Diagnosi e cura

Gentile dottore,
ho 34 anni ho iniziato ad avere paura della morte fin da piccola intorno ai 7-8 anni con risvegli notturni e pianti disperati, con manifestazioni molto molto episodiche però, con l'adolescenza il mio umore era spesso triste con ideazioni varie tipo nessuno mi vuole bene o io sono cattiva, e una difficoltà all'accettazione del mio corpo che non vedevo come perfetto, all'età di 19 anni ho iniziato una psicoterapia junghiana che dopo 4 anni è finita, mi ha aiutato molto, sul finire della terapia però i pensieri sulla morte si sono ripresentati veramente molto spesso, all'età di 25 anni ho avuto un tremendo attacco di panico dopo aver assunto hashish che mai prima mi aveva fatto tale effetto, avevo da poco ripreso la terapia per motivi professionali, ed era un periodo di forte strees legato a fatti personali, da lì in poi i sintomi dell'ansia sono aumentati sempre di più, di attacchi veri e propri ne ho avuti solo 3 nella vita ma il tutto ha lasciato il posto a una serie infinita di fobie e di evitamenti che al momento limitano molto la mia vita anche se ho imparato a conviverci, ma che a questo punto hanno messo in serio pericolo la possibilità per me di "crescere", avere relazioni amorose, anche dal punto di vista lavorativo. Sono seguita con psicoterapia bisettimanale dal 2004. Psicologicamente sto molto meglio ma i sintomi proprio non passano, anche perchè la sensazione di non autossufficenza e precarietà è suffragata da situazioni reali (endometriosi) e forti stress (genitori malati) e mancanza di relazioni affettive stabili e anche lavorative (faccio la psicologa).
Mi chiedevo se non fosse arrivato il momento di dare una spinta al tutto con un aiuto farmacologico, e nel caso di che tipo, non ho mai assunto per scelta nessun psicofarmaco, perchè pensavo che ce la potevo fare da sola e perchè ho paura della dipendenza, e poi la paura che le medicine mi facciano del male invece che del bene è una delle mie tante fobie.
Grazie