Forti sbalzi d'umore slegati dal contesto
Salve a tutti,
sono una giovane donna di 27 anni e, fino a qualche settimana fa, sono sempre stata convinta che, alla base di tutte le mie problematiche psicologiche (irritabilità, sbalzi d'umore, fatica a gestire le emozioni negative), si trovasse la mia tendenza ad avere pensieri ossessivi, e a rimuginare in continuazione su eventi del presente e, spesso, del passato.
Sono stata in psicoterapia per un anno, ed il mio obiettivo era quello di acquisire delle tecniche per gestire meglio questi momenti di rimuginio senza sosta.
Non sono riuscita a risolvere il problema, ma mi illudevo di aver fatto passi avanti, avendo compreso come le emozioni siano soltanto passeggere, come non le debba temere come se fossero una condanna a morte ed iniziando a praticare yoga ed esercizi di meditazione.
Insieme alla mia psicoterapeuta, però, non sono mai stata in grado di capire in base a quale "criterio" io scegliessi i pensieri ossessivi su cui fissarmi: durante ogni mese, ho due o tre episodi, di circa 3-4 giorni ciascuno, in cui mi abbatto irrimediabilmente, non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto, passo quasi tutta la giornata a piangere, arrovellandomi su un qualche ricordo negativo del passato (anche di scarsissima entità) che, fino al giorno prima, non degnavo minimamente della mia attenzione.
Il mio rimuginare è così intenso che mi sfinisce, mi provoca forti mal di testa, un sensazione di stanchezza cronica e, a volte, sono così presa da non riuscire a prestare attenzione alle persone che mi parlano.
E tutti ciò mi fa terribilmente innervosire, considerando che non riesco a togliermi dalla mente, quasi sempre, un ricordo di cui non mi importa nulla e che mi abbatte inutilmente.
Finiti questi giorni di "buio" (solitamente, il tutto comincia a "svanire" la sera dell'ultimo giorno) mi sveglio, la mattina seguente, come se nulla fosse accaduto.
Non solo, mi sveglio presto, euforica, tremo dall'eccitazione di fare non so nemmeno io cosa, non riesco a stare ferma, sono iper-produttiva.
Se provo a ricordare il pensiero che, fino al giorno, mi stava "distruggendo", non riesco a prestarvi attenzione nemmeno per un minuto.
Non sento il bisogno di riposare, mangio di meno, sono un'esplosione di idee.
Il tutto, come succedeva con il rimuginio, si aggrava alla sera, quando mi metto in testa di pulire tutta la casa o di cucinare qualcosa di complicatissimo, rimanendo sveglia fino a notte inoltrata, senza sentire il bisogno di dormire.
La mia vita è oggettivamente serena, ho un compagno che mi ama, una bella casa, mi sento realizzata, non ho assolutamente niente per cui lamentarmi.
Eppure, questi sbalzi d'umore improvvisi sono incontrollabili, e mi appaiono totalmente slegati da ciò che mi accade quotidianamente.
Secondo la mia psicoterapeuta, in adolescenza, ho manifestato tratti borderline (ansia da abbandono, impulsività, difficoltà a gestire emozioni) Ora, però, non mi sento più come quando avevo 14/15 anni...
Ringrazio chiunque abbia letto questo lungo consulto
sono una giovane donna di 27 anni e, fino a qualche settimana fa, sono sempre stata convinta che, alla base di tutte le mie problematiche psicologiche (irritabilità, sbalzi d'umore, fatica a gestire le emozioni negative), si trovasse la mia tendenza ad avere pensieri ossessivi, e a rimuginare in continuazione su eventi del presente e, spesso, del passato.
Sono stata in psicoterapia per un anno, ed il mio obiettivo era quello di acquisire delle tecniche per gestire meglio questi momenti di rimuginio senza sosta.
Non sono riuscita a risolvere il problema, ma mi illudevo di aver fatto passi avanti, avendo compreso come le emozioni siano soltanto passeggere, come non le debba temere come se fossero una condanna a morte ed iniziando a praticare yoga ed esercizi di meditazione.
Insieme alla mia psicoterapeuta, però, non sono mai stata in grado di capire in base a quale "criterio" io scegliessi i pensieri ossessivi su cui fissarmi: durante ogni mese, ho due o tre episodi, di circa 3-4 giorni ciascuno, in cui mi abbatto irrimediabilmente, non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto, passo quasi tutta la giornata a piangere, arrovellandomi su un qualche ricordo negativo del passato (anche di scarsissima entità) che, fino al giorno prima, non degnavo minimamente della mia attenzione.
Il mio rimuginare è così intenso che mi sfinisce, mi provoca forti mal di testa, un sensazione di stanchezza cronica e, a volte, sono così presa da non riuscire a prestare attenzione alle persone che mi parlano.
E tutti ciò mi fa terribilmente innervosire, considerando che non riesco a togliermi dalla mente, quasi sempre, un ricordo di cui non mi importa nulla e che mi abbatte inutilmente.
Finiti questi giorni di "buio" (solitamente, il tutto comincia a "svanire" la sera dell'ultimo giorno) mi sveglio, la mattina seguente, come se nulla fosse accaduto.
Non solo, mi sveglio presto, euforica, tremo dall'eccitazione di fare non so nemmeno io cosa, non riesco a stare ferma, sono iper-produttiva.
Se provo a ricordare il pensiero che, fino al giorno, mi stava "distruggendo", non riesco a prestarvi attenzione nemmeno per un minuto.
Non sento il bisogno di riposare, mangio di meno, sono un'esplosione di idee.
Il tutto, come succedeva con il rimuginio, si aggrava alla sera, quando mi metto in testa di pulire tutta la casa o di cucinare qualcosa di complicatissimo, rimanendo sveglia fino a notte inoltrata, senza sentire il bisogno di dormire.
La mia vita è oggettivamente serena, ho un compagno che mi ama, una bella casa, mi sento realizzata, non ho assolutamente niente per cui lamentarmi.
Eppure, questi sbalzi d'umore improvvisi sono incontrollabili, e mi appaiono totalmente slegati da ciò che mi accade quotidianamente.
Secondo la mia psicoterapeuta, in adolescenza, ho manifestato tratti borderline (ansia da abbandono, impulsività, difficoltà a gestire emozioni) Ora, però, non mi sento più come quando avevo 14/15 anni...
Ringrazio chiunque abbia letto questo lungo consulto
[#1]
Quello che descrive non richiama in maniera chiara a degli sbalzi d'umore, sembra la matrice già nota dei suoi disturbi, cioè quella ossessiva.
Ha seguito altri trattamenti per questo problema ? La diagnosi effettiva è stata di doc ?
Che tipo di psicoterapia ha seguito ?
Ha seguito altri trattamenti per questo problema ? La diagnosi effettiva è stata di doc ?
Che tipo di psicoterapia ha seguito ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Salve, dottore,
la ringrazio per la velocissima risposta.
Purtroppo, però, sono io a non avere risposte per le domande che mi pone. La psicoterapia che ho frequentato per un anno era un servizio offerto dall'università, non ho idea di che tipologia fosse. "Semplicemente", io mi sedevo, davanti alla psicoterapeuta, e iniziavo a parlare. Le parlavo di tutto quello che volevo, della mia storia, dei miei dubbi, delle letture che facevo per comprendermi meglio, commentavamo articoli che mi suggeriva di leggere o mie idee per migliorare la mia quotidianità. Non ho ricevuto nessuna diagnosi, se non il sospetto che, in adolescenza, avessi manifestato tratti borderline. Per questo, sperando di non sbagliare, ho pubblicato questo consulto in psichiatria, in quanto la psicoterapeuta mi suggeriva di cercare anche un'altra tipologia di punto di vista (psichiatrico, appunto). Secondo lei, le mie problematiche erano legate al mio umore instabile, alla mia incapacità di gestire le emozioni (mi travolgono, sia che siano negative, che positive), e non tanto al continuo rimuginare. Pensava questo in quanto, come ho scritto, gli oggetti del rimuginare cambiano in continuazione, e non attribuisco loro molto valore, anzi. Per questo mi sento sempre così frustrata, come se non facessi abbastanza per stare meglio (me lo ripetono spesso anche le persone attorno a me): perché lascio che le mie giornate vengano letteralmente rovinate da pensieri "inutili". Non so come spiegare agli altri che non ho assolutamente controllo su questo comportamento, e che non si tratta di essere ingrata nei confronti della vita che, effettivamente, ho. La loro opinione negativa viene avvalorata dal fatto che il tutto sparisce nel giro di qualche giorno, come se non fosse mai accaduto nulla. Nel giro di qualche settimana, inizierò un nuovo percorso di psicoterapia, spero di riuscire ad ottenere risultati migliori
la ringrazio per la velocissima risposta.
Purtroppo, però, sono io a non avere risposte per le domande che mi pone. La psicoterapia che ho frequentato per un anno era un servizio offerto dall'università, non ho idea di che tipologia fosse. "Semplicemente", io mi sedevo, davanti alla psicoterapeuta, e iniziavo a parlare. Le parlavo di tutto quello che volevo, della mia storia, dei miei dubbi, delle letture che facevo per comprendermi meglio, commentavamo articoli che mi suggeriva di leggere o mie idee per migliorare la mia quotidianità. Non ho ricevuto nessuna diagnosi, se non il sospetto che, in adolescenza, avessi manifestato tratti borderline. Per questo, sperando di non sbagliare, ho pubblicato questo consulto in psichiatria, in quanto la psicoterapeuta mi suggeriva di cercare anche un'altra tipologia di punto di vista (psichiatrico, appunto). Secondo lei, le mie problematiche erano legate al mio umore instabile, alla mia incapacità di gestire le emozioni (mi travolgono, sia che siano negative, che positive), e non tanto al continuo rimuginare. Pensava questo in quanto, come ho scritto, gli oggetti del rimuginare cambiano in continuazione, e non attribuisco loro molto valore, anzi. Per questo mi sento sempre così frustrata, come se non facessi abbastanza per stare meglio (me lo ripetono spesso anche le persone attorno a me): perché lascio che le mie giornate vengano letteralmente rovinate da pensieri "inutili". Non so come spiegare agli altri che non ho assolutamente controllo su questo comportamento, e che non si tratta di essere ingrata nei confronti della vita che, effettivamente, ho. La loro opinione negativa viene avvalorata dal fatto che il tutto sparisce nel giro di qualche giorno, come se non fosse mai accaduto nulla. Nel giro di qualche settimana, inizierò un nuovo percorso di psicoterapia, spero di riuscire ad ottenere risultati migliori
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Io mi farei fare una diagnosi da uno psichiatra, magari non definitiva se il quadro non è facile da capire alla prima. E magari le propongono anche strumenti di cura di tipo farmacologico, che non so se abbia o meno provato.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.5k visite dal 03/10/2021.
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