Si può assumere paroxetina ad vitam?
Illustri professionisti,
sono un medico di 30 anni.
In estrema sintesi, soffro di un disturbo dello spettro ossessivo-compulsivo diagnosticatomi in età infantile (9-10 anni), sviluppatosi molto verosimilmente a seguito di un lutto familiare.
Ho fatto diversi anni di terapia presso una neuropsichiatra infantile (più o meno fino ai 17 anni), poi sono passato ad uno psichiatra, che mi ha prescritto paroxetina ad un dosaggio gradualmente crescente, fino a 40 mg/die, a scopo antiossessivo (che assumo quindi da circa 12 anni).
Il farmaco si è da subito dimostrato straordinariamente efficace, riducendo di un buon 80-90% i pensieri ossessivi.
Ho proseguito con le sedute psichiatriche per 2 anni, per poi fare altri 2 anni di terapia cognitivo-comportamentale presso una psicologa.
Poi ho cessato qualsiasi tipo di seduta, pur continuando ad assumere il farmaco, che assumo tutt'oggi.
Capirete bene che mi trovo in una situazione delicata, nel senso che il farmaco mi dà un beneficio immenso, consentendomi di svolgere serenamente la mia attività di medico (non preciso la specializzazione, ma si tratta di un ambito particolarmente delicato), ma dall'altro lato so bene gli SSRI non sono farmaci che si possono assumere a vita.
Stando a quanto da me evinto dalla disamina della documentazione scientifica, non esistono studi in grado di delineare un quadro sufficientemente solido in merito agli effetti di un trattamento pluridecennale con paroxetina.
Sarei semplicemente curioso di sapere, secondo la Vostra esperienza professionale, qual è la Vostra posizione in ordine ad una eventuale assunzione "a vita" di questo farmaco.
Si tratta di un'eventualità da escludere in maniera categorica oppure, in specifici casi (particolarmente severi, come credo sia il mio), che può essere considerata?
Grazie
sono un medico di 30 anni.
In estrema sintesi, soffro di un disturbo dello spettro ossessivo-compulsivo diagnosticatomi in età infantile (9-10 anni), sviluppatosi molto verosimilmente a seguito di un lutto familiare.
Ho fatto diversi anni di terapia presso una neuropsichiatra infantile (più o meno fino ai 17 anni), poi sono passato ad uno psichiatra, che mi ha prescritto paroxetina ad un dosaggio gradualmente crescente, fino a 40 mg/die, a scopo antiossessivo (che assumo quindi da circa 12 anni).
Il farmaco si è da subito dimostrato straordinariamente efficace, riducendo di un buon 80-90% i pensieri ossessivi.
Ho proseguito con le sedute psichiatriche per 2 anni, per poi fare altri 2 anni di terapia cognitivo-comportamentale presso una psicologa.
Poi ho cessato qualsiasi tipo di seduta, pur continuando ad assumere il farmaco, che assumo tutt'oggi.
Capirete bene che mi trovo in una situazione delicata, nel senso che il farmaco mi dà un beneficio immenso, consentendomi di svolgere serenamente la mia attività di medico (non preciso la specializzazione, ma si tratta di un ambito particolarmente delicato), ma dall'altro lato so bene gli SSRI non sono farmaci che si possono assumere a vita.
Stando a quanto da me evinto dalla disamina della documentazione scientifica, non esistono studi in grado di delineare un quadro sufficientemente solido in merito agli effetti di un trattamento pluridecennale con paroxetina.
Sarei semplicemente curioso di sapere, secondo la Vostra esperienza professionale, qual è la Vostra posizione in ordine ad una eventuale assunzione "a vita" di questo farmaco.
Si tratta di un'eventualità da escludere in maniera categorica oppure, in specifici casi (particolarmente severi, come credo sia il mio), che può essere considerata?
Grazie
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"so bene gli SSRI non sono farmaci che si possono assumere a vita."
ha informazioni che a noi vengono tenute nascoste ? Scherzi a parte, non ci sono studi perché al massimo potrebbero essere di 28 anni, e dovrebbero essere di persone che hanno initerrottamente assunto paroxetina, mentre spesso ci sono periodi di sospensione, quindi difficile avere campioni proprio "a vita". A lungo termine ci si basa sostanzialmente sulle segnalazioni post-marketing per la tossicità, e per l'efficacia in effetti pochi indagano se dopo 10 anni avvengano cose che non avvengono dopo 1. Comunque, a livello neurobiologico, l'effetto trofico è dimostrato, in chi soffre di depresisone, come l'effetto di riduzione di dimensioni dei nuclei iper-funzionanti, che avviene però appunto nell'arco dei mesi /primi 2 anni.
ha informazioni che a noi vengono tenute nascoste ? Scherzi a parte, non ci sono studi perché al massimo potrebbero essere di 28 anni, e dovrebbero essere di persone che hanno initerrottamente assunto paroxetina, mentre spesso ci sono periodi di sospensione, quindi difficile avere campioni proprio "a vita". A lungo termine ci si basa sostanzialmente sulle segnalazioni post-marketing per la tossicità, e per l'efficacia in effetti pochi indagano se dopo 10 anni avvengano cose che non avvengono dopo 1. Comunque, a livello neurobiologico, l'effetto trofico è dimostrato, in chi soffre di depresisone, come l'effetto di riduzione di dimensioni dei nuclei iper-funzionanti, che avviene però appunto nell'arco dei mesi /primi 2 anni.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 14.7k visite dal 22/09/2021.
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