Terapia emetofobia
Buongiorno dottori, sono un ragazzo di 29 anni, a seguito di una visita psichiatrica mi è stata data una terapia per la mia emetofobia che consiste in sereupin e olanzapina.
La cosa che mi preoccupa è che l'olanzapina al momento della sospensione provoca nausea e vomito e anche il sereupin può dare simili effetti alla sospensione, anche se queste cose lo psichiatra non me le ha dette, anzi mi disse di non leggere niente.
Io vorrei sapere come funziona questa terapia, cioè, la speranza è che dopo magari anni di questa terapia io superi la paura di vomitare e quando ci sarà da interromperla sarò pronto a vomitare?
perché ho letto che molti vomitano dopo la sospensione di questa terapia.
E se la terapia non funzionasse io mi ritroverei con l'emetofobia e il dover vomitare quasi certamente, questo non può peggiorare la situazione sviluppando attacchi di panico al momento dell'interruzione, che comunque già ho?
Come posso seguire con leggerezza e quindi sperare di guarire con una terapia che al capolinea ha proprio il vomito come "premio finale"?
A me sembra un controsenso.
Io capisco pure che prima o poi dovrò vomitare per superare questa paura ma così non rischio di seguire una terapia con l'angoscia?
E seguire una terapia con la paura non può vanificare gli effetti benefici della terapia stessa?
La mia paura è che magari durante la terapia io possa anche sentirmi meglio ma quando arriverà il momento di interromperla ritorni l'emetofobia più forte di prima, dato che mi troverò davanti a quasi la certezza di dover vomitare.
Cosa ne pensate?
Grazie in anticipo per le risposte
La cosa che mi preoccupa è che l'olanzapina al momento della sospensione provoca nausea e vomito e anche il sereupin può dare simili effetti alla sospensione, anche se queste cose lo psichiatra non me le ha dette, anzi mi disse di non leggere niente.
Io vorrei sapere come funziona questa terapia, cioè, la speranza è che dopo magari anni di questa terapia io superi la paura di vomitare e quando ci sarà da interromperla sarò pronto a vomitare?
perché ho letto che molti vomitano dopo la sospensione di questa terapia.
E se la terapia non funzionasse io mi ritroverei con l'emetofobia e il dover vomitare quasi certamente, questo non può peggiorare la situazione sviluppando attacchi di panico al momento dell'interruzione, che comunque già ho?
Come posso seguire con leggerezza e quindi sperare di guarire con una terapia che al capolinea ha proprio il vomito come "premio finale"?
A me sembra un controsenso.
Io capisco pure che prima o poi dovrò vomitare per superare questa paura ma così non rischio di seguire una terapia con l'angoscia?
E seguire una terapia con la paura non può vanificare gli effetti benefici della terapia stessa?
La mia paura è che magari durante la terapia io possa anche sentirmi meglio ma quando arriverà il momento di interromperla ritorni l'emetofobia più forte di prima, dato che mi troverò davanti a quasi la certezza di dover vomitare.
Cosa ne pensate?
Grazie in anticipo per le risposte
[#1]
Non le attualmente passata l'emetofobia, sta ragionando di vomito, e presumo che abbia già scritto in passato a proposito di questo falso problema della sospensione dell'olanzapina.
Al momento per Lei il vomito è un problema intorno a cui ragiona, programma, fa ipotesi, il tutto sempre in chiave negativa e catastrofica.
Pertanto, va curata meglio.
Al momento per Lei il vomito è un problema intorno a cui ragiona, programma, fa ipotesi, il tutto sempre in chiave negativa e catastrofica.
Pertanto, va curata meglio.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
Grazie per la risposta. No io la terapia non l'ho ancora cominciata, e sì, ragiono di vomito perché ne ho paura, ne sono consapevole. Non ho scritto nulla sul problema dell'olanzapina, però ho letto storie, anche qui su medicitalia. Volevo sapere se il meccanismo di funzionamento di questa terapia è la speranza di risolvere questa paura e poi essere pronto agli effetti collaterali della sospensione. Perché anche la paroxetima non è così facile da sospendere, da quello che ho letto anche in consulti qui sopra.
[#3]
Come dice il collega, è bloccato sul problema del vomito e non sta iniziando una terapia che potrebbe essere efficace per farla stare meglio (potrebbe, in medicina niente è sicuro al cento per cento) e che in ogni caso dovrebbe continuare per almeno un anno, come minimo. Pensa già a improbabili effetti da sospensione (che quando è graduale non si verificano) e intanto non si cura.
Franca Scapellato
[#4]
Ex utente
Gentile Dr.ssa Scapellato, sì, per il blocco sul problema del vomito mi faccio già problemi per quanto riguarda la sospensione perché se la terapia non funzionasse mi ritroverei in una brutta situazione, da quello che penso io. E dato che ho paura degli effett affronterei la terapia con la paura, o comunque la paura tornerebbe al momento di smetterla, questa secondo me è una cosa da tenere in conto. Penso che la terapia lavori bene se riesce a togliermi la paura, ma se quando arrivo alla fine la paura torna è tutto inutile. Tenga conto che la mia emetofobia è esplosa a seguito di due brutte serate di nausea passate dopo aver preso per due giorni il sereupin due anni fa e poi interrotto di colpo, non so se già con quei due giorni ho sperimentato dei sintomi da sospensione. Ma la mia paura rispetto a questo farmaco lì si è rafforzata. Secondo voi vale la pena lo stesso provare?
[#5]
E' in questo modo che purtroppo accade spesso. Uno legge la paura di un altro, e così si forma una casistica di paure virtuali.
L'obiettivo della cura è risolvere la paura. Pensare a cose tipo la sospensione è un sintomo della paura (che siano probabili o meno, il punto non è questo).
L'obiettivo della cura è risolvere la paura. Pensare a cose tipo la sospensione è un sintomo della paura (che siano probabili o meno, il punto non è questo).
[#9]
Se non assume la terapia i sintomi di sicuro rimangono, e questa è l'unica garanzia.
Il sintomo che la terrorizza, e intorno al quale ruota tutta la sua vita, non si verifica se la terapia viene iniziata lentamente e se non ci sono interruzioni improvvise.
Il sintomo che la terrorizza, e intorno al quale ruota tutta la sua vita, non si verifica se la terapia viene iniziata lentamente e se non ci sono interruzioni improvvise.
[#10]
" E come si garantisce il fatto che, come ho sviluppato l'emetofobia una volta, non possa farlo di nuovo quando dovrò smettere la cura che avrà funzionato in teoria?"
Non si garantisce, ma neanche nessuno le sta dicendo che è obbligato a smetterla. Sta mettendo avanti dei problemi inesistenti tra sé e la cura.
Non si garantisce, ma neanche nessuno le sta dicendo che è obbligato a smetterla. Sta mettendo avanti dei problemi inesistenti tra sé e la cura.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.5k visite dal 02/08/2021.
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