Ricaduta ossessiva e depressione

Salve gentili dottori,

nel 2017 ebbi un crollo tra pensieri ossessivi, ansia, umore basso e paura.
Dopo una cura a 20mg di Cipralex, nel giro di 5/6 mesi mi sono abbastanza ripreso e continuato la mia vita.
Nonostante la cura, per 4 anni mi sono svegliato sempre con ansia che andava scemando dopo un'oretta dal risveglio.
A un certo punto, gradualmente ma senza controllo di uno psichiatra, ho cominciato a diminuire la dose di Cipralex fino ad arrivare a 5mg presi ogni 3/4 giorni.

Dopo 2/3 mesi, dopo un attacco di panico, ho avuto una ricaduta [Luglio 2021] e dopo un mese, Agosto, sono tornato dallo psichiatra che ha ripristinato la cura iniziale, ovvero 20mg di cipralex e Delorazepam per i primi mesi.

Sono passati 2 mesi da quando prendo dose piena di Cipralex, e ancora non riesco a togliere l'ansiolitico.
È come se questa volta il Cipralex non stia funzionando come nel 2017.
Ho ancora ansia, agorafobia, pensieri ossessivi sul mio stato fisico e mentale, e abbassamento dell'umore come conseguenza di ciò.

Durante i primi mesi di Cipralex, ho sempre avuto paura di essere bipolare, perché la mia ripresa si alterna a fasi in cui ho pensieri ossessivi che mi abbassano l'umore e amplificano gli stati d'ansia, e fasi in cui sono più tranquillo e mi sento più ottimista.
In ogni caso, dopo 2 mesi dalla cura, la mia ansia e le ossessioni sono ancora abbastanza forti e non mi permettono di avere una vita normale.
Lo psichiatra mi ha diagnosticato un disturbo di ansia generalizzato con tratti fobici-ossessivi; per lui l'umore basso deriva dalla mia paura di non poter condurre una vita normale.

È normale che in una ricaduta i tempi di ripresa siano più lunghi?

Aggiungo che, vivendo in Francia, e seguendo i ritmi francesi, ho cominciato in questi 3 anni e mezzo di benessere a bere un bel po di alcol nel weekend insieme ai colleghi.

Aspetto gentilmente vostro pareri.

Cordialmente,
D.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ancora è normale che non abbia avuto una ripresa completa. L'attaccamento al delorazepam, che non so in quale dose sia, è un indice effettivamente utile per capire se il compenso è precario o meno.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Grazie per la risposta.

Allora: il 4 Agosto ho cominciato la cura in Italia con 10gtt mattina, 10gtt pomeriggio e 20gtt la sera. Nel giro di un mese sono arrivato a 2gtt mattina e 2gtt la sera (nel frattempo sono tornato a Parigi dove vivo) e ho avuto un rebound ansioso. Quindi sono andato da un altro psichiatra a Parigi che mi ha mantenuto la cura con Cipralex 20mg e mi ha inserito al posto del delorazepam il lorazepam, 0.5mg mattina, 0,5 pomeriggio e 1mg la sera. Adesso dopo un mese, e data la mia volontà di scalare gli ansiolitici, sto a lorazepam 0,5 mattina e 0,5 la sera e in più valium 15gtt la sera con l'idea di scalare prima il lorazepam e poi il valium.
L'umore sembra leggermente migliorato, ma i sintomi ansiosi sono ancora forti.

Cordialmente,
D.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ma per quale motivo deve deciderlo e farlo da solo ? Ha dei medici che l'hanno visitata, faccia riferimento a loro.
[#4]
Utente
Utente
In realtà è una volontà che ho espresso allo psichiatra visto che sono più di due mesi che li prendo; lui ha accettato e ha fatto un piano per farmeli scalare.
In ogni caso, avendo vissuto la realtà italiana e quella francese dal punto di vista terapeutico, ho notato delle differenze sull'approccio: in Francia quasi tutti gli psichiatri ti seguono con terapia cognitivo comportamentale annessa mentre in Italia penso che siano meno gli psichiatri che fanno anche terapia CC; in Francia è anche molto usata l'ipnosi durante la terapia.
Comunque, tutto ciò per dire che lo psichiatra parla molto con me durante le sedute e fa anche la TCC; quindi evidentemente ha acconsentito alla mia richiesta di scalaggio in quanto anche lui sarà d'accordo.
Detto ciò, le mie domande sono sempre le stesse: dopo due mesi a queste dosi di antidepressivo e ansiolitici, é possibile che abbia avuto così pochi miglioramenti? Le ricadute sono più difficili da curare? È normale che in entrambi i periodi in cui ho cominciato l'antipressivo abbia giorni positivi e giorni negativi invece di un andamento lineare?

Grazie per l'attenzione.
Cordialmente,
D.
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"dopo due mesi a queste dosi di antidepressivo e ansiolitici, é possibile che abbia avuto così pochi miglioramenti?"

La risposta è sua. E' Lei che sa se li ha avuti.

Il resto sono domande su cose che già sa o sul futuro, in entrambi i casi non costruttive.

Ma anche quella sullo scalaggio: se ha già uno schema da un medico, perché chiede qui ?
[#6]
Utente
Utente
Forse per essere rassicurato.
Cordialmente
D.
[#7]
Utente
Utente
Salve buongiorno.
Ritorno a scrivere sul forum.
Dopo questi mesi passati, sono tornato in Italia dal mio vecchio psichiatra che mi ha cambiato la cura; sono passato da un mese da Cipralex 20mg (che non mi ha fatto piu effetto come anni fa) a Paroxetina 20mg/die. Come ansiolitici sono partito da 2mg di Xanax rp al giorno e adesso mi trovo a 1.5mg al giorno (preso 1mg di mattina e 0.5mg di sera).
I primi 10 giorni del cambiamento sono stati terribili ma piano piano ho cominciato ad avere dei miglioramenti.
La mia diagnosi è sempre la stessa ormai da anni: ansia generalizzata con componente ossessiva. In entrambe l'esasperazione dei sintomi (2 mesi nel 2017) e adesso (a partire da Luglio), si sono manifestati sintomi di forte sconforto che mi hanno portato a stare molti giorni in casa. Il fatto è che, essendo sempre stato un ragazzo di caratterialità ipertimica, lo stare in casa e non rendere al meglio a causa dell'ansia e delle ossessioni mi porta un grandissimo sconforto, che a sua volta aumenta ansia e ossessioni.
Tendenzialemente le mie ossessioni ruotano sempre sul mio stato fisico e mentale.
Ogni mia emozione la associo a qualche malattia.
Dopo un mese di paroxetina a 20mg la situazione sicuramente è migliorata, ma nonostante ciò la componente ossessiva è sempre la.
Purtroppo, non so perché, nonostante gli psichiatri e il mio psicologo mi dicono sempre che non sono bipolare, io ho sempre l'ossessione di esserlo. Nel momento in cui il mio umore sale scatta in me la paura di essere bipolare e comincio a cercare su internet e forum le caratteristiche di questo disturbo che, avendo a volte dei tratti sfumati, mi manda ancora piu' in agitazione e aumenta le mie ossessioni, con conseguente circolo vizioso (ossessioni-ansia-calo di umore).
Addiruttura posso pensare che il mio carattere, da sempre espansivo possa essere sempre dato a causa di questo disturbo, come se stessi in fase up da una vita.
Ne parlo spesso con lo psicologo e lo psichiatra che mi dicono sempre che non sono bipolare, ma nonostante ciò io continuo sempre a cercare prove che lo sono.
Le domande che vorrei porle sono queste:
- Può una fase ipomaniacale durare 4 anni? (4 anni in cui ho costruito una solida posizione lavorativa).
- Il fatto che nell'adolescenza ho abusato di canne (poi smesso a causa dell'ansia che ho cominciato ad avere verso i 19 anni), e il fatto che sono un bevitore moderato (che mi placa l'ansia e che è un cardine sociale a Parigi dove vivo), può essere un segno di una persona bipolare?
- Nelle fasi ipomaniacali, si può avere paura di essere in fase ipomaniacale?

Grazie mille per la vostra attenzione.
Vi auguro buona giornata,
D.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ha l'ossessione di essere bipolare, questo si capisce anche perché lo ripete nelle ultime due domande. A cui non rispondo in quanto sintomi, non domande.
Detto questo, la paroxetina per un doc è sottodosata, anche se la diagnosi non è quella (ha riportato DAG con componente ossessiva, però siamo da quelle parti..).

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#9]
Utente
Utente
Grazie mille per l'attenzione.
La cosa triste è la consapevolezza che queste idee sono dubbi e paure ma, nonostante ciò, non si riesce a essere abbastanza razionali e "crederci al 100%".

A mio avviso (non so se può spendere una parola a questo merito), la psichiatria è fallibile, non avendo esami strumentali per definire un determinato disturbo; se andassi da 10 psichiatri differenti, riceverei sempre la stessa diagnosi? Probabilmente no.
Per una persona ossessiva come me, quindi destinata a vivere nel dubbio, questo è motivo di sconforto; diciamo che l'unico modo empirico per stabilire il tipo di disturbo è usare un farmaco, e vederne gli effetti: se c'è un effetto positivo l'ipotesi può essere fondata, altrimenti si è sbagliato qualcosa. Purtroppo anche in questo senso, per verificare l'efficacia della terapia non ci sono mezzi strumentali, ma solo colloqui e dialoghi con il paziente, che a loro volta possono essere notevolemente influenzati da contesti esterni, situazioni del momento e via dicendo.
Quando vado a colloquio dallo psichiatra, cerco di essere il piu' razionale possibile per individuare e soprattuto ricordare l'evoluzione dei sintomi durante il tempo trascorso tra le due visite. So bene che lo psichiatra è un professionista e sa riconoscere l'evoluzione di un disturbo dopo varie sedute, ma nonostante ciò, non essendoci nessun esame strumentale di conferma, ne il paziente e ne lo psichiatra avranno la certezza che il disturbo si stia realmente risolvendo.
Quando visito il sito di Medicitalia, noto che altri medici danno consigli su terapie, fanno anche delle diagnosi online (rimandando sempre poi a una visita diretta), mentre nel caso degli psichiatri, non si azzardano quasi mai a ipotizzare un qualcosa, consigliano la visita psichiatrica e null'altro.

Anche se spiegato in modo un po' contorto, questo è il mio punto di vista (molto probabilmente errato) su cui mi piacerebbe avere un parere da voi psichiatri.
Io sono un architetto, e quindi un matematico; dunque, se possibile, gradirei avere una risposta in termini piu' analitici possibili, comprensibile a chi non sa nulla di medicina e psichiatria.
Penso che da paziente dovrei meritarmelo.

Cordiali saluti,
D.
[#10]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"non si riesce a essere abbastanza razionali e "crederci al 100%"
No, il contrario. Si è troppo razionali e quindi si pretende il 100% di sicurezza per crederci.

Destinata a vivere nel dubbio se non si cura forse.

"gradirei avere una risposta in termini piu' analitici possibili, comprensibile a chi non sa nulla di medicina e psichiatria.
Penso che da paziente dovrei meritarmelo."

Questa più che una richiesta è un sintomo. La risposta di cui ha bisogno è se vuole quella di curarsi. Figuriamoci una risposta inesistente peraltro che debba anche essere analitica, questo è il modo in cui si sta alimentando le ossessioni, e un consulente dovrebbe aiutarla a fare questo ? Ovviamente no. Ma è quello che le viene da chiedere. Idem per la manipolazione del tipo "dovrei meritarmelo": che cosa si merita, che qualcuno la curi o che qualcuno le dia ragione facendola peggiorare ?

Dr.Matteo Pacini
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[#11]
Utente
Utente
Ho ben compreso la risposta.
Cercherò di farle qualche domanda esenti dal dubbio ma solo dettate dalla curiosità:

- Perché un farmaco come il Cipralex, che ha funzionato per 4 anni, dopo averlo scalato, e poi ripreso per ritorno della sintomatologia, non ha fatto piu' effetto?

- Come faccio a comprendere se il lieve rintontimento e la poca memoria che ho attualmente sono un effetto collaterale dello Xanax o Paroxetina oppure un sintomo del disturbo?

- Da quando prendo la Paroxetina a 20mg (5 settimane), ho avuto un miglioramento; adesso mi trovo al 60% di quello che considero un benessere. Quanto è il limite per visionare il massimo effetto della molecola?

Grazie ancora per l'attenzione.
D.
[#12]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Queste domande sono esattamente domande dettate dal dubbio, perché Lei essendo in cura fa riferimento al medico che la rivedrà (non credo tra un anno, voglio dire). Il resto sono urgenze di valutare dei come e perché che alla fine però non importano per la soluzione del problema, e se il medico non gliele ha specificate è perché magari non ha una risposta, tutto qui. Ma non ritiene importante averla ora, o in generale.

Dr.Matteo Pacini
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