Sensazione di costante di soffocamento
Gentili Dottori,
vi scrivo pur consapevole che, attraverso internet, non sia possibile attuare nessuna terapia... Ma sono lontana sia dal mio medico di base che dalla mia psicoterapeuta e mi trovo in una situazione in cui ho davvero bisogno di sentire delle opinioni.
Soffro di ansia da anni e, benché non l'abbia debellata completamente, avevo imparato a "conviverci"; non so se questo sia l'approccio corretto, ma io l'avevo affrontata in questo modo e stavo abbastanza bene. Non avevo più attacchi di panico da anni ed ero piuttosto controllata... Magari leggermente più agitata di un'altra persona, ma attribuivo quest'ansia ad alcuni aspetti del mio passato che, ovviamente, non possono essere cancellati.
Così, dopo 5 anni, ho abbandonato la psicoterapia, pur continuando ad essere in contatto con la mia terapeuta.
Adesso, in un momento di transizione totale (la laurea, la decisione di andarmene di casa, di cambiare città, la ricerca di un lavoro), sono entrata in crisi. Ho iniziato a sentirmi soffocare, ma poiché il mio Inconscio era "tenuto a bada" dalla consapevolezza che la fame d'aria era causata solo dalla paura, Lui ha deciso di fregarmi in un altro modo: la paura di soffocare si è trasformata nella paura di soffocare durante la deglutizione del cibo.
Mastico tutto milioni di volte, cerco di assumere cibi "umidi", che siano più facili da inghiottire... eppure, sentendomi "qualcosina" all'interno della gola anche quando ho finito di mangiare, ho paura.
Cerco di tenerla a bada anche in questo caso, ma non ci riesco completamente... E vivo male.
Io non voglio assolutamente continuare così. Sto già assumendo mezza compressa di Lexotan da 1.5 al giorno (che mi aiuta abbastanza), ma pensavo di aumentarlo ad una compressa intera: il mio medico di base mi ha detto di farlo qualora ne avvertissi il bisogno.
So che dovrò affrontare una psicoterapia, ma vi chiedo, se è possibile, qualche parola nell'immediato.
Purtroppo infatti, per motivi personali, al momento non risiedo per più di 15 giorni nella stessa città (sto vivendo tra due città distinte, a 500 km l'una dall'altra) e quindi mantenere un impegno con un terapeuta mi risulterebbe molto difficile.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Un caro saluto.
vi scrivo pur consapevole che, attraverso internet, non sia possibile attuare nessuna terapia... Ma sono lontana sia dal mio medico di base che dalla mia psicoterapeuta e mi trovo in una situazione in cui ho davvero bisogno di sentire delle opinioni.
Soffro di ansia da anni e, benché non l'abbia debellata completamente, avevo imparato a "conviverci"; non so se questo sia l'approccio corretto, ma io l'avevo affrontata in questo modo e stavo abbastanza bene. Non avevo più attacchi di panico da anni ed ero piuttosto controllata... Magari leggermente più agitata di un'altra persona, ma attribuivo quest'ansia ad alcuni aspetti del mio passato che, ovviamente, non possono essere cancellati.
Così, dopo 5 anni, ho abbandonato la psicoterapia, pur continuando ad essere in contatto con la mia terapeuta.
Adesso, in un momento di transizione totale (la laurea, la decisione di andarmene di casa, di cambiare città, la ricerca di un lavoro), sono entrata in crisi. Ho iniziato a sentirmi soffocare, ma poiché il mio Inconscio era "tenuto a bada" dalla consapevolezza che la fame d'aria era causata solo dalla paura, Lui ha deciso di fregarmi in un altro modo: la paura di soffocare si è trasformata nella paura di soffocare durante la deglutizione del cibo.
Mastico tutto milioni di volte, cerco di assumere cibi "umidi", che siano più facili da inghiottire... eppure, sentendomi "qualcosina" all'interno della gola anche quando ho finito di mangiare, ho paura.
Cerco di tenerla a bada anche in questo caso, ma non ci riesco completamente... E vivo male.
Io non voglio assolutamente continuare così. Sto già assumendo mezza compressa di Lexotan da 1.5 al giorno (che mi aiuta abbastanza), ma pensavo di aumentarlo ad una compressa intera: il mio medico di base mi ha detto di farlo qualora ne avvertissi il bisogno.
So che dovrò affrontare una psicoterapia, ma vi chiedo, se è possibile, qualche parola nell'immediato.
Purtroppo infatti, per motivi personali, al momento non risiedo per più di 15 giorni nella stessa città (sto vivendo tra due città distinte, a 500 km l'una dall'altra) e quindi mantenere un impegno con un terapeuta mi risulterebbe molto difficile.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Un caro saluto.
[#1]
Gentile utente,
I suoi sono tipici sintomi di panico. Paura di soffocare col cibo e il resto. La situazione non è casuale (trasferimento in programma), ma ovviamente la reazione è legata al panico. L'inconscio è un concetto indefinito che lascerei perdere. Diciamo che ci sono parti del suo cervello che tendono a entrare in allarme, o meglio a produrre una reazione d'allarme e di paura, come se dovesse evitare di morire, perché ricevono input che suggeriscono una situazione di minore appoggio e copertura (cambiamenti, trasferimento etc).
Il disturbo ha una cura. L'assunzione di lexotan abituale induce solo assuefazione al lexotan, non risolve la situazione e determina poi la necessità di graduale disimpegno dal lexotan, difficile se in ballo c'è il panico non curato.
Vada da un medico e inizi una cura per il disturbo di panico. Gli attacchi è come se ci fossero, solo che evita automaticamente una serie di cose e quindi non si verificano mai pienamente, ma le conseguenze sono identiche.
I suoi sono tipici sintomi di panico. Paura di soffocare col cibo e il resto. La situazione non è casuale (trasferimento in programma), ma ovviamente la reazione è legata al panico. L'inconscio è un concetto indefinito che lascerei perdere. Diciamo che ci sono parti del suo cervello che tendono a entrare in allarme, o meglio a produrre una reazione d'allarme e di paura, come se dovesse evitare di morire, perché ricevono input che suggeriscono una situazione di minore appoggio e copertura (cambiamenti, trasferimento etc).
Il disturbo ha una cura. L'assunzione di lexotan abituale induce solo assuefazione al lexotan, non risolve la situazione e determina poi la necessità di graduale disimpegno dal lexotan, difficile se in ballo c'è il panico non curato.
Vada da un medico e inizi una cura per il disturbo di panico. Gli attacchi è come se ci fossero, solo che evita automaticamente una serie di cose e quindi non si verificano mai pienamente, ma le conseguenze sono identiche.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.8k visite dal 30/05/2009.
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