Psicologa che crea doppio legame e paradosso va bene per tutti?

Salve, non riesco a fare una domanda precisa e raccontare tutto in modo preciso perché sono passati 4 anni di terapia e 4 anni di vita privata tutto un disastro.
Mi sono presa una pausa da tutto perché penso di non averle fatte io le mie scelte ma la psicologa.
Io sapevo quello che volevo, ero andata li per ansia, che poi è stata diagnosticata in altro modo e mi è stato imposto di prendere le pastiglie altrimenti non mi facevano fare i colloqui. Mi sono sentita costretta in ogni caso ho accettato e mi hanno rovinata. In quattro anni non ci siamo detti niente, rigiravano le cose e rigiravano le mie parole usavano e modifica vano di poco le mie parole per poi condurmi dove volevano loro e mi hanno letteralmente succhiata peso 45 kili per 1 m e 60e dicono che la colpa è mia che non ho ascoltato, durante le terapie una mi diceva una cosa e l'altra un altra non capivo più chi dovevo ascoltare e non mi fidavo più di nessuno man mano che andavo avanti non capivo nulla uscivo dalla seduta incredula non capivo niente di quello che dicevano ne il senso ne nulla. E mi hanno anche portata a rimanere in relazioni, mentre uno psicologo normale avrebbe detto "per il tuo bene meglio non continuare" e invece hanno ingigantito le cose e non mi hanno fatto prendere le decisioni dandomi una spinta la psichiatra mi diceva io non la costringo a farlo, e io pensavo ma io voglio farlo dammi solo il coraggio. Per me limposizione è giusta, l'obbligo invece è fare una cosa che non si vuole, e non ci credo che lei non abbia capito il mio volere perché non sono scema, la psicologa rigirava i miei voleri tanté che a lungo andare ci sono pure cascata e ho creduto alle sue parole. Poi ho pensato no io non sono questa persona, cosa sono diventata?
e allora visti i malintesi ho deciso di iniziare a dire a loro. E mi hanno zittita. Premetto che sono andata li per ansia forte sono ansiosa per natura anche timida un po' se non conosco le persone ma dopo mi apro e si vede come sono, e quindi l'ansia mi fermava nel prendere decisioni, alcune di cui sapevo già quali prendere e mi mancava il coraggio altre su cui avrei dovuto pensarci ma queste sono cose minori come scegliere un indirizzo scolastico o un lavoro. Ora dopo 4 anni di inferno un mio familiare mi ha detto dimentica e vai avanti, ma io sono indignata verso queste due chiamiamola "dottoresse" e la ripresa è lunga. Ho interrotto già i rapporti senza informarle. Mi sento sgretolata in pezzi vorrei andare da un altro psicologo per riprendermi ma ho paura. Ora ho sintetizzato ma sento il bisogno di parlare tanto di diluire sentimenti e spiegare tutto e questo mio parente mi ha detto che con qualcuno devo parlarne se no mi rimane dentro e non va bene.
La psichiatra ha iniziato a darmi piccoli consigli solo in piena ricaduta, cosa brutta. Quando guardo mia mamma lei vede che sto male sento le sue parole fluide forse sono depressa e io per non farla preoccupare non dico e mi isolo e ho paura che lei pensi che non la voglio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Non credo di aver capito tutto. C'è un medico che le prescrive qualcosa (cosa ?) che non voleva però prendere, quindi per agevolare la cosa è entrata in contatto con una psicologa. Si riferisce però a "loro", quindi più di una, oppure chi sono "loro " ?
Non ne avrebbe tratto beneficio, però non specifica il tipo di tecnica, o gli obiettivi se ce n'erano di particolari, o chi l'aveva indicata come tipo di intervento utile, e per quale diagnosi.

Premesso che in effetti consigli su scelte specifiche non sono la regola, a meno che non si tratti di salvaguardare l'incolumità immediata, ma in tal caso si cerca di convincere, o di coinvolgere altre figure di riferimento; non si capisce comunque come possa stabilire anche il contrario, cioè che siano state scelte sbagliate. In altre parole: non è che se lo psicologo "impone" (come dice Lei) una scelta, questo abbia per forza un senso, ma allo stesso modo dire che sia stata una scelta sbagliata può essere impossibile da stabilire, essendo appunto più che altro un decidere sulla scorta di consigli, con Lei che alla fine era libera di fare come credeva.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
Mi prescriveva perché ho interrotto i contatti da pochi giorni senza avvisarle. Una psichiatra che mi voleva prescrivere psicofarmaci ssri e stabilizzatori più (che non ho preso perché eccessivo un altro farmaco più gocce).
Che io ho preso ma ho voluto interrompere.
La psicologa mi sarebbe stata assegnata comunque, ma solo con psicofarmaci.
Loro intendo psichiatra e psicologa.
La tecnica è segnata col nome di cognitivo comportamentale ma io non la conosco. Gli obbiettivi non li so. È stata la dottoressa di base a consigliarmi dei colloqui per calmare l'ansia data da stress di diversi eventi separazione, lutti, relazioni chiuse piccoli problemi di salute che tutto insieme in poco lasso di tempo mi ha fatto andare in confusione ero diventata ipocondriaca controllavo tutto ecc.. anche dopo che la situazione intorno a me era a posto. Loro invece hanno "diagnosticato" disturbo ossessivo compulsivo per me sbagliato, e depressione che ci poteva anche stare ma di poco, e codice esenzione questo invece per me ai limiti dell'assurdo.

Premetto che sono per la risoluzione dei problemi e il riassestamento psicologico e non per psicofarmaci pesanti e far finta di nulla davanti alle cose, in ogni caso io non so per certo se uno psicologo può dare o no consigli ovviamente disinteressati ma ho letto sul codice degli psicologi che lo psicologo deve essere pronto a darli se chiesti e io li ho sempre chiesti. E questo lo dico a riguardo di consigliare tecniche per calmare l'ansia. Per quanto riguarda consigli personali, accaduti quando la cura aveva già preso corso, aveva tutte le motivazioni per mettere un "buon consiglio" e non lha fatto. Le scelte sono state le mie non lo nascondo ma date dal fatto di essermi sentita abbandonata dalla terapia. E sono state sbagliate perché si vedeva dal mio stato psicofisico. (ho parlato di imposizione solo per specificare che per me i consigli sono aiuti e io li accetto perché non li vedo come obblighi, per me un obbligo e dover fare una cosa che non voglio perché non rientra proprio nella normalità o nel mio benessere).
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Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
Lei cosa pensa?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Vuol decidere Lei che diagnosi ha, e invece da quel che riferisce torna quella fatta. Si è rifiutata di far la cura per motivi che non emergono. Le avevano detto che necessitava di due tipi di intervento: avevano scelto la psicoterapia indicata per la diagnosi fatta, e le avevano detto che aveva senso se abbinata a quella farmacologica con uno stabilizzante e un ssri (più un altro in gocce). Lei giudica "eccessivo" il tutto non si sa perché. E non conoscendo la tecnica psicoterapica (ci mancherebbe, perché dovrebbe ?) però sa decidere che non va bene.

"e non per psicofarmaci pesanti e far finta di nulla davanti alle cose"
Pesanti non significa niente, qui la cosa pesante è quello che Lei pensa delle cure in maniera gratuita, e il far finta di nulla significherebbe presumo che le vogliono dare degli psicofarmaci per annebbiarla anziché andare a fondo nel suo problema. Un luogo comune senza alcun significato reale. Far finta di nulla significa chiedere dei pareri e poi far finta di saperne di più e pretendere di decidere cosa è più adatto, che diagnosi si ha....sostanzialmente una scusa per declinare le proposte di cura.

Io francamente dalla spiegazione ricavo una situazione che non c'entra niente con la presentazione iniziale. Non vedo obblighi né imposizioni. Solo una persona che liberamente non accetta una proposta di cura, però pretenderebbe di decidere Lei cosa le devono proporre gli altri .