Zarelis e anafranil, sufficienti?
Salve dottori, è la prima volta che scrivo qui.
Vi spiego subito il perché della domanda (a cui arriverò):
Soffro di depressione con componente ansiosa (ipocondria, pensieri intrusivi, fissazioni etc) e sono in cura da circa due anni, prima con Zarelis 150 mg la mattina e Anafranil 75 mg la sera, e da 5 mesi a questa parte con Zarelis 225 mg la mattina e Anafranil 150 mg la sera.
Xanax 1 mg al bisogno.
Da due anni a questa parte l’unica cosa che ho davvero risolto sono gli attacchi di panico, presenti ad inizio terapia e scomparsi dopo un periodo ed un sollievo discreto per quanto riguarda i pensieri ossessivi e intrusivi.
Riguardante la mia depressione, quale mancanza di autostima, senso di fallimento, pensieri di morte, pianti, idee suicidarie, umore perennemente malinconico, disturbi di sonno e tutto quello che ne concerne non è mai migliorato granché e questo mi fa parecchio rabbia se consideriamo che dopo questo lasso di tempo vorrei anche avere dei risultati sulla depressione.
Ora qui viene la mia domanda: Lo psichiatra a cui sono agganciato ha una forte carriera trentennale alle spalle, lauree su lauree e quant’altro che mi impone automaticamente una certa fiducia quando mi dice che non è necessario per il momento pensare ad un cambio di terapia e per me potrebbe anche andare questa cosa, ma quando sento dire che ci sono dei farmaci differenti che a basso dosaggio aiutano negli episodi depressivi (es: Aripiprazolo, Deniban, Trittico) io mi chiedo se per come è impostata adesso la mia terapia sarebbe fattibile aggiungere una cosa del genere.
Lo voglio chiedere a voi prima di rivolgermi al mio psichiatra, perché non vorrei mettere in dubbio il suo operato senza prima aver consultato direttamente persone come voi che siete direttamente nel campo.
Vi spiego subito il perché della domanda (a cui arriverò):
Soffro di depressione con componente ansiosa (ipocondria, pensieri intrusivi, fissazioni etc) e sono in cura da circa due anni, prima con Zarelis 150 mg la mattina e Anafranil 75 mg la sera, e da 5 mesi a questa parte con Zarelis 225 mg la mattina e Anafranil 150 mg la sera.
Xanax 1 mg al bisogno.
Da due anni a questa parte l’unica cosa che ho davvero risolto sono gli attacchi di panico, presenti ad inizio terapia e scomparsi dopo un periodo ed un sollievo discreto per quanto riguarda i pensieri ossessivi e intrusivi.
Riguardante la mia depressione, quale mancanza di autostima, senso di fallimento, pensieri di morte, pianti, idee suicidarie, umore perennemente malinconico, disturbi di sonno e tutto quello che ne concerne non è mai migliorato granché e questo mi fa parecchio rabbia se consideriamo che dopo questo lasso di tempo vorrei anche avere dei risultati sulla depressione.
Ora qui viene la mia domanda: Lo psichiatra a cui sono agganciato ha una forte carriera trentennale alle spalle, lauree su lauree e quant’altro che mi impone automaticamente una certa fiducia quando mi dice che non è necessario per il momento pensare ad un cambio di terapia e per me potrebbe anche andare questa cosa, ma quando sento dire che ci sono dei farmaci differenti che a basso dosaggio aiutano negli episodi depressivi (es: Aripiprazolo, Deniban, Trittico) io mi chiedo se per come è impostata adesso la mia terapia sarebbe fattibile aggiungere una cosa del genere.
Lo voglio chiedere a voi prima di rivolgermi al mio psichiatra, perché non vorrei mettere in dubbio il suo operato senza prima aver consultato direttamente persone come voi che siete direttamente nel campo.
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Buonasera
capisco la scarsa propensione del suo psichiatra a modificare una terapia che ha dato buoni risultati su vari versanti. E' vero anche, come lei scrive, che, in caso di risposta non ottimale agli antidepressivi, c'è la possibilità di provare farmaci non antidepressivi che possono agire come "adiuvanti". Probabilmente il collega avrà già vagliato questa ipotesi, ma non c'è niente di male se lei al prossimo controllo solleverà l'argomento,
capisco la scarsa propensione del suo psichiatra a modificare una terapia che ha dato buoni risultati su vari versanti. E' vero anche, come lei scrive, che, in caso di risposta non ottimale agli antidepressivi, c'è la possibilità di provare farmaci non antidepressivi che possono agire come "adiuvanti". Probabilmente il collega avrà già vagliato questa ipotesi, ma non c'è niente di male se lei al prossimo controllo solleverà l'argomento,
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.5k visite dal 25/06/2021.
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