Ansia, dap o cos'altro..?
Buongiorno a tutti,
ho 27 e sono di Torino.
La mia esperienza inizia il 23 luglio 2006 facevo esercizio fisico a casa.reduce da una dieta fai-da- te: cioè saltavo il pranzo (al max un gelato), facevo 1 ora di esercizio aerobico e poi mangiavo a cena, grazie alla quale ho perso circa 9kg in tre mesi inizio a sentire un giramento di testa, vertigini senso di calore corporeo e una gran paura. La cosa dura per diversi minuti. Successivamente 4 giorni di stanchezza e spossatezza, il tempo di fare le analisi del sangue, scoprire di non avere niente di organico, riprendermi tranquillamente e andarmene in ferie al mare. Ecco che dopo qualche giorno un altro episodio. Mentre ero in spiaggia, leggero giramento di testa, e via con l’ansia e la paura.. Questo secondo episodio è un pò piu lieve per fortuna ma abbastanza intenso per lasciarmi un buona dose di ansia residua, umore non proprio al top, poca fame, grande pensantezza di testa e paura di fare tutte le cosette che facevo fino a quel momento (tipo andarmene in spiaggia al sole alle due del pomeriggio, cosa che ho sempre fatto per anni).
Da quel momento divento ipersensibile a qualunque sensazione un po diversa dal normale che percepisco arrivare dal mio corpo. Basta davvero poco per farmi preoccupare.. Mi rendo conto che c'e qualcosa che non va.
Superata la prima idea di andarmi a cercare uno psichiatra mentre ero in vacanza al mare (a ferragosto mentre la gente faceva le grigliate io come un pistola a cercare psichiatri su internet..!)decido che appena rientrerò a Torino affronterò la cosa.
Intanto passano i giorni, va un pò meglio con l'ansia, ritorno a Torino ed eccomi al mio primo appuntamento con uno psicologo-psicoterapeuta.
"Buongiorno mi dica..." Racconto la mia storia cosi come ho fatto con voi, e mi risponde: Guardi, secondo me sarebbe il caso di iniziare un percorso che l'aiuterà a conoscere meglio se stesso ed il periodo che sta attraversando, dal quello che emerge dal nostro colloqui secondo me non credo sia necessario fare ricorso a farmaci quindi ad uno psichiatra.
In effetti in quei giorni stavo bene, dormivo tranquillamente di notte ed avevo ripreso un buon appetito.
Lo psicoterapeuta è gentile ma non mi convince..
Proviamone un altro! Pagine gialle alla mano.. ne trovo uno vicino al lavoro, sembra comodo, vediamo un po’ che dice… Prendo appuntamento.. mi presento.. buongiorno… mi racconti… e questo inizia con un approccio un po’ differente, ha un modo di fare tipo quegli psicologi che si vedono nei film americani.. si lancia nei suoi discorsi, crea praticamente una storia (come un film) sulla vicenda accaduta, mi chiede della mia famiglia etc. Caspita è passata un ora e mezza! Torno a casa molto turbato ripensando al colloquio, mi sentivo sotto accusa per i discorsi che mi aveva fatto, impaurito. Anche lui mi dice di lasciar perdere psichiatri che non servono a niente. Sa… io sono psicologo da 33 anni… ai miei tempi davano solo il lexotan! Ci vediamo la prox seduta..
La mattina dopo mi sveglio per andare a lavorare, molto turbato, diciamo anzi agitato.. Penso: ma come è possibile, fino a ieri ero tornato tranquillo, e oggi dopo quella seduta ho una forte ansia e paura addosso..? Quasi da non crederci… Provo a chiamare lo psicologo e gli chiedo come mai mi ha creato questo turbamento e oggi sto così male? Risposta: Non si preoccupi, è come quando si mette la mano in un acquario per dar da mangiare ai pesci, l’acqua rimane torbida e ci va un po’ di tempo perchè torni calma, ci vediamo alla prox seduta e se ha ancora dei problemi prenda del lexotan o un altro prodotto che sicuramente le può essere di aiuto, dello xanax, qualche goccia sotto la lingua e le passa tutto.
Faccio passare qualche giorno, l’ansia, la paura, l’ipersensibilità alle sensazioni fisiche, il sentirsi turbati rimangono forti, al che mi dico: se devi prendere dei farmaci, meglio farseli prescrivere da un medico psichiatra piuttosto che seguire consigli arrangiati dal mister acquario.
Faccio così, vado da uno psichiatra e parte la cura: 10 gocce di Elopram (dose minima secondo lui) ogni sera (cominci gradualmente) e ci vediamo tra due mesi. Diagnosi: Secondo me le manca un po’ di serotonina..
E si ricordi, deve fare effetto su 100 miliardi di cellule quindi ci va del tempo..
Vabbè aspettiamo, (siamo al 4 settembre). Ah, e si ricordi, faccia anche la psicoterapia che le servirà.
Parte la cura, inizio le sedute con il primo dei due psicoterapeuti che sono di tipo psicodinamiche.
Intanto inizio a consultare i vari siti internet sul problema ed inizio a farmi una cultura.
I primi giorni sono un po’ una tragedia, l’ansia sembra che aumenti, concentrazione al lavoro molto bassa, ancora insonnia e pochissimo appetito. (Effetto attivante lo chiamano?)
Intanto le sedute di psicodinamica vanno avanti, si parla 45 min di come va e come non va.. Ma io devo affrontare il lavoro.. come faccio se continua così per me è un casino! Al mattino andare a lavoro è come andare alla fucilazione.. una ansia e una paura molto elevata.. Basta una piccola sensazione corporea tipo il cuore che batte un po’ più del normale o altro che parte lo spavento.
Passano i giorni sembra che vada un po’ meglio, ma si va meglio.. Si riprende a mangiare con appetito, a dormire un po’ più regolarmente, ed i pensieri non sono continuamente legati all’ansia ma pian piano iniziano a svariare.
Siamo al 18 sett, è ora di affrontare un viaggio di lavoro. Devo prendere il volo delle dieci, andare a Roma, poi spostarmi in un Umbria, il giorno dopo a Viterbo, e in serata prendere l’aereo e tornare a Torino. Solo una notte fuori a casa. Ok capo, mi sento di farcela penso tra me e me, il progetto su cui sto lavorando prevede che io girassi per l’Italia praticamente da lunedì a venerdì. Torniamo alla storia: Fino ad oggi mi ero fatto sostituire nei viaggi perchè non me la sentivo, ma questa volta, visti i miglioramenti di questi ultimi giorni, sono pronto a partire.
Arrivo a Fiumicino, aeroporto sempre incasinato, io ci sono abituato a girare per aeroporti, non vi dico quante mille-miglia ho accumulato in questi ultimi mesi..
Prendo la macchina in autonoleggio, e si parte. Destinazione Avezzano: Umbria. Gia da quando sono in auto partono i primi sentori, un pochino di ansietta.. mi dico dai è normale.. sei lontano da casa, è la prima volta dopo più di due mesi..
Arrivo a destinazione e parte l’ansia a mille.. e grande paura. Mi guardo intorno, vedo le montagna dell’umbria, mi sento solo e sperduto, lontano centinaia di km da casa.. cacchio e ora come faccio? Me ne torno in aeroporto e prendo il primo aereo per Torino? Dopo varie telefonate a casa con tanto di cazziate di mia madre che dice che ce la devo fare, cerco di rilassarmi, finisco di lavorare ed imbocco l’autostrada. Le destinazioni possibili erano due: Hotel a Viterbo dove avrei dovuto pernottare o aeroporto e scappare a casetta.. Vabbe proviamo ad andare a Viterbo.. è solo una notte.. ce la dovrei fare… Arrivo in albergo.. una tristezza incredibile. Mi faccio una doccia, scendo giù al ristorante, mangio nonostante la fame zero una fettina di carne (vedo sopra di me l’immagine di mia madre che mi dice: devi mangiare! Altrimenti ti indebolisci ancora di più!) Torno in camera e mi metto a letto. Dormo un’ora, poi mi sveglio poi mi riaddormento, poi mi risveglio e così via fino ad arrivare alle 7,30. Mi alzo bello rintronatonato, e vado a lavoro, ansia sempre elevata, per fortuna finisco un po’ prima, scappo in aeroporto e riesco s prendere il volo delle 15:50 che mi fa arrivare nella mia bella Torino alle 17 e verso le 18 sono finalmente nella mia bella casettina con la mia famiglia pronta ad aspettarmi. Mi sento come se avessi fatto un viaggio in Vietman di sei mesi durante la guerra.
E meno male che le gocce miracolose avevano iniziato i loro effetti benefici!
Vabbè, è passata anche questa, rimane ancora dell’ansia nei giorni successivi. La settimana dopo mi tocca lavorare per fortuna non troppo lontano da casa in Lombardia) e riesco tutti i giorni a finire e rientrare in auto e dormire a casa mia.
Per quella successiva il mio boss mi dice: questa settimana dovresti andare in Campania ed in Basilicata, c’è da lavorare in quelle zone Io, pur non avendo niente contro le due bellissime regioni non me la sento proprio di andarci e fermarmi a dormire fuori da casa.
Cosa faccio? Mutua.
Nel frattempo contatto un istituto di Torino che fa psicoterapia cognitivo-comportamentale e inizio il percorso. La terapia comprende una valutazione: Tacogramma e CBA 2.0. E poi parte la terapia: rilassamento, esposizione interocettive, etc. Mi danno i compitini da fare (che faccio scrupolosamente visto quello che mi costa..). e vediamo come andrà..
Eccoci arrivati ad oggi. Sto ancora prendendo le gocce: 10 a giorno di elopram da ormai quasi 6 settimane.
Ultimamente va un po’ meglio ma mi è rimasta la paura di andare in giro e dormire fuori casa lontano dalla mia famiglia. A lavoro ho chiesto per un paio di mesi di farmi restare a torino.
Secondo voi sto seguendo la terapia (sia farmacologia che psicologica) corretta? Ce la farò a tornare a viaggiare per l’italia e per il mondo da solo senza paura come ho sempre fatto fino a qualche mese fa? Come si spiega questa paura di andare lontano da casa?
Grazie e scusate se sono stato un po’ prolisso.
ho 27 e sono di Torino.
La mia esperienza inizia il 23 luglio 2006 facevo esercizio fisico a casa.reduce da una dieta fai-da- te: cioè saltavo il pranzo (al max un gelato), facevo 1 ora di esercizio aerobico e poi mangiavo a cena, grazie alla quale ho perso circa 9kg in tre mesi inizio a sentire un giramento di testa, vertigini senso di calore corporeo e una gran paura. La cosa dura per diversi minuti. Successivamente 4 giorni di stanchezza e spossatezza, il tempo di fare le analisi del sangue, scoprire di non avere niente di organico, riprendermi tranquillamente e andarmene in ferie al mare. Ecco che dopo qualche giorno un altro episodio. Mentre ero in spiaggia, leggero giramento di testa, e via con l’ansia e la paura.. Questo secondo episodio è un pò piu lieve per fortuna ma abbastanza intenso per lasciarmi un buona dose di ansia residua, umore non proprio al top, poca fame, grande pensantezza di testa e paura di fare tutte le cosette che facevo fino a quel momento (tipo andarmene in spiaggia al sole alle due del pomeriggio, cosa che ho sempre fatto per anni).
Da quel momento divento ipersensibile a qualunque sensazione un po diversa dal normale che percepisco arrivare dal mio corpo. Basta davvero poco per farmi preoccupare.. Mi rendo conto che c'e qualcosa che non va.
Superata la prima idea di andarmi a cercare uno psichiatra mentre ero in vacanza al mare (a ferragosto mentre la gente faceva le grigliate io come un pistola a cercare psichiatri su internet..!)decido che appena rientrerò a Torino affronterò la cosa.
Intanto passano i giorni, va un pò meglio con l'ansia, ritorno a Torino ed eccomi al mio primo appuntamento con uno psicologo-psicoterapeuta.
"Buongiorno mi dica..." Racconto la mia storia cosi come ho fatto con voi, e mi risponde: Guardi, secondo me sarebbe il caso di iniziare un percorso che l'aiuterà a conoscere meglio se stesso ed il periodo che sta attraversando, dal quello che emerge dal nostro colloqui secondo me non credo sia necessario fare ricorso a farmaci quindi ad uno psichiatra.
In effetti in quei giorni stavo bene, dormivo tranquillamente di notte ed avevo ripreso un buon appetito.
Lo psicoterapeuta è gentile ma non mi convince..
Proviamone un altro! Pagine gialle alla mano.. ne trovo uno vicino al lavoro, sembra comodo, vediamo un po’ che dice… Prendo appuntamento.. mi presento.. buongiorno… mi racconti… e questo inizia con un approccio un po’ differente, ha un modo di fare tipo quegli psicologi che si vedono nei film americani.. si lancia nei suoi discorsi, crea praticamente una storia (come un film) sulla vicenda accaduta, mi chiede della mia famiglia etc. Caspita è passata un ora e mezza! Torno a casa molto turbato ripensando al colloquio, mi sentivo sotto accusa per i discorsi che mi aveva fatto, impaurito. Anche lui mi dice di lasciar perdere psichiatri che non servono a niente. Sa… io sono psicologo da 33 anni… ai miei tempi davano solo il lexotan! Ci vediamo la prox seduta..
La mattina dopo mi sveglio per andare a lavorare, molto turbato, diciamo anzi agitato.. Penso: ma come è possibile, fino a ieri ero tornato tranquillo, e oggi dopo quella seduta ho una forte ansia e paura addosso..? Quasi da non crederci… Provo a chiamare lo psicologo e gli chiedo come mai mi ha creato questo turbamento e oggi sto così male? Risposta: Non si preoccupi, è come quando si mette la mano in un acquario per dar da mangiare ai pesci, l’acqua rimane torbida e ci va un po’ di tempo perchè torni calma, ci vediamo alla prox seduta e se ha ancora dei problemi prenda del lexotan o un altro prodotto che sicuramente le può essere di aiuto, dello xanax, qualche goccia sotto la lingua e le passa tutto.
Faccio passare qualche giorno, l’ansia, la paura, l’ipersensibilità alle sensazioni fisiche, il sentirsi turbati rimangono forti, al che mi dico: se devi prendere dei farmaci, meglio farseli prescrivere da un medico psichiatra piuttosto che seguire consigli arrangiati dal mister acquario.
Faccio così, vado da uno psichiatra e parte la cura: 10 gocce di Elopram (dose minima secondo lui) ogni sera (cominci gradualmente) e ci vediamo tra due mesi. Diagnosi: Secondo me le manca un po’ di serotonina..
E si ricordi, deve fare effetto su 100 miliardi di cellule quindi ci va del tempo..
Vabbè aspettiamo, (siamo al 4 settembre). Ah, e si ricordi, faccia anche la psicoterapia che le servirà.
Parte la cura, inizio le sedute con il primo dei due psicoterapeuti che sono di tipo psicodinamiche.
Intanto inizio a consultare i vari siti internet sul problema ed inizio a farmi una cultura.
I primi giorni sono un po’ una tragedia, l’ansia sembra che aumenti, concentrazione al lavoro molto bassa, ancora insonnia e pochissimo appetito. (Effetto attivante lo chiamano?)
Intanto le sedute di psicodinamica vanno avanti, si parla 45 min di come va e come non va.. Ma io devo affrontare il lavoro.. come faccio se continua così per me è un casino! Al mattino andare a lavoro è come andare alla fucilazione.. una ansia e una paura molto elevata.. Basta una piccola sensazione corporea tipo il cuore che batte un po’ più del normale o altro che parte lo spavento.
Passano i giorni sembra che vada un po’ meglio, ma si va meglio.. Si riprende a mangiare con appetito, a dormire un po’ più regolarmente, ed i pensieri non sono continuamente legati all’ansia ma pian piano iniziano a svariare.
Siamo al 18 sett, è ora di affrontare un viaggio di lavoro. Devo prendere il volo delle dieci, andare a Roma, poi spostarmi in un Umbria, il giorno dopo a Viterbo, e in serata prendere l’aereo e tornare a Torino. Solo una notte fuori a casa. Ok capo, mi sento di farcela penso tra me e me, il progetto su cui sto lavorando prevede che io girassi per l’Italia praticamente da lunedì a venerdì. Torniamo alla storia: Fino ad oggi mi ero fatto sostituire nei viaggi perchè non me la sentivo, ma questa volta, visti i miglioramenti di questi ultimi giorni, sono pronto a partire.
Arrivo a Fiumicino, aeroporto sempre incasinato, io ci sono abituato a girare per aeroporti, non vi dico quante mille-miglia ho accumulato in questi ultimi mesi..
Prendo la macchina in autonoleggio, e si parte. Destinazione Avezzano: Umbria. Gia da quando sono in auto partono i primi sentori, un pochino di ansietta.. mi dico dai è normale.. sei lontano da casa, è la prima volta dopo più di due mesi..
Arrivo a destinazione e parte l’ansia a mille.. e grande paura. Mi guardo intorno, vedo le montagna dell’umbria, mi sento solo e sperduto, lontano centinaia di km da casa.. cacchio e ora come faccio? Me ne torno in aeroporto e prendo il primo aereo per Torino? Dopo varie telefonate a casa con tanto di cazziate di mia madre che dice che ce la devo fare, cerco di rilassarmi, finisco di lavorare ed imbocco l’autostrada. Le destinazioni possibili erano due: Hotel a Viterbo dove avrei dovuto pernottare o aeroporto e scappare a casetta.. Vabbe proviamo ad andare a Viterbo.. è solo una notte.. ce la dovrei fare… Arrivo in albergo.. una tristezza incredibile. Mi faccio una doccia, scendo giù al ristorante, mangio nonostante la fame zero una fettina di carne (vedo sopra di me l’immagine di mia madre che mi dice: devi mangiare! Altrimenti ti indebolisci ancora di più!) Torno in camera e mi metto a letto. Dormo un’ora, poi mi sveglio poi mi riaddormento, poi mi risveglio e così via fino ad arrivare alle 7,30. Mi alzo bello rintronatonato, e vado a lavoro, ansia sempre elevata, per fortuna finisco un po’ prima, scappo in aeroporto e riesco s prendere il volo delle 15:50 che mi fa arrivare nella mia bella Torino alle 17 e verso le 18 sono finalmente nella mia bella casettina con la mia famiglia pronta ad aspettarmi. Mi sento come se avessi fatto un viaggio in Vietman di sei mesi durante la guerra.
E meno male che le gocce miracolose avevano iniziato i loro effetti benefici!
Vabbè, è passata anche questa, rimane ancora dell’ansia nei giorni successivi. La settimana dopo mi tocca lavorare per fortuna non troppo lontano da casa in Lombardia) e riesco tutti i giorni a finire e rientrare in auto e dormire a casa mia.
Per quella successiva il mio boss mi dice: questa settimana dovresti andare in Campania ed in Basilicata, c’è da lavorare in quelle zone Io, pur non avendo niente contro le due bellissime regioni non me la sento proprio di andarci e fermarmi a dormire fuori da casa.
Cosa faccio? Mutua.
Nel frattempo contatto un istituto di Torino che fa psicoterapia cognitivo-comportamentale e inizio il percorso. La terapia comprende una valutazione: Tacogramma e CBA 2.0. E poi parte la terapia: rilassamento, esposizione interocettive, etc. Mi danno i compitini da fare (che faccio scrupolosamente visto quello che mi costa..). e vediamo come andrà..
Eccoci arrivati ad oggi. Sto ancora prendendo le gocce: 10 a giorno di elopram da ormai quasi 6 settimane.
Ultimamente va un po’ meglio ma mi è rimasta la paura di andare in giro e dormire fuori casa lontano dalla mia famiglia. A lavoro ho chiesto per un paio di mesi di farmi restare a torino.
Secondo voi sto seguendo la terapia (sia farmacologia che psicologica) corretta? Ce la farò a tornare a viaggiare per l’italia e per il mondo da solo senza paura come ho sempre fatto fino a qualche mese fa? Come si spiega questa paura di andare lontano da casa?
Grazie e scusate se sono stato un po’ prolisso.
[#1]
Gentile Utente,
non si scusi della prolissità, mi sembra un chiaro segnale di quanto lei sia impaurito e sfiducioso rispetto al futuro.
Dalla sua descrizione, sembra lei soffra di un disturbo d'ansia, ma credo che il via vai dagli specialisti le avrà dato sufficienti informazioni relative alla sua diagnosi.
Ora, l'associazione tra psicoterapia cognitivo-comportamentale (a Torino sono fra i migliori in Italia) e farmacoterapia dà i migliori risultati, così come si evince dalla letteratura (www.pubmed.com, keywords: CBT, anxiety disorder, panic, ecc).
Poi, si armi di sana voglia e pazienza: purtroppo in queste cose ci vuole tempo. E capisco che per un ansioso non sia semplice aspettare, ma non demorda.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
non si scusi della prolissità, mi sembra un chiaro segnale di quanto lei sia impaurito e sfiducioso rispetto al futuro.
Dalla sua descrizione, sembra lei soffra di un disturbo d'ansia, ma credo che il via vai dagli specialisti le avrà dato sufficienti informazioni relative alla sua diagnosi.
Ora, l'associazione tra psicoterapia cognitivo-comportamentale (a Torino sono fra i migliori in Italia) e farmacoterapia dà i migliori risultati, così come si evince dalla letteratura (www.pubmed.com, keywords: CBT, anxiety disorder, panic, ecc).
Poi, si armi di sana voglia e pazienza: purtroppo in queste cose ci vuole tempo. E capisco che per un ansioso non sia semplice aspettare, ma non demorda.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#2]
Gentile Utente, La sua esposizione non è prolissa, ma la definirei piuttosto interessante. Mi pare però di notare che non viene riportata una chiara diagnosi, cosa importante per impostare bene una terapia, non so se i vari specialisti da lei consultati si siano pronunciati o meno. Comunque posso immaginare che prima di inpostare La terapia cognitivo-comportamentale i colleghi si siano fatti una chiara idea della sua situazione. Questo tipo di terapia è senza dubbio piuttosto efficace in molte condizioni, pertanto credo che abbia preso la strada giusta, non trascuri di fare i "compiti a casa" in quanto molto utili alla terapia. Per quanto riguarda l'Elopram, in genere si parte da una sommistrazione dalle 4 alle 8 gocce al dì, in qualche caso possono esacerbare i sintomi ansiosi, ma non in tutti i pazienti. Una corretta valutazione del dosaggio però può farla solo il medico a cui si affida. Generalmente, gli stati di ansia acuti che prova, si possono gestire anche con un ansiolitico da prendere saltuariamente. Tenga infine presente che una psicoterapia per dare effetti duraturi deve esssere portata avanti per un po' di tempo, con costanza e buona volontà da parte di entrambi: utente e terapeuta.
Cordiali Saluti
dr Giovanni Ronzani
Cordiali Saluti
dr Giovanni Ronzani
Cordiali Saluti
dr Giovanni Ronzani
[#3]
Caro amico,
quando si soffre del disturbo di panico, la psicoterapia (ad indirizzo cognitivo-comportamentale) può al massimo essere utile per gestire un pò meglio l'ansia anticipatoria (ossia il vivere costantemente nel timore dell'arrivo di un nuovo attacco) e l'evitamento agorafobico (ossia la tendenza sempre più accentuata ad evitare azioni, luoghi o situazioni nelle quali si ha timore di poter avere un nuovo attacco). Per il resto non serve a niente ed anzi ogni psicoterapia ad indirizzo analitico è addirittura sconsigliata dalle linee-guida internazionali.
In merito alla terapia farmacologica, che rappresenta oggi l'intervento di prima scelta, ogni cura deve essere disegnata 'su misura' per quella singola persona per tipo di farmaci, combinazione, dosaggio, orario di somministrazione etc. e deve essere concepita in modo dinamico, ossia adattata nel tempo alle esigenze del momento, fino al raggiungimento della remissione della sintomatologia. La sua attuale terapia perciò non sembra molto adeguata, perciò andrebbe rivalutata con cura da parte di uno psichiatra realmente esperto in psicofarmacologia clinica. la prognosi del disturbo è oggi molto buona.
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
quando si soffre del disturbo di panico, la psicoterapia (ad indirizzo cognitivo-comportamentale) può al massimo essere utile per gestire un pò meglio l'ansia anticipatoria (ossia il vivere costantemente nel timore dell'arrivo di un nuovo attacco) e l'evitamento agorafobico (ossia la tendenza sempre più accentuata ad evitare azioni, luoghi o situazioni nelle quali si ha timore di poter avere un nuovo attacco). Per il resto non serve a niente ed anzi ogni psicoterapia ad indirizzo analitico è addirittura sconsigliata dalle linee-guida internazionali.
In merito alla terapia farmacologica, che rappresenta oggi l'intervento di prima scelta, ogni cura deve essere disegnata 'su misura' per quella singola persona per tipo di farmaci, combinazione, dosaggio, orario di somministrazione etc. e deve essere concepita in modo dinamico, ossia adattata nel tempo alle esigenze del momento, fino al raggiungimento della remissione della sintomatologia. La sua attuale terapia perciò non sembra molto adeguata, perciò andrebbe rivalutata con cura da parte di uno psichiatra realmente esperto in psicofarmacologia clinica. la prognosi del disturbo è oggi molto buona.
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
Silvio Presta
[#4]
Gentile utente,
concordo con quanto affermato dal collega Presta.
Necessariamente deve rivolgersi ad uno psichiatra che possa impostare una adatta terapia farmacologica e successivamente intraprendere un percorso di psicoterapia ad orientamento cognitivo.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
concordo con quanto affermato dal collega Presta.
Necessariamente deve rivolgersi ad uno psichiatra che possa impostare una adatta terapia farmacologica e successivamente intraprendere un percorso di psicoterapia ad orientamento cognitivo.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#5]
Utente
Buongiorno,
ringrazio tutti per le risposte.
Dalle ultime risposte però mi sembra di capire che secondo voi il trattamento farmacologico risulta inadeguato.
Lo psichiatra a cui mi sono rivolto per il disturbo, ad inizio settembre (4 sett.) mi ha prescritto Elopram 10 gocce cioè 20mg), da iniziare gradualmente 1 gocce al primo giorno, due al secondo etc. (perchè io avevo un pò paura di assumere psicofarmaci pensando che chissa quale effetto potessero farmi..). Lo stesso mi ha detto che per questo motivo (anziche dopo 1 mese come fa solitamente) mi avrebbe voluto rivedere dopo 2 mesi che, facendo i calcoli, dopo il transitorio iniziale corrispondono a circa 6-7 settimane a dose terapeutica minima. Secondo lui dopo questo tempo si dovrebbe avvertire un miglioramento della sintomatologia di una percentuale variabile da persona a persona intorno al 20%. A secondo della percentuale di miglioramente dal lui valutata decide poi se, e come cambiare le dosi del farmaco e andare avanti con la terapia.
So che normalmente ad inizio terapia sarebbe corretto associare un ansiolitico ma ai tempi della visita, qualche giorno prima, avevo provato (fai da te) con dello Xanax sotto la lingua, e dopo la quarta gocce mi ero spaventato per paura di chissa quale effetto e non ho voluto più prenderne. Lo psichiatra mi spiegò che mi ero semplicemente suggestionato (cose che succedono) e penso per questo motivo, vista il timore nell'assumere psicofarmaci mi prescrisse solo l'Elopram da aumentare una goccia al dì fino alla dose terapeutica minima. In effetti i primi tempi mi sembrava di dover assumere chissa cosa, ma pian piano mi abituai ed ora assumo le gocce in tranquillità.
Inizialmente l'ansia sembrò aumentare molto, ma poi dopo la seconda-terza settima si ridimensionò.
Ad oggi (dopo circa 6 sett. a dose 10 gocce) va un pò meglio. Certo, non sono sicuramente quello di una volta, ma l'ipersensibilità ai sintomi fisici è molto calata, riesco a dormire normalmente, mangio con appetito e ho ripreso anche a fare sport. Certo rimane ancora molta ansia durante la giornata con pensieri che ruotano sul mio stato e sulla mia storia e c'è anche un pò la paura di dover andare a lavorare lontano da casa e dormire fuori da solo (su questo però ci stiamo lavorando in psicoterapia).
Ora, a fine la prox settimana avrei la visita di controllo dallo psichiatra: voi cosa mi consigliate di fare? Il percorso farmacoterapico da lui scelta non vi sembra quello adatto? Dovrei cambiare specialista? Magari farmi prescrivere dello Zoloft che per qualcuno sempra più funzianale per questo tipo di problemi..?
Sono un pò confuso, fatemi sapere.
Grazie
Cordialmente
ringrazio tutti per le risposte.
Dalle ultime risposte però mi sembra di capire che secondo voi il trattamento farmacologico risulta inadeguato.
Lo psichiatra a cui mi sono rivolto per il disturbo, ad inizio settembre (4 sett.) mi ha prescritto Elopram 10 gocce cioè 20mg), da iniziare gradualmente 1 gocce al primo giorno, due al secondo etc. (perchè io avevo un pò paura di assumere psicofarmaci pensando che chissa quale effetto potessero farmi..). Lo stesso mi ha detto che per questo motivo (anziche dopo 1 mese come fa solitamente) mi avrebbe voluto rivedere dopo 2 mesi che, facendo i calcoli, dopo il transitorio iniziale corrispondono a circa 6-7 settimane a dose terapeutica minima. Secondo lui dopo questo tempo si dovrebbe avvertire un miglioramento della sintomatologia di una percentuale variabile da persona a persona intorno al 20%. A secondo della percentuale di miglioramente dal lui valutata decide poi se, e come cambiare le dosi del farmaco e andare avanti con la terapia.
So che normalmente ad inizio terapia sarebbe corretto associare un ansiolitico ma ai tempi della visita, qualche giorno prima, avevo provato (fai da te) con dello Xanax sotto la lingua, e dopo la quarta gocce mi ero spaventato per paura di chissa quale effetto e non ho voluto più prenderne. Lo psichiatra mi spiegò che mi ero semplicemente suggestionato (cose che succedono) e penso per questo motivo, vista il timore nell'assumere psicofarmaci mi prescrisse solo l'Elopram da aumentare una goccia al dì fino alla dose terapeutica minima. In effetti i primi tempi mi sembrava di dover assumere chissa cosa, ma pian piano mi abituai ed ora assumo le gocce in tranquillità.
Inizialmente l'ansia sembrò aumentare molto, ma poi dopo la seconda-terza settima si ridimensionò.
Ad oggi (dopo circa 6 sett. a dose 10 gocce) va un pò meglio. Certo, non sono sicuramente quello di una volta, ma l'ipersensibilità ai sintomi fisici è molto calata, riesco a dormire normalmente, mangio con appetito e ho ripreso anche a fare sport. Certo rimane ancora molta ansia durante la giornata con pensieri che ruotano sul mio stato e sulla mia storia e c'è anche un pò la paura di dover andare a lavorare lontano da casa e dormire fuori da solo (su questo però ci stiamo lavorando in psicoterapia).
Ora, a fine la prox settimana avrei la visita di controllo dallo psichiatra: voi cosa mi consigliate di fare? Il percorso farmacoterapico da lui scelta non vi sembra quello adatto? Dovrei cambiare specialista? Magari farmi prescrivere dello Zoloft che per qualcuno sempra più funzianale per questo tipo di problemi..?
Sono un pò confuso, fatemi sapere.
Grazie
Cordialmente
[#6]
Gentile utente,
chi le ha parlato dello Zoloft?
Se ritiene di non essere curato in modo adeguato dal collega, ha il diritto di scegliere un altro psichiatra.
In ogni caso, certo non puo' essere Lei a suggerire cosa puo' essere prescritto e cosa no.
Se decide di andare nuovamente dallo stesso psichiatra ne deve seguire le indicazioni terapeutiche mantenendo un contatto diretto e specifico.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
chi le ha parlato dello Zoloft?
Se ritiene di non essere curato in modo adeguato dal collega, ha il diritto di scegliere un altro psichiatra.
In ogni caso, certo non puo' essere Lei a suggerire cosa puo' essere prescritto e cosa no.
Se decide di andare nuovamente dallo stesso psichiatra ne deve seguire le indicazioni terapeutiche mantenendo un contatto diretto e specifico.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
[#7]
Utente
Buongiorno.
Eccomi con la seconda parte dopo circa 2 anni.
Riassumo brevemente come proseguì la mia esperienza:
come scritto in precedenza, continuai con Elopram 10gocce per i primi 2 mesi, ci fu un certo miglioramento, poi passai a Elopram 15 gocce per 3 mesi, ci fu un ulteriore grosso miglioramento, dopodiché lo Psichiatra mi fece tornare a 10gocce per altri 3 mesi e infine mi fece ridurre la dose fino alla conclusione.
Nel Frattempo facevo psicoterapia cognitivo - comportamentale (diario, tecniche di rilassamento, pensiero competitivo etc.)
Ero tornato normale. Di nuovo lavoro, viaggi qua è là divertimenti etc., bella la vita!
Passano 2 anni, nel frattempo continuo con la psicoterapia (1 o 2 seduta mensili) nella quale proviamo a lavorare (o quantomeno a prendere coscienza) sui cosiddetti schemi di base.
Arriva ottobre 2008, ero un po’ ingrassatello sui fianchi, decido nuovamente di mettermi a dieta, forte determinazione, e dieta equilibrata (me la ero fatta scrivere da un dietologo raccontandogli anche delle mie precedenti esperienze).
Arriva novembre 2008 perdo 3 kg in 2 mesi circa e inizio ad avere qualche disturbo, che torna, qualche giornata cui mi sento turbato, con un po’ di ansia. Ne parla con la mia psicologa che mi consiglia il solito approccio (rilassamento, pensieri positivi etc.).
Domenica 23 novembre sera ecco che arriva un attacco, manifestatosi con tremori alle gambe, freddo, testa pesante etc. Il giorno successivo permane un buon livello di ansia per tutto il giorno. La sera vado dalla psicologa, si parla, si cerca di capire i motivi per cui si è ripresentato il problema, si fanno delle ipotesi (non sto a descrivere i dettagli) con relativi consigli comportamentali.
Nel frattempo, vista la situazione decido di contattare uno Psichiatra per valutare l’opportunità di riprendere l’uso di farmaci. Duo giorni dopo faccio la visita. Premesso che in questi due anni ho avuto qualche momento di ansia, qualche giornata non delle migliori direi un po’ come tutti, ma ultimamente questo trend in aumento della sintomatologia non mi piaceva, mi viene quindi detto, che la terapia seguita in precedenza era corretta, e prescritto di ripartire con Elopram alla sera iniziando da 1 goccia al di fino a 15 per poi continuare con la dose. Lo Psichiatra mi spiega che se un farmaco ha fatto effetto una volta difficilmente può non fare effetto una seconda. Inoltre mi consiglia eventualmente del Tavor oro 1 mg al bisogno in caso di attacchi.
Ed eccomi a ripartire con la cura, i primissimi giorni (diciamo nella fase ascendente da 1 a 7-8 gocce) tutto tranquillo. Poca ansia e anche se non mi sento un Leone si va avanti nel day by day.
Arrivo al 9-10 gocce e inizia gli effetti (credo) collaterali, che ricordo di aver avuto allo stesso modo circa anche 2 anni fa.
Decido quindi, anziché salire subito a 15gocce di fare prima un periodo a 12 e poi salire gradualmente successivamente.
Gli effetti sono:
Aumento del livello di ansia durante il giorno e relativi pensieri negativi. Qualche problema di concentrazione a lavoro. Un po’ di nausea ma il problema più fastidioso è legato al sonno. La sera mi addormento abbastanza facilmente ma mi risveglio precocemente verso le 3am circa. E Poi non riesco a riaddormentarmi e sto lì a girarmi e rigirarmi nel letto con sensazioni di fastidio, lieve formicolio, scariche alla braccia e alle gambe fino al momento di dover alzarsi per andare a lavoro. Potete immaginare in quale stato e con quale allegria vado in ufficio! Ogni mattina sono sempre lì demoralizzato a pensare: “chiamo il medico e mi metto in mutua per 2 settimane così aspetto che questi effetti se ne vadano”. Poi invece faccio uno sforzo, e vado a lavoro, ovviamente in uno stato non proprio sereno..
Ad oggi siamo al 7° giorni e questi fastidi proseguono. Con relativa demoralizzazione!
Vorrei chiedervi quindi se secondo voi questi sono normali effetti collaterali dell’Elopram che in qualche settimana dovrebbero passare? Se è così cosa posso fare per cercare di contrastarli e vivere più serenamente questo periodo (speriamo) transitorio? Il rilassamento progressivo (Jacobson) appreso durante la psicoterapia purtroppo non aiuta più di tanto..
Grazie mille per la disponibilità
Cordialmente
Eccomi con la seconda parte dopo circa 2 anni.
Riassumo brevemente come proseguì la mia esperienza:
come scritto in precedenza, continuai con Elopram 10gocce per i primi 2 mesi, ci fu un certo miglioramento, poi passai a Elopram 15 gocce per 3 mesi, ci fu un ulteriore grosso miglioramento, dopodiché lo Psichiatra mi fece tornare a 10gocce per altri 3 mesi e infine mi fece ridurre la dose fino alla conclusione.
Nel Frattempo facevo psicoterapia cognitivo - comportamentale (diario, tecniche di rilassamento, pensiero competitivo etc.)
Ero tornato normale. Di nuovo lavoro, viaggi qua è là divertimenti etc., bella la vita!
Passano 2 anni, nel frattempo continuo con la psicoterapia (1 o 2 seduta mensili) nella quale proviamo a lavorare (o quantomeno a prendere coscienza) sui cosiddetti schemi di base.
Arriva ottobre 2008, ero un po’ ingrassatello sui fianchi, decido nuovamente di mettermi a dieta, forte determinazione, e dieta equilibrata (me la ero fatta scrivere da un dietologo raccontandogli anche delle mie precedenti esperienze).
Arriva novembre 2008 perdo 3 kg in 2 mesi circa e inizio ad avere qualche disturbo, che torna, qualche giornata cui mi sento turbato, con un po’ di ansia. Ne parla con la mia psicologa che mi consiglia il solito approccio (rilassamento, pensieri positivi etc.).
Domenica 23 novembre sera ecco che arriva un attacco, manifestatosi con tremori alle gambe, freddo, testa pesante etc. Il giorno successivo permane un buon livello di ansia per tutto il giorno. La sera vado dalla psicologa, si parla, si cerca di capire i motivi per cui si è ripresentato il problema, si fanno delle ipotesi (non sto a descrivere i dettagli) con relativi consigli comportamentali.
Nel frattempo, vista la situazione decido di contattare uno Psichiatra per valutare l’opportunità di riprendere l’uso di farmaci. Duo giorni dopo faccio la visita. Premesso che in questi due anni ho avuto qualche momento di ansia, qualche giornata non delle migliori direi un po’ come tutti, ma ultimamente questo trend in aumento della sintomatologia non mi piaceva, mi viene quindi detto, che la terapia seguita in precedenza era corretta, e prescritto di ripartire con Elopram alla sera iniziando da 1 goccia al di fino a 15 per poi continuare con la dose. Lo Psichiatra mi spiega che se un farmaco ha fatto effetto una volta difficilmente può non fare effetto una seconda. Inoltre mi consiglia eventualmente del Tavor oro 1 mg al bisogno in caso di attacchi.
Ed eccomi a ripartire con la cura, i primissimi giorni (diciamo nella fase ascendente da 1 a 7-8 gocce) tutto tranquillo. Poca ansia e anche se non mi sento un Leone si va avanti nel day by day.
Arrivo al 9-10 gocce e inizia gli effetti (credo) collaterali, che ricordo di aver avuto allo stesso modo circa anche 2 anni fa.
Decido quindi, anziché salire subito a 15gocce di fare prima un periodo a 12 e poi salire gradualmente successivamente.
Gli effetti sono:
Aumento del livello di ansia durante il giorno e relativi pensieri negativi. Qualche problema di concentrazione a lavoro. Un po’ di nausea ma il problema più fastidioso è legato al sonno. La sera mi addormento abbastanza facilmente ma mi risveglio precocemente verso le 3am circa. E Poi non riesco a riaddormentarmi e sto lì a girarmi e rigirarmi nel letto con sensazioni di fastidio, lieve formicolio, scariche alla braccia e alle gambe fino al momento di dover alzarsi per andare a lavoro. Potete immaginare in quale stato e con quale allegria vado in ufficio! Ogni mattina sono sempre lì demoralizzato a pensare: “chiamo il medico e mi metto in mutua per 2 settimane così aspetto che questi effetti se ne vadano”. Poi invece faccio uno sforzo, e vado a lavoro, ovviamente in uno stato non proprio sereno..
Ad oggi siamo al 7° giorni e questi fastidi proseguono. Con relativa demoralizzazione!
Vorrei chiedervi quindi se secondo voi questi sono normali effetti collaterali dell’Elopram che in qualche settimana dovrebbero passare? Se è così cosa posso fare per cercare di contrastarli e vivere più serenamente questo periodo (speriamo) transitorio? Il rilassamento progressivo (Jacobson) appreso durante la psicoterapia purtroppo non aiuta più di tanto..
Grazie mille per la disponibilità
Cordialmente
[#9]
Gentile Utente, per quanto riguarda la terapia farmacologica con antideprtessivi, in genere gli effetti collaterali si attenuano dalla seconda settimana, sarebbe comunque corretto parlarne con lo specialista che l'ha prescritta per aggiustare eventualmente la dose. Per quanto riguada la psicoterapia sono un po' sorpreso dell'approccio descritto, in genere il cognitivismo utilizza piuttosto marginalmente tecniche come il rilassamento profondo, anzi sotto alcuni aspetti si potrebbe considerare poco in linea con i principi del cognitivismo. Pertanto non sarebbe da scartare a priori l'idea di riflettere sull'evetualità di riformulare in maniera più appropriata un approccio psicoterapeutico.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#10]
Utente
Ringrazio per le risposte. In particolare la disponibilià e la gentilezza del Dott. Ruggiero non sempre facile da riscontrare in professionisti di questo tipo.
Dr. Ronzani non comprendo molto la sua osservazione. Il mio percorso psicoterapico è stato di tipo cognitivo-comportamentale.
Sulla parte cognitiva, abbiamo lavorato alla individuazione precoce di pensieri negativi invalidanti, riconoscimento degli errori congnitivi quali catastrofizzazione, inferenza arbitraria etc. e relativa ristrutturazione con pensieri positivi.
Dal lato comportamentale abbiamo lavorato: su tecniche di rilassamento, magari dopo iperventilazione (che ripropone senzazioni fisiche simili all'ansia) espoziozione graduale a gli eventi scatenanti ansia etc.
Questo è circa quanto ho appreso attraverso le diverse sedute psicoterapiche. Ritiene non risulti appropropriato e/o manchi qualcosa?
Grazie mille
Cordialmente
Dr. Ronzani non comprendo molto la sua osservazione. Il mio percorso psicoterapico è stato di tipo cognitivo-comportamentale.
Sulla parte cognitiva, abbiamo lavorato alla individuazione precoce di pensieri negativi invalidanti, riconoscimento degli errori congnitivi quali catastrofizzazione, inferenza arbitraria etc. e relativa ristrutturazione con pensieri positivi.
Dal lato comportamentale abbiamo lavorato: su tecniche di rilassamento, magari dopo iperventilazione (che ripropone senzazioni fisiche simili all'ansia) espoziozione graduale a gli eventi scatenanti ansia etc.
Questo è circa quanto ho appreso attraverso le diverse sedute psicoterapiche. Ritiene non risulti appropropriato e/o manchi qualcosa?
Grazie mille
Cordialmente
[#11]
Gentile Utente,
Mi scuso per il ritardo con cui rispondo, dovuto ad impegni inderogabili. In merito allla sua richiesta, per maggior chiarezza, c'è da osservare che una psicoterepia cognitivo-comportamentale viene condotta seguendo dei principi e delle tecniche ben specifiche, ma tutta la terapia viene organizzata e condotta seguendo un disegno ben specifico con specifici obiettivi. C'è da dire che all'interno del cognitivismo esistono due indirizzi: uno detto "cognitivismo standard" e l'altro "cognitivismo costruttivista" che poi ha dato vita la cognitivismo "post-razionalista". Ognuno di questi segue quindi dei modelli diversi che interagiscono più o meno profondamente con lo psichismo del soggetto.
Orbene, dai suoi post si ricava l'impressione, (ma è solo un'impressione)che la terapia abbia legato in maniera un po' debole le parti e le immagini emerse durante le sedute. Sian chiaro che queste osservazioni non vogliono essere una critica al lavoro svolto, ma solo una risposta all'aiuto richiesto.
Cordiali saluti e Auguri
Mi scuso per il ritardo con cui rispondo, dovuto ad impegni inderogabili. In merito allla sua richiesta, per maggior chiarezza, c'è da osservare che una psicoterepia cognitivo-comportamentale viene condotta seguendo dei principi e delle tecniche ben specifiche, ma tutta la terapia viene organizzata e condotta seguendo un disegno ben specifico con specifici obiettivi. C'è da dire che all'interno del cognitivismo esistono due indirizzi: uno detto "cognitivismo standard" e l'altro "cognitivismo costruttivista" che poi ha dato vita la cognitivismo "post-razionalista". Ognuno di questi segue quindi dei modelli diversi che interagiscono più o meno profondamente con lo psichismo del soggetto.
Orbene, dai suoi post si ricava l'impressione, (ma è solo un'impressione)che la terapia abbia legato in maniera un po' debole le parti e le immagini emerse durante le sedute. Sian chiaro che queste osservazioni non vogliono essere una critica al lavoro svolto, ma solo una risposta all'aiuto richiesto.
Cordiali saluti e Auguri
[#12]
Utente
Buongiorno,
ringrazio innanzitutto il Dr.Ronzani per la risposta.
Ad oggi sono arrivato a circa 6 settimane di cure con Elopram di cui 4 a 10 gocce, 1 a 11 e 1 a 12, ora sono a 13 e sto amumentando 1 goccia a settimana per arrivare a 15 prescritta dallo Psichiatra.
I problemi legati alle strane scariche alle braccia con risvegli precoci sono andati via (effetti collaterali del farmaco credo). Nei primi giorni dell'anno, forse perchè ancora in ferie, stava andando tutto molto meglio, adesso da 3 giorni sono rientrato a lavoro, ed e rientrata pure l'ansia!
Come gia quando mi colpì due anni fà, noto che il disturbo ha un decorso che si sposta più verso un ansia mentale, di pensieri e meno fisica. Quello che voglio dire è che di attacchi forti con tachicardia, tremolii etc. non ne ho. Il disagio è causato da una ansia più di pensieri durante la giornata. Direi una pò legati credo ad una paura di fondo di diventare pazzo o di avere chissa quale malattia mentale. Cerco di spiagarmi meglio, facendo un esempio. Faccio magari un lavoretto in casa, vado a lavarmi le mani, poi vado a fare qualcos'altro magari dopo un pò mi passa per la testa il pensiero: "non e che ora mi sento di nuovo le mani sporche, e devo poi tornare a lavarle e quindi anzichè l'ansia ho il DOC?" e questo pensiero mi scatena per un attimo un brivido, una piccola scossa di paura di allerta in corpo. Subito dopo ci penso razionalmente e dico: "ma no dai è una cavolata" quindi poi vado a fare altro, mi distraggo, e penso ad altre cose. Il pensiero di per se non è un qualcosa di ripetitivo, intrusivo, strano etc. Mi viene una volta, mi genera questo "scatto di allerta emotivo" e poi se ci ripenso non mi scatta più nulla. Poi magari capita con qualche altra situazione differente, per contesti differenti, diciamo che da un piccolo pensiero che arriva, un piccolo possibile indizio di qualcosa potenzialmente pericoloso secondo la mia mente, si scatena un piccolo stato di allerta, che si manifesta con un brivido, una piccola scossa. Lo stesso pensiero se magari mi arriva in altri momenti, in altri giorni non provoca nessun "aggiancio emotivo" e vola via come tutti gli altri. Il mio stato, è un pò come essere su una pista di atletica li sui blocchi di partenza, concentratissimo e pronto a scattare al primo stimolo e appena arriva il pensiero, zac, si scatta! Mentre se invece mi trovassi in uno stato sereno, lo stesso pensiero non farebbe scattare un bel niente.
A questo proposito, dalla descrizione fatta, vorrei sapere se tale disturbo rientra nella categoria di stati di ansia o c'è qualcosa di diverso ad esempio un problema di tipo ossessivo.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro nella (non facile) descrizione.
Grazie a tutti per la disponibilità
ringrazio innanzitutto il Dr.Ronzani per la risposta.
Ad oggi sono arrivato a circa 6 settimane di cure con Elopram di cui 4 a 10 gocce, 1 a 11 e 1 a 12, ora sono a 13 e sto amumentando 1 goccia a settimana per arrivare a 15 prescritta dallo Psichiatra.
I problemi legati alle strane scariche alle braccia con risvegli precoci sono andati via (effetti collaterali del farmaco credo). Nei primi giorni dell'anno, forse perchè ancora in ferie, stava andando tutto molto meglio, adesso da 3 giorni sono rientrato a lavoro, ed e rientrata pure l'ansia!
Come gia quando mi colpì due anni fà, noto che il disturbo ha un decorso che si sposta più verso un ansia mentale, di pensieri e meno fisica. Quello che voglio dire è che di attacchi forti con tachicardia, tremolii etc. non ne ho. Il disagio è causato da una ansia più di pensieri durante la giornata. Direi una pò legati credo ad una paura di fondo di diventare pazzo o di avere chissa quale malattia mentale. Cerco di spiagarmi meglio, facendo un esempio. Faccio magari un lavoretto in casa, vado a lavarmi le mani, poi vado a fare qualcos'altro magari dopo un pò mi passa per la testa il pensiero: "non e che ora mi sento di nuovo le mani sporche, e devo poi tornare a lavarle e quindi anzichè l'ansia ho il DOC?" e questo pensiero mi scatena per un attimo un brivido, una piccola scossa di paura di allerta in corpo. Subito dopo ci penso razionalmente e dico: "ma no dai è una cavolata" quindi poi vado a fare altro, mi distraggo, e penso ad altre cose. Il pensiero di per se non è un qualcosa di ripetitivo, intrusivo, strano etc. Mi viene una volta, mi genera questo "scatto di allerta emotivo" e poi se ci ripenso non mi scatta più nulla. Poi magari capita con qualche altra situazione differente, per contesti differenti, diciamo che da un piccolo pensiero che arriva, un piccolo possibile indizio di qualcosa potenzialmente pericoloso secondo la mia mente, si scatena un piccolo stato di allerta, che si manifesta con un brivido, una piccola scossa. Lo stesso pensiero se magari mi arriva in altri momenti, in altri giorni non provoca nessun "aggiancio emotivo" e vola via come tutti gli altri. Il mio stato, è un pò come essere su una pista di atletica li sui blocchi di partenza, concentratissimo e pronto a scattare al primo stimolo e appena arriva il pensiero, zac, si scatta! Mentre se invece mi trovassi in uno stato sereno, lo stesso pensiero non farebbe scattare un bel niente.
A questo proposito, dalla descrizione fatta, vorrei sapere se tale disturbo rientra nella categoria di stati di ansia o c'è qualcosa di diverso ad esempio un problema di tipo ossessivo.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro nella (non facile) descrizione.
Grazie a tutti per la disponibilità
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 12.2k visite dal 18/10/2006.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.