è un decorso in linea con quanto detto o è un qualcosa di anomalo?
Salve dottori, mi è stato diagnosticato un disturbo ossessivo-compulsivo dovuto quasi sicuramente ad un'ansia per le malattie fuori controllo.
Sono stato già in terapia perché ero convinto di essere malato e con i giorni contati, poi una volta migliorato ho abbandonato il percorso per via di una situazione bloccata, però con la sensazione di disagio ancora presente di sottofondo.
Dopo un paio di anni mi è ritornato il panico prepotentemente per il fatto che ero convinto di aver contribuito alla morte di una persona, mi bastava una prova per darmi la certezza, prova che non è arrivata.
Il dubbio come nel primo caso della convinzione mi ha fatto sprofondare nel terrore.
Dalla prima volta che ho avvertito il disagio la mia vita è cambiata perché ho fatto tutto in funzione del trauma subito: cercavo di dormire almeno 8 ore, ho eliminato alcuni cibi troppo elaborati, mi sono affacciato alla spiritualità, tentavo di fare attività fisica con costanza, ma sempre animato da quel disagio di sottofondo.
Attualmente sono di nuovo in terapia e sto per fare un consulto psichiatrico.
In questi mesi di attesa tra il ritorno prepotente del disagio e il completamento delle visite specialistiche, nella mia mente si è affollato di tutto: paura di avere crisi psicotiche, tanto da controllare con gli altri se anche loro vedono gli stessi oggetti o persone oppure di controllare se parlo senza confusione e sentono le stesse cose che sento io, paura di non distinguere i sogni dalla realtà perché spesso mi sveglio che ho in testa lo stesso pensiero che avevo nello stato di dormiveglia poco prima, paura di non sentire più niente proprio per via della confusione e dello stato di derealizzazione, qualità del sonno degenerata, dormo 2 ore poi mi sveglio e fatico a riprende il sonno che poi ripreso risulta all'incirca di 4, 5 ore sempre con un sottofondo di pensieri poco logici che partono poco prima di addormentarmi e poco prima di svegliarmi, tanto che quando apro gli occhi ho appunto paura di stare ancora nel dormiveglia, paura di aver danneggiato i neuroni permanentemente per via di questo stato.
Tutto questo mi fa risultare difficile credere che sia solo doc e ipocondria dato che quando mi è stato fatto presente i sintomi fisici sono variati, non più concentrati su qualche organo visto come malato ma non ben definiti, me li sento simili solo nel momento di crisi massima.
Ormai passo tutto il giorno in attesa di segnali di condanna o speranza e la cosa che sembra inspiegabile è che ultimamente soprattutto quando dormo 2 ore e mi sveglio sembra che mia sia abituato a questo stato degenerato, non avverto ansia (forse perché è troppo elevata) e non sento la stanchezza e avverto di meno la sensazione di fame.
Possibile che sia veramente la combinazione di quello che ho detto a provocare tutto questo disagio?
Ha senso ciò che ho raccontato oppure sono l'unico al mondo ad essere così devastato dal punto di vista psicologico?
Si può tornare ad una vita serena?
Sono stato già in terapia perché ero convinto di essere malato e con i giorni contati, poi una volta migliorato ho abbandonato il percorso per via di una situazione bloccata, però con la sensazione di disagio ancora presente di sottofondo.
Dopo un paio di anni mi è ritornato il panico prepotentemente per il fatto che ero convinto di aver contribuito alla morte di una persona, mi bastava una prova per darmi la certezza, prova che non è arrivata.
Il dubbio come nel primo caso della convinzione mi ha fatto sprofondare nel terrore.
Dalla prima volta che ho avvertito il disagio la mia vita è cambiata perché ho fatto tutto in funzione del trauma subito: cercavo di dormire almeno 8 ore, ho eliminato alcuni cibi troppo elaborati, mi sono affacciato alla spiritualità, tentavo di fare attività fisica con costanza, ma sempre animato da quel disagio di sottofondo.
Attualmente sono di nuovo in terapia e sto per fare un consulto psichiatrico.
In questi mesi di attesa tra il ritorno prepotente del disagio e il completamento delle visite specialistiche, nella mia mente si è affollato di tutto: paura di avere crisi psicotiche, tanto da controllare con gli altri se anche loro vedono gli stessi oggetti o persone oppure di controllare se parlo senza confusione e sentono le stesse cose che sento io, paura di non distinguere i sogni dalla realtà perché spesso mi sveglio che ho in testa lo stesso pensiero che avevo nello stato di dormiveglia poco prima, paura di non sentire più niente proprio per via della confusione e dello stato di derealizzazione, qualità del sonno degenerata, dormo 2 ore poi mi sveglio e fatico a riprende il sonno che poi ripreso risulta all'incirca di 4, 5 ore sempre con un sottofondo di pensieri poco logici che partono poco prima di addormentarmi e poco prima di svegliarmi, tanto che quando apro gli occhi ho appunto paura di stare ancora nel dormiveglia, paura di aver danneggiato i neuroni permanentemente per via di questo stato.
Tutto questo mi fa risultare difficile credere che sia solo doc e ipocondria dato che quando mi è stato fatto presente i sintomi fisici sono variati, non più concentrati su qualche organo visto come malato ma non ben definiti, me li sento simili solo nel momento di crisi massima.
Ormai passo tutto il giorno in attesa di segnali di condanna o speranza e la cosa che sembra inspiegabile è che ultimamente soprattutto quando dormo 2 ore e mi sveglio sembra che mia sia abituato a questo stato degenerato, non avverto ansia (forse perché è troppo elevata) e non sento la stanchezza e avverto di meno la sensazione di fame.
Possibile che sia veramente la combinazione di quello che ho detto a provocare tutto questo disagio?
Ha senso ciò che ho raccontato oppure sono l'unico al mondo ad essere così devastato dal punto di vista psicologico?
Si può tornare ad una vita serena?
[#1]
"dovuto quasi sicuramente ad un'ansia per le malattie fuori controllo."
Non "dovuto a", ma "consiste in " un'ansia etc etc
"non più concentrati su qualche organo visto come malato ma non ben definiti, me li sento simili solo nel momento di crisi massima"
Appunto, nel momento di crisi massima impenna quale sintomo: il sentirsi i sintomi simili, ovvero la preoccupazione ipocondriaca.
Il fatto di descriverla come una combinazione è un modo per Lei di trovare un compromesso tra il fatto che ne è preoccupata ma il fatto che comunque i sintomi ci sono. I sintomi sono ciò che uno dichiara, quindi non esiste persona preoccupata che dichiari sintomi irrilevanti.
Lei ha una diagnosi di ipocondria, si esprime in forma ipocondriaca e l'indicatore che va di pari passo con l'intensità del malessere è qualcosa che si riferisce ad una "somiglianza" (cioè ad un pensiero focalizzato su un oggetto temuto che gli rapporta determinate sensazioni o anche il nulla, un rischio latente).
Si faccia curare per la diagnosi che ha ricevuto.
Non "dovuto a", ma "consiste in " un'ansia etc etc
"non più concentrati su qualche organo visto come malato ma non ben definiti, me li sento simili solo nel momento di crisi massima"
Appunto, nel momento di crisi massima impenna quale sintomo: il sentirsi i sintomi simili, ovvero la preoccupazione ipocondriaca.
Il fatto di descriverla come una combinazione è un modo per Lei di trovare un compromesso tra il fatto che ne è preoccupata ma il fatto che comunque i sintomi ci sono. I sintomi sono ciò che uno dichiara, quindi non esiste persona preoccupata che dichiari sintomi irrilevanti.
Lei ha una diagnosi di ipocondria, si esprime in forma ipocondriaca e l'indicatore che va di pari passo con l'intensità del malessere è qualcosa che si riferisce ad una "somiglianza" (cioè ad un pensiero focalizzato su un oggetto temuto che gli rapporta determinate sensazioni o anche il nulla, un rischio latente).
Si faccia curare per la diagnosi che ha ricevuto.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Grazie per la risposta tempestiva. So che nel mio caso le rassicurazioni non sono per nulla terapeutiche, tuttavia volevo condividere un meccanismo di pensiero che ultimamente mi sono accorto di mettere in pratica. Quando sono preoccupato tendo a cercare il più possibile l'oggetto della preoccupazione in modo da avere un gran numero di informazioni, mi idealizzo l'idea che mi sono fatto e in modo consapevole o no ne vengo assorbito perché ci rimugino sopra. Per esempio so che le ossessioni hanno la caratteristica di essere sempre false però a volte per averne la certezza ci vuole del tempo oppure la certezza non la si può avere, quindi io rimugino e magari arrivo a prendere in considerazione i deliri, le paranoie e poi si passa a qualche altro disagio o malattia, in un continuo confronto tra le cose, col risultato che viva più nella mia mente che nella vita reale, tant'è che a volte i segnali che mi arrivano dai 5 sensi li considero inferiori a quelli che immagino nella mente, o meglio non posso ignorare ciò che la mente mi dice anche se i sensi dicono il contrario.
Buona giornata
Buona giornata
[#4]
Utente
La ringrazio infinitamente per le risposte celeri e per il tempo che mi dedica. Volevo concludere dicendo che ora che lei mi ha detto di essere in grado di descrivere il mio problema, i miei pensieri irrompono dicendo che sono in grado di capire cosa mi sta succedendo non perché io lo senta realmente ma perché in realtà ho accumulato tante di quelle informazioni da riuscire a simulare al meglio ciò che mi sta accadendo. C'è sempre questo scontro tra i pensieri questa ricerca del dubbio infinita e a questo punto sorge la classica domanda: fa ancora tutto parte di ciò che mi è stato diagnosticato? Perché se così non fosse ripartirebbe la giostra nel considerare altri disturbi e patologie.
Un caro saluto
Un caro saluto
[#6]
Utente
Salve le scrivo nuovamente perché ora riesco a dormire un po' meglio e riesco a distrarmi più facilmente, tuttavia sto ancora aspettando il consulto psichiatrico per iniziare la vera e propria terapia. Anche se mi sento leggermente più lontano dal pensiero alienante di non vivere nella realtà e quindi paura di psicosi e paura di non sentire più niente vivendo maggiormente nella mente che nella realtà, mi resta sempre un sottofondo di insicurezza tant'è vero che ne parlo qui come sintomo. Le volevo chiedere: perché ho bisogno di sapere tutto su questi disturbi? Perché ho bisogno di ricercare un evento ansiogeno? Perché si attiva questa modalità dove si aspetta in eterno invece di vivere? Perché arrivo a non fidarmi dei miei stessi pensieri e percezioni, facendo una battaglia interna tra i pensieri per vedere chi all'occorrenza è più credibile? Ho paura che la discesa verso il declino mentale sia inevitabile anche se so che questa ultima affermazione è un pensiero catastrofico.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.7k visite dal 05/08/2021.
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