Pensieri ossessivi
Gentili Dottori,
Vi scrivo in quanto, da almeno quattro anni ormai, soffro di piccoli periodi circoscritti nel tempo caratterizzati da incessanti pensieri ossessivi.
Solitamente durano per un'intensa settimana, arrivo a pensare e rimuginare così tanto fino a farmi venire fortissimi mal di testa e smettere di mangiare, finché non riesco a razionalizzare tutto e tornare alla normalità.
Penso che tale meccanismo si sia instaurato quando mio nonno si è ammalato di cancro: sono stata colpita da un'ansia e ipocondria ingestibile, arrivando a somatizzare questo malessere psicologico in ogni organo del corpo, tachicardia, problemi intestinali, mal di schiena, formicolii, orticaria, dolori diffusi, parestesie notturne continue.
Passato quel periodo di stress tremendo risoltosi con la guarigione di mio nonno (avevo solo 20 anni, ora ne ho 23), ho ricominciato a vivere, sentendomi comunque un po' cambiata.
Sento come se il mio cervello si fosse resettato e abbia dimenticato come affrontare in modo sano e costruttivo lo stress.
Tant'è che adesso, quando si presentano periodi in cui la mia scarsa autostima ha la meglio, o periodi di semplice stress, mi capita di fissarmi letteralmente su cose che mi spaventano o che ripudio, proiettando me stessa su di esse e di conseguenza non sento più di meritare tutte le cose belle del mondo.
(Es, E se fossi capace di fare queste cose?
Se fossi una cattiva persona?
Se quella cosa incosciente che ho fatto in passato non fosse così innocua come sembra?)
Col tempo ho imparato da sola a riconoscere il vortice di pensieri in cui non poco spesso mi tuffo, e forse il fatto di essere stata sempre molto introspettiva nella vita mi ha permesso di impedire a questi momenti di diventare la mia quotidianità.
Però quando si presentano, vivo malissimo.
Infatti al momento sono al quinto giorno di rimuginio e per fortuna mi sto sentendo meglio, vedo la superficie grazie anche a un piccolo confronto col mio ragazzo su quel che mi sta attanagliando.
Non mi dilungherò sull'argomento per non alimentare ulteriormente certe ansie.
Continuo a ripetermi e a desiderare di intraprendere un percorso per curare questa sintomatologia da -praticamente certo- disturbo d'ansia, ma non l'ho ancora fatto per la situazione economica un po' difficile in cui io e la mia famiglia ci troviamo.
Esiste un modo per bloccare sul nascere questi pensieri?
Un percorso di psicoterapia mi aiuterebbe a guarire da questi sintomi?
Esistono delle tecniche per dominare queste ossessioni temporanee?
Potrebbe essere DOC?
E' guaribile?
Vi ringrazio per l'attenzione
Vi scrivo in quanto, da almeno quattro anni ormai, soffro di piccoli periodi circoscritti nel tempo caratterizzati da incessanti pensieri ossessivi.
Solitamente durano per un'intensa settimana, arrivo a pensare e rimuginare così tanto fino a farmi venire fortissimi mal di testa e smettere di mangiare, finché non riesco a razionalizzare tutto e tornare alla normalità.
Penso che tale meccanismo si sia instaurato quando mio nonno si è ammalato di cancro: sono stata colpita da un'ansia e ipocondria ingestibile, arrivando a somatizzare questo malessere psicologico in ogni organo del corpo, tachicardia, problemi intestinali, mal di schiena, formicolii, orticaria, dolori diffusi, parestesie notturne continue.
Passato quel periodo di stress tremendo risoltosi con la guarigione di mio nonno (avevo solo 20 anni, ora ne ho 23), ho ricominciato a vivere, sentendomi comunque un po' cambiata.
Sento come se il mio cervello si fosse resettato e abbia dimenticato come affrontare in modo sano e costruttivo lo stress.
Tant'è che adesso, quando si presentano periodi in cui la mia scarsa autostima ha la meglio, o periodi di semplice stress, mi capita di fissarmi letteralmente su cose che mi spaventano o che ripudio, proiettando me stessa su di esse e di conseguenza non sento più di meritare tutte le cose belle del mondo.
(Es, E se fossi capace di fare queste cose?
Se fossi una cattiva persona?
Se quella cosa incosciente che ho fatto in passato non fosse così innocua come sembra?)
Col tempo ho imparato da sola a riconoscere il vortice di pensieri in cui non poco spesso mi tuffo, e forse il fatto di essere stata sempre molto introspettiva nella vita mi ha permesso di impedire a questi momenti di diventare la mia quotidianità.
Però quando si presentano, vivo malissimo.
Infatti al momento sono al quinto giorno di rimuginio e per fortuna mi sto sentendo meglio, vedo la superficie grazie anche a un piccolo confronto col mio ragazzo su quel che mi sta attanagliando.
Non mi dilungherò sull'argomento per non alimentare ulteriormente certe ansie.
Continuo a ripetermi e a desiderare di intraprendere un percorso per curare questa sintomatologia da -praticamente certo- disturbo d'ansia, ma non l'ho ancora fatto per la situazione economica un po' difficile in cui io e la mia famiglia ci troviamo.
Esiste un modo per bloccare sul nascere questi pensieri?
Un percorso di psicoterapia mi aiuterebbe a guarire da questi sintomi?
Esistono delle tecniche per dominare queste ossessioni temporanee?
Potrebbe essere DOC?
E' guaribile?
Vi ringrazio per l'attenzione
[#1]
Buongiorno
provo a fare un ragionamento con le informazioni e le suggestioni che ci ha fornito.
Certe situazioni traumatiche o stressanti creano delle crepe nelle corazze caratteriali di ognuno di noi e ci rendono più esposti e sensibili, facendoci entrare in contatto con la "fragilità", dimensione esistenziale che bene o male ci contraddistingue tutti (anche se qualcuno non vuole ammetterlo). Questa esperienza si fissa nella mente e non può essere cancellata. Per difenderci dallo stress e dall'angoscia inconsciamente ricorriamo a meccanismi di difesa psichici che, però, se attivati in eccedenza o troppo frequentemente, come nel caso di una esposizione a stress emotivi intensi, possono essi stessi divenire (sembra paradossale) fonte di disagio e anche di malattia.
Non è difficile poter immaginare che lei abbia vissuto qualcosa di simile avendo già di suo una predisposizione caratteriale al ricorso a certi set di difese, in particolare alla ruminazione ossessiva, il pensiero che rincorre il pensiero. Non so se lei ha il DOC o un disturbo d'ansia, ma credo che le possa essere molto utile chiedere aiuto intanto ad uno psicologo/psicoterapeuta per valutare meglio la natura di tali manifestazioni e assieme capire come poter intervenire.
Se la sintomatologia dovesse divenire così intensa da renderle difficile la vita di tutti i giorni o anche renderle impraticabile la psicoterapia, allora diverrebbe opportuna una consulenza psichiatrica per valutare un aiuto farmacologico per attenuare i sintomi ossessivi.
Se vorrà potrà imparare tante cose su di sé da un'esperienza di cura anche come "guarire".
Cordiali saluti
Federico Baranzini
provo a fare un ragionamento con le informazioni e le suggestioni che ci ha fornito.
Certe situazioni traumatiche o stressanti creano delle crepe nelle corazze caratteriali di ognuno di noi e ci rendono più esposti e sensibili, facendoci entrare in contatto con la "fragilità", dimensione esistenziale che bene o male ci contraddistingue tutti (anche se qualcuno non vuole ammetterlo). Questa esperienza si fissa nella mente e non può essere cancellata. Per difenderci dallo stress e dall'angoscia inconsciamente ricorriamo a meccanismi di difesa psichici che, però, se attivati in eccedenza o troppo frequentemente, come nel caso di una esposizione a stress emotivi intensi, possono essi stessi divenire (sembra paradossale) fonte di disagio e anche di malattia.
Non è difficile poter immaginare che lei abbia vissuto qualcosa di simile avendo già di suo una predisposizione caratteriale al ricorso a certi set di difese, in particolare alla ruminazione ossessiva, il pensiero che rincorre il pensiero. Non so se lei ha il DOC o un disturbo d'ansia, ma credo che le possa essere molto utile chiedere aiuto intanto ad uno psicologo/psicoterapeuta per valutare meglio la natura di tali manifestazioni e assieme capire come poter intervenire.
Se la sintomatologia dovesse divenire così intensa da renderle difficile la vita di tutti i giorni o anche renderle impraticabile la psicoterapia, allora diverrebbe opportuna una consulenza psichiatrica per valutare un aiuto farmacologico per attenuare i sintomi ossessivi.
Se vorrà potrà imparare tante cose su di sé da un'esperienza di cura anche come "guarire".
Cordiali saluti
Federico Baranzini
Federico Baranzini - Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano
Dottore in Psicofarmacologia Clinica
Consulti ONLINE WhatsApp
www.psichiatra-a-milano.it
[#2]
Utente
La ringrazio per la tempestiva risposta.
Sono d'accordo con Lei, dovrei chiedere aiuto ad uno psicologo e valutare la mia situazione.
Cosa intende però per predisposizione caratteriale alla ruminazione? Prima di quell'evento legato al cancro di mio nonno non mi era mai capitato di ricadere in pensieri ossessivi/intrusivi.
E' vero però che sono sempre stata una ragazza e bambina introversa, nostalgica fin dalla tenera età e durante l'adolescenza ho vissuto un breve periodo d'ansia con attacco di panico.
Ora che mi ci fa pensare probabilmente ha ragione. Ricordo un probabile segnale di predisposizione a questo tipo di pensieri che risale a quando avevo 6-7 anni d'età.
In particolare, divenni ossessionata dallo scioglimento dei ghiacci e dall'esaurimento del petrolio in un futuro prossimo. Piangevo segretamente e questa paura si manifestava sotto forma di pensieri intrusivi e catastrofici ad esempio mentre ero a scuola. Ed io provavo in qualche modo a scacciarli. Non durò pochi giorni questa fissazione, forse 1 o 2 mesi.
Non so tuttavia se questo si possa considerare un segnale, forse sto divagando.
Cordiali Saluti
Sono d'accordo con Lei, dovrei chiedere aiuto ad uno psicologo e valutare la mia situazione.
Cosa intende però per predisposizione caratteriale alla ruminazione? Prima di quell'evento legato al cancro di mio nonno non mi era mai capitato di ricadere in pensieri ossessivi/intrusivi.
E' vero però che sono sempre stata una ragazza e bambina introversa, nostalgica fin dalla tenera età e durante l'adolescenza ho vissuto un breve periodo d'ansia con attacco di panico.
Ora che mi ci fa pensare probabilmente ha ragione. Ricordo un probabile segnale di predisposizione a questo tipo di pensieri che risale a quando avevo 6-7 anni d'età.
In particolare, divenni ossessionata dallo scioglimento dei ghiacci e dall'esaurimento del petrolio in un futuro prossimo. Piangevo segretamente e questa paura si manifestava sotto forma di pensieri intrusivi e catastrofici ad esempio mentre ero a scuola. Ed io provavo in qualche modo a scacciarli. Non durò pochi giorni questa fissazione, forse 1 o 2 mesi.
Non so tuttavia se questo si possa considerare un segnale, forse sto divagando.
Cordiali Saluti
[#3]
Primariamente la condizione va valutata da uno specialista in psichiatria che la inquadri e stabilisca il percorso adatto alla sua situazione , inclusa in primis una terapia farmacologica appropriata.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.8k visite dal 23/09/2021.
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