a parare. Si tratta di come l'uomo ha dato risposta a domande impossibili, e non a come cerca di capire l'indefinibile. La fede come piano di risposta può funzionare perché appunto non le dà una risposta razionale, le dà una verità che non entra in un meccanismo di critica e controcritica, così come da essa non nasce.
Lei si curi per quello che ha psichiatricamente parlando, dopo di che potrà anche tranquillamente gestire i pensieri che più le interessa sviluppare.
Lei si curi per quello che ha psichiatricamente parlando, dopo di che potrà anche tranquillamente gestire i pensieri che più le interessa sviluppare.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Grazie mille per la risposta, un ultima cosa che volevo chiederle era se effettivamente ciò che mi genera angoscia sia il fatto che possa essere una sorta di meccanismo ossessivo alla domanda esistenziale oppure sia proprio io fatto in questo modo, perché molto spesso durante il rimuginio ho come un impressione di stranezza rispetto a quella che è la vita di tutti i giorni, sicuramente sapere che ci sia una qualche causa di origine nevrotica che amplifica il problema mi aiuterebbe a livello emotivo, grazie in anticipo.
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No no, forse non si siamo capiti nella forma delle cose. Sì, quel che dice Lei è plausiile, ma non è che la nevrosi produce le ossessioni. La nevrosi sono le ossessioni. L'angoscia nasce con le ossessioni, non è che un sintomo produce l'altro.
Dr.Matteo Pacini
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 26/11/2021.
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