Somatizzazione/pensieri strani ricorrenti/difficoltà relazionali: come uscirne?
Da 16 mesi vivo forme di malessere psicofisico mai avute: battiti mancati/aggiunti, oppressione al petto, sogni, pensieri strani, dispnea.
Prima stavo relativamente bene, facevo sport, avevo pensieri normali.
Tuttavia nella mia discreta vita sociale mancava in toto l'aspetto sentimentale/sessuale.
All'epoca non ci pensavo, contando che le cose si sarebbero sistemate.
Oggi però la mancanza di esperienza si fa sentire, e diventa sempre più complicato affrontare la questione con amici e conoscenti.
Spesso rifletto sul come la mia mancanza di partner possa influire sull'idea che gli altri hanno di me.
In tal senso la narrativa che stanno facendo i media relativamente ai vergini etichettati in blocco come complottisti e misogini non mi aiuta: non ho mai odiato nessuno se non me stesso.
La pandemia è forse il primo momento in cui inconsciamente ho fatto un bilancio con me stesso e il conto mi si è presentato come una batosta.
Soprattutto nei primi mesi, mi veniva di colpo il pensiero di una morte imminente, a causa dei suddetti sintomi (Da controlli non è emerso nulla).
Col tempo sono diminuiti.
Ancora oggi però, a letto mi capita di immaginarmi inspiegabilmente da morto e di pensare al mondo che continuerebbe lo stesso, senza che io vi abbia lasciato un contributo o un ricordo.
Se prima vedevo l'idea di morire come fuga dalle frustrazioni varie, oggi la vedo come un motivo irrimediabile di rammarico e penso alle occasioni perse, a quello che non ho fatto per crescere come persona, a quello che non ho dato e quello di cui potevo gioire.
A quest'età non dovrei pensare a questo, ma a volte, dopo un sogni strani (uno dei quali conclusosi con un forte abbaglio), ho elaborato una serie di pensieri finendo per dubitare dell'esistenza mia e del circostante (che sia una metafora dell'inutilità?) prima di ricadere nel sonno.
Ho la sensazione che i malesseri fisici stiano pian piano lasciando spazio a quelli psichici.
In tal senso non ho nemmeno l'alibi di alcool/droghe.
(Bevo di rado se in compagnia/ mai toccato uno spinello).
Un po' me ne pento dato che qualche momento di goliardia e spensieratezza mi avrebbe aiutato a mettere a tacere quella parte scrupolosa di me che rimugina troppo.
Il fatto che non ci siano cause esogene a tali pensieri e che me li sia autoprodotti mi fa preoccupare.
In tal senso proprio ora che sento il bisogno di una compagna che mi sia vicina, mi sento impossibilitato a trovarne una per mancanza di esperienza.
E ho paura di chiedere aiuto agli amici più esperti di me senza rischiare di essere etichettato.
Ho l'impressione di non poter uscire dalla mia condizione e che il destino sia segnato.
Spero di essere stato chiaro abbastanza.
Mi scuso in anticipo se ho posto la domanda nella sezione errata.
Prima stavo relativamente bene, facevo sport, avevo pensieri normali.
Tuttavia nella mia discreta vita sociale mancava in toto l'aspetto sentimentale/sessuale.
All'epoca non ci pensavo, contando che le cose si sarebbero sistemate.
Oggi però la mancanza di esperienza si fa sentire, e diventa sempre più complicato affrontare la questione con amici e conoscenti.
Spesso rifletto sul come la mia mancanza di partner possa influire sull'idea che gli altri hanno di me.
In tal senso la narrativa che stanno facendo i media relativamente ai vergini etichettati in blocco come complottisti e misogini non mi aiuta: non ho mai odiato nessuno se non me stesso.
La pandemia è forse il primo momento in cui inconsciamente ho fatto un bilancio con me stesso e il conto mi si è presentato come una batosta.
Soprattutto nei primi mesi, mi veniva di colpo il pensiero di una morte imminente, a causa dei suddetti sintomi (Da controlli non è emerso nulla).
Col tempo sono diminuiti.
Ancora oggi però, a letto mi capita di immaginarmi inspiegabilmente da morto e di pensare al mondo che continuerebbe lo stesso, senza che io vi abbia lasciato un contributo o un ricordo.
Se prima vedevo l'idea di morire come fuga dalle frustrazioni varie, oggi la vedo come un motivo irrimediabile di rammarico e penso alle occasioni perse, a quello che non ho fatto per crescere come persona, a quello che non ho dato e quello di cui potevo gioire.
A quest'età non dovrei pensare a questo, ma a volte, dopo un sogni strani (uno dei quali conclusosi con un forte abbaglio), ho elaborato una serie di pensieri finendo per dubitare dell'esistenza mia e del circostante (che sia una metafora dell'inutilità?) prima di ricadere nel sonno.
Ho la sensazione che i malesseri fisici stiano pian piano lasciando spazio a quelli psichici.
In tal senso non ho nemmeno l'alibi di alcool/droghe.
(Bevo di rado se in compagnia/ mai toccato uno spinello).
Un po' me ne pento dato che qualche momento di goliardia e spensieratezza mi avrebbe aiutato a mettere a tacere quella parte scrupolosa di me che rimugina troppo.
Il fatto che non ci siano cause esogene a tali pensieri e che me li sia autoprodotti mi fa preoccupare.
In tal senso proprio ora che sento il bisogno di una compagna che mi sia vicina, mi sento impossibilitato a trovarne una per mancanza di esperienza.
E ho paura di chiedere aiuto agli amici più esperti di me senza rischiare di essere etichettato.
Ho l'impressione di non poter uscire dalla mia condizione e che il destino sia segnato.
Spero di essere stato chiaro abbastanza.
Mi scuso in anticipo se ho posto la domanda nella sezione errata.
[#1]
I malesseri psicofisici possono essere curati dopo una valutazione specialistica che possa inquadrare la questione e prendere le decisioni del caso.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Buongiorno,in questo caso cosa sarebbe più congeniale alla situazione? Uno psichiatra,uno psicoterapeuta,uno psicologo?
Che differenze ci sono e come si traducono nell'eventuale valutazione e trattamento?
Sono ancora in tempo per non arrivare al punto di non ritorno dei farmaci?
Scusi l'ignoranza e buona giornata.
Che differenze ci sono e come si traducono nell'eventuale valutazione e trattamento?
Sono ancora in tempo per non arrivare al punto di non ritorno dei farmaci?
Scusi l'ignoranza e buona giornata.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.1k visite dal 30/09/2021.
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