Diagnosi psichiatrica
Buongiorno cari Dottori.
Sono abbattuto perché dopo un lungo ricovero di un mese e mezzo nel 2013 e una diagnosi di schizofrenia paranoide nel anno successivo si era raggiunto un discreto compenso con bassa terapia (Zyprexa 5 mg) e una Laurea conseguita oltre allo sport ma scarse relazioni sociali.
Nel 2018 ho abbandonato gli studi di Giurisprudenza (seconda laurea con 22 esami) e lo sport, mi hanno prescritto latuda e haldol o reagila e haldol.
Dopo nel 2019 è stata accertata l invalidità del 80 % confermata nel 2021 con diagnosi di psicosi paranoide.
Eseguo regolari controlli psichiatrici e psicoterapia dal primo episodio, purtroppo il secondo nel 2018 non è stato inquadrato perché ero all estero e sono stato seguito al mio rientro in Italia bene monitorato sempre.
La mia domanda è banale, si può guarire o si è (ho avuto il primo episodio acuto a 22 anni e ora vado per i 31 e ho fatto dal 2020 5 esami della nuova Magistrale e da 2 anni e più svolgo regolarmente una borsa lavoro terapeutica) così sempre?
Si può guarire e arrivare ad un discreto compenso come in passato?
(2014-2018) ?
Cosa fare oltre la psicoterapia per migliorare se stessi e le relazioni sociali?
Grazie a chi volesse leggere la mia storia e volesse gentilmente rispondere.
Buona serata e buon lavoro
Sono abbattuto perché dopo un lungo ricovero di un mese e mezzo nel 2013 e una diagnosi di schizofrenia paranoide nel anno successivo si era raggiunto un discreto compenso con bassa terapia (Zyprexa 5 mg) e una Laurea conseguita oltre allo sport ma scarse relazioni sociali.
Nel 2018 ho abbandonato gli studi di Giurisprudenza (seconda laurea con 22 esami) e lo sport, mi hanno prescritto latuda e haldol o reagila e haldol.
Dopo nel 2019 è stata accertata l invalidità del 80 % confermata nel 2021 con diagnosi di psicosi paranoide.
Eseguo regolari controlli psichiatrici e psicoterapia dal primo episodio, purtroppo il secondo nel 2018 non è stato inquadrato perché ero all estero e sono stato seguito al mio rientro in Italia bene monitorato sempre.
La mia domanda è banale, si può guarire o si è (ho avuto il primo episodio acuto a 22 anni e ora vado per i 31 e ho fatto dal 2020 5 esami della nuova Magistrale e da 2 anni e più svolgo regolarmente una borsa lavoro terapeutica) così sempre?
Si può guarire e arrivare ad un discreto compenso come in passato?
(2014-2018) ?
Cosa fare oltre la psicoterapia per migliorare se stessi e le relazioni sociali?
Grazie a chi volesse leggere la mia storia e volesse gentilmente rispondere.
Buona serata e buon lavoro
[#1]
Buonasera.
Dobbiamo intenderci sul significato della parola "guarigione".
In medicina per guarigione si intende la scomparsa della patologia: si guarisce da una influenza, da una broncopolmonite, da una appendicite. Ma in quasi tutte le situazioni psichiatriche parlare di guarigione definitiva è arduo. In particolare, nel suo caso, dopo più di un episodio psicotico e in assenza di terapia di mantenimento la probabilità di una recidiva è molto alta. Proprio per questo le è stato riconosciuto un alto grado di invalidità.
Se invece per guarigione intendiamo l'assenza di sintomatologia - e di sofferenza- allora , nel suo caso, è sicuramente possibile.
Auguri.
Dobbiamo intenderci sul significato della parola "guarigione".
In medicina per guarigione si intende la scomparsa della patologia: si guarisce da una influenza, da una broncopolmonite, da una appendicite. Ma in quasi tutte le situazioni psichiatriche parlare di guarigione definitiva è arduo. In particolare, nel suo caso, dopo più di un episodio psicotico e in assenza di terapia di mantenimento la probabilità di una recidiva è molto alta. Proprio per questo le è stato riconosciuto un alto grado di invalidità.
Se invece per guarigione intendiamo l'assenza di sintomatologia - e di sofferenza- allora , nel suo caso, è sicuramente possibile.
Auguri.
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
[#2]
Con la terapia farmacologica e la psicoterapia si può arrivare a un buon compenso e a una buona qualità di vita.
Per il discorso "relazioni sociali" le consiglierei di essere piuttosto selettivo, cioè scegliere ambienti in cui si trova più a suo agio, con persone che condividono passioni comuni. E poi prendersi del tempo, perché l'amicizia e le relazioni richiedono tempo per conoscersi, per capire chi si ha davanti, per fidarsi.
Per il discorso "relazioni sociali" le consiglierei di essere piuttosto selettivo, cioè scegliere ambienti in cui si trova più a suo agio, con persone che condividono passioni comuni. E poi prendersi del tempo, perché l'amicizia e le relazioni richiedono tempo per conoscersi, per capire chi si ha davanti, per fidarsi.
Franca Scapellato
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 13/11/2021.
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