Fine trattamento con paroxetina. ritorno dei sintomi.
Buongiogno. Innanzitutto un grazie a tutti gli specialisti che forniscono questo servizio.
La mia domanda riguarda lo stato di salute "mentale" in cui mi trovo in questo momento. Esattamente un anno fa iniziai una cura con Paroxetina per ansia e attacchi di panico che mi creavano un senso di depersonalizzazione costante per tutto l'arco della giornata con conseguente angoscia continua. Mi sembrava di essere dentro un videogioco quindi il classico osservatore esterno di se stesso. Dopo qualche mese inizia a stare bene con la Paroxetina (dose minima terapeutica 20 mg x die). Molto bene. In accordo con il mio medico abbiamo deciso di sospenderla dopo un anno. Nel frattempo ho fatto e sto facendo anche psicoterapia che mi ha aiutato a capire tante cose. Il fatto è che da quando ho iniziato a scalarla e sono arrivato a 10 mg ho avvertito i sintomi classici da sospensione (svarioni ecc ecc) che sono passati in pochi giorni. Il probelma è che sono tornato a stare come prima!! Mi è tornata l'angoscia. Adesso sono a zero paroxetina da qualche giorno ma questo stato mi angoscia e sto tamponando con xanax (dosi troppo basse 0,25 per die per lo stato in cui mi trovo). E se non fosse stato il momento giusto per smettere? E' plausibile un ritorno dei sintomi alla fine di una cura del genere oppure qualcosa "non è andato" ? Grazie dell'attenzione
La mia domanda riguarda lo stato di salute "mentale" in cui mi trovo in questo momento. Esattamente un anno fa iniziai una cura con Paroxetina per ansia e attacchi di panico che mi creavano un senso di depersonalizzazione costante per tutto l'arco della giornata con conseguente angoscia continua. Mi sembrava di essere dentro un videogioco quindi il classico osservatore esterno di se stesso. Dopo qualche mese inizia a stare bene con la Paroxetina (dose minima terapeutica 20 mg x die). Molto bene. In accordo con il mio medico abbiamo deciso di sospenderla dopo un anno. Nel frattempo ho fatto e sto facendo anche psicoterapia che mi ha aiutato a capire tante cose. Il fatto è che da quando ho iniziato a scalarla e sono arrivato a 10 mg ho avvertito i sintomi classici da sospensione (svarioni ecc ecc) che sono passati in pochi giorni. Il probelma è che sono tornato a stare come prima!! Mi è tornata l'angoscia. Adesso sono a zero paroxetina da qualche giorno ma questo stato mi angoscia e sto tamponando con xanax (dosi troppo basse 0,25 per die per lo stato in cui mi trovo). E se non fosse stato il momento giusto per smettere? E' plausibile un ritorno dei sintomi alla fine di una cura del genere oppure qualcosa "non è andato" ? Grazie dell'attenzione
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gentile utente
la durata di un trattamento deve essere di almeno due anni.
la durata di un trattamento deve essere di almeno due anni.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
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Ex utente
Grazie al Dottor Ruggiero e al Dottor Nicolazzo per la tempestiva risposta.
Ho parlato con il mio medico. Mi ha detto di aspettare e vedere se fra qualche giorno il livello di ansia diminuisce per vedere se questo ritorno dei sintomi possa essere associato al fatto che ho sospeso il farmaco e magari inconsciamente lo avverto come un pericolo. Nel caso contrario posso iniziare a riassumere la paroxetina nello stesso modo in cui ho iniziato ad assumerla un anno fa cioè scalando di 5 Mg a settimana. Pensavo di trattenermi sui 10 Mg per più tempo e vedere se ne traggo beneficio, altrimenti salgo a 20.
Una cosa ho scordato di chiedergli e quindi mi permetto di chiederla anche a voi. Secondo la vostra esperienza, essendo che la paroxetina per farmi effetto positivo (su di me) ci ha messo mesi a farmi stare veramente bene... non è che adesso se rinizio ci vorranno altrettanti mesi? Oppure essendo che già la assumevo il suo effetto può farsi sentire con minor tempo? Grazie infinite.
Ho parlato con il mio medico. Mi ha detto di aspettare e vedere se fra qualche giorno il livello di ansia diminuisce per vedere se questo ritorno dei sintomi possa essere associato al fatto che ho sospeso il farmaco e magari inconsciamente lo avverto come un pericolo. Nel caso contrario posso iniziare a riassumere la paroxetina nello stesso modo in cui ho iniziato ad assumerla un anno fa cioè scalando di 5 Mg a settimana. Pensavo di trattenermi sui 10 Mg per più tempo e vedere se ne traggo beneficio, altrimenti salgo a 20.
Una cosa ho scordato di chiedergli e quindi mi permetto di chiederla anche a voi. Secondo la vostra esperienza, essendo che la paroxetina per farmi effetto positivo (su di me) ci ha messo mesi a farmi stare veramente bene... non è che adesso se rinizio ci vorranno altrettanti mesi? Oppure essendo che già la assumevo il suo effetto può farsi sentire con minor tempo? Grazie infinite.
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Gentile utente,
A parte il fatto che cosa fare lo decide il medico, mi permetto di osservare quanto segue:
- attendere per vedere cosa succede può essere sensato se i sintomi sono sintomi da sospensione. Se è una recidiva del disturbo originario l'attesa è meno sensata.
- le dosi con cui trattare il panico sono standard, non vedo perché pensare di prendere stavolta una dose inefficace, che potrebbe funzionare ma certamente con probabilità minori di una dose efficace.
Mi sembra che la fretta di non prendere più niente sia anche un modo sbagliato di vedere e di gestire questo disturbo. I trattamenti meglio riusciti sono quelli protratti senza puntare alla sospensione e a tenere basse le dosi.
A parte il fatto che cosa fare lo decide il medico, mi permetto di osservare quanto segue:
- attendere per vedere cosa succede può essere sensato se i sintomi sono sintomi da sospensione. Se è una recidiva del disturbo originario l'attesa è meno sensata.
- le dosi con cui trattare il panico sono standard, non vedo perché pensare di prendere stavolta una dose inefficace, che potrebbe funzionare ma certamente con probabilità minori di una dose efficace.
Mi sembra che la fretta di non prendere più niente sia anche un modo sbagliato di vedere e di gestire questo disturbo. I trattamenti meglio riusciti sono quelli protratti senza puntare alla sospensione e a tenere basse le dosi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
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Gentile utente,
A parte il fatto che cosa fare lo decide il medico, mi permetto di osservare quanto segue:
- attendere per vedere cosa succede può essere sensato se i sintomi sono sintomi da sospensione. Se è una recidiva del disturbo originario l'attesa è meno sensata.
- le dosi con cui trattare il panico sono standard, non vedo perché pensare di prendere stavolta una dose inefficace, che potrebbe funzionare ma certamente con probabilità minori di una dose efficace.
Mi sembra che la fretta di non prendere più niente sia anche un modo sbagliato di vedere e di gestire questo disturbo. I trattamenti meglio riusciti sono quelli protratti senza puntare alla sospensione e a tenere basse le dosi.
A parte il fatto che cosa fare lo decide il medico, mi permetto di osservare quanto segue:
- attendere per vedere cosa succede può essere sensato se i sintomi sono sintomi da sospensione. Se è una recidiva del disturbo originario l'attesa è meno sensata.
- le dosi con cui trattare il panico sono standard, non vedo perché pensare di prendere stavolta una dose inefficace, che potrebbe funzionare ma certamente con probabilità minori di una dose efficace.
Mi sembra che la fretta di non prendere più niente sia anche un modo sbagliato di vedere e di gestire questo disturbo. I trattamenti meglio riusciti sono quelli protratti senza puntare alla sospensione e a tenere basse le dosi.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 9.6k visite dal 25/05/2009.
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