Ansia attacchi di panico farmaci da 18 anni
salve ho 38 anni e praticamente da quando avevo 10 anni ho incominciato ad accusare una strana senzazione che mi saliva sul corpo agitandomi anche il ritmo del cuore brutta sensazione!! sopratutto per quell'eta' e per quei tempi quando in italia la depressione era solo per pochi ricercatori!!comunque per essere breve da quell'episodio mi sono trascinato fino ai 18 anni peggiorando anno dopo anno senza sapere cosa mi stesse succedendo e vivendo con continui malesseri...parto per il militare i sintomi si aggravano sempre di piu'da questo nmomento in poi e' una continua odissea tra psicologi psichiatri una cosa sola ero riuscito a capire che soffrivo di ansia generalizzata con attacchi di panico e depressione endogena ne sussegue da 15 anni fino a oggi una interminabile terapia famacologica, vi premetto che i farmaci li ne ho usati tantissimi che mi sono dimenticato i nomi! Oggi da circa un anno sono in terapia da uno psichiatra che mi sta trattando con 2 cp lamictal 200mg al mattino e alla sera 2 cp nortimil al mattino 1 cp 0,5 rivotril al mattino e 1cp alla sera e prima di andare a letto 1/4 cp nozinan al momento con questa tewrapia riesco almeno a portare la pelle fino al giorno dopo.. ma che fatica!!! Fatte tutte le dovute valutazioni io vi chiedo se ne potro' uscire da questa situazione di dipendenza continua da farmaci o dovro' morire con le pasticche in mano!! scusate l'ironia ma sono veramente stanco di soffrire non c'e' un giorno che sto bene che sia felice allegro nonostante tutte le cure farmacologiche che ho intrapreso in questi anni. Grazie a chi mi sapra' dare una risposta un'indicazione un consiglio accetto tutto oramai!
[#1]
Gentile Utente,
è difficile fare una prognosi via internet non avendola mai incontrata. Ma, basandomi sui dati da lei riferiti, le posso consigliare vivamente 2 cose:
1) contatti uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale della sua zona di residenza (questo orientamento garantisce in effetti buonissimi risultati specialmente nei casi di ansia e panico)
2) contatti uno psichiatra per regolarizzare la farmacoterapia necessaria alla gestione della sintomatologia
L'ideale sarebbe che psichiatra e psicoterapeuta lavorino in sinergia (se quindi si conoscono e collaborano abitualmente). La scelta di chi contattare prima dipende da lei. Però credo che, nel suo caso, sia indicata una stretta collaborazione tra le due figure professionali.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
è difficile fare una prognosi via internet non avendola mai incontrata. Ma, basandomi sui dati da lei riferiti, le posso consigliare vivamente 2 cose:
1) contatti uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale della sua zona di residenza (questo orientamento garantisce in effetti buonissimi risultati specialmente nei casi di ansia e panico)
2) contatti uno psichiatra per regolarizzare la farmacoterapia necessaria alla gestione della sintomatologia
L'ideale sarebbe che psichiatra e psicoterapeuta lavorino in sinergia (se quindi si conoscono e collaborano abitualmente). La scelta di chi contattare prima dipende da lei. Però credo che, nel suo caso, sia indicata una stretta collaborazione tra le due figure professionali.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
[#2]
Gentile utente,
mi sento di condividere pienamente l'indicazione del collega: è opportuno, visto l'esacerbarsi e la persistenza sintomatologica, un duro lavoro di equipe che combini pisco e farmacoterpia.
Per quanto mi riguarda la prima mi stupisce che non sia stata tentata prima o comunque, a quanto sembra dal suo racconto, la questione sarebbe stata affronata quasi esclusivaemnte da un approccio farmacologico, ottenendo così un effetto boormerang di sfiducia nel farmaco e terrore della dipendenza, cosa che si verifica di frequente quando si abbia inizialmente una attesa miracolistica nei possibili affetti di quest'ultimo.
una cura farmacologica è spesso doverosa e necessaria, tuttavia, soprattutto nei casi di ansia e depressione, è bene che tale approccio sia supportatoe integrato da un corrispondente lavoro psicoterapeutico, condotto con un terapeuta capace con cui si instauri una produttiva allenaza.la sua zona di residenza di certo non le pone limiti nella scelta della figura più indicata nè dell'approccio che preferisce (il cognitivo-comportamentale è un buon suggerimento,come una psicopterpia ericksoniana, sconsigliato invece l'approccio psicoanalitico).
Per quanto riguarda la questione farmacologica, nell'immediato penso che il primo obiettivo sia quello, visti i precendenti "tentavi ed errori", di trovare una prescrzione "su misura" per lei, con combinazioni, dosaggi e considerazione degli effetti collaterali; in un secondo momento, beneficiando anche degli effetti della psicoterpia, potrà sicuramente ridurre il dossaggio ed eventualmente optare per alternative più blandee " meno intossicanti".
Con i migliori auguri
F.I.Passoni
studiopsicologia1@libero.it
mi sento di condividere pienamente l'indicazione del collega: è opportuno, visto l'esacerbarsi e la persistenza sintomatologica, un duro lavoro di equipe che combini pisco e farmacoterpia.
Per quanto mi riguarda la prima mi stupisce che non sia stata tentata prima o comunque, a quanto sembra dal suo racconto, la questione sarebbe stata affronata quasi esclusivaemnte da un approccio farmacologico, ottenendo così un effetto boormerang di sfiducia nel farmaco e terrore della dipendenza, cosa che si verifica di frequente quando si abbia inizialmente una attesa miracolistica nei possibili affetti di quest'ultimo.
una cura farmacologica è spesso doverosa e necessaria, tuttavia, soprattutto nei casi di ansia e depressione, è bene che tale approccio sia supportatoe integrato da un corrispondente lavoro psicoterapeutico, condotto con un terapeuta capace con cui si instauri una produttiva allenaza.la sua zona di residenza di certo non le pone limiti nella scelta della figura più indicata nè dell'approccio che preferisce (il cognitivo-comportamentale è un buon suggerimento,come una psicopterpia ericksoniana, sconsigliato invece l'approccio psicoanalitico).
Per quanto riguarda la questione farmacologica, nell'immediato penso che il primo obiettivo sia quello, visti i precendenti "tentavi ed errori", di trovare una prescrzione "su misura" per lei, con combinazioni, dosaggi e considerazione degli effetti collaterali; in un secondo momento, beneficiando anche degli effetti della psicoterpia, potrà sicuramente ridurre il dossaggio ed eventualmente optare per alternative più blandee " meno intossicanti".
Con i migliori auguri
F.I.Passoni
studiopsicologia1@libero.it
F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica
studiopsicologia@hotmail.it
[#4]
Gentile utente,
non credo sia disponibile uno psicoterapeuta cognitivo nei CIM, a meno che non abbia la fortuna di trovarlo proprio li.
E' possibile il trattamento cognitivo anche alla sua eta' ma con qualche remora in merito ai numerosi anni passati.
Inoltre, la terapia farmacologica e' indispensabile per ridurre i sintomi.
L'associazione delle due consente buoni risultati.
Se ha bisogno di contatti su Roma mi contatti privatamente.
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
non credo sia disponibile uno psicoterapeuta cognitivo nei CIM, a meno che non abbia la fortuna di trovarlo proprio li.
E' possibile il trattamento cognitivo anche alla sua eta' ma con qualche remora in merito ai numerosi anni passati.
Inoltre, la terapia farmacologica e' indispensabile per ridurre i sintomi.
L'associazione delle due consente buoni risultati.
Se ha bisogno di contatti su Roma mi contatti privatamente.
Dr. F.S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
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[#6]
Gentile utente,
se vuole posso metterla in contatto con un collega cognitivista che visita privatamente a Roma.
Puo' contattarmi direttamente per il contatto.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
se vuole posso metterla in contatto con un collega cognitivista che visita privatamente a Roma.
Puo' contattarmi direttamente per il contatto.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
[#7]
Gentile utente,
leggo che i miei colleghi sono stati esaustivi rispetto alle risposte che le sono state date.Il lavoro farmacologico non si può interrompere dall'oggi al domani anche perchè è diventato un ponte verso la vita di tutti i giorni. Leggendo la sua email il farmaco è parte importante nella sua quotidianità e questo non le permette di usare al meglio la sua forza. Credo però , dopo tutte le vicissitudini che lei sia pronto ad un lavoro in cui anzichè delegare ad un farmaco sia pronto ad assumersi le sue responsabilità.
Se vuole, per un incontro informativo gratuito può contattarmi entrando nel sito www.psicosalute.it
Con i migliori saluti.
Dott. Giacomo Del Monte
www.psicosalute.it
leggo che i miei colleghi sono stati esaustivi rispetto alle risposte che le sono state date.Il lavoro farmacologico non si può interrompere dall'oggi al domani anche perchè è diventato un ponte verso la vita di tutti i giorni. Leggendo la sua email il farmaco è parte importante nella sua quotidianità e questo non le permette di usare al meglio la sua forza. Credo però , dopo tutte le vicissitudini che lei sia pronto ad un lavoro in cui anzichè delegare ad un farmaco sia pronto ad assumersi le sue responsabilità.
Se vuole, per un incontro informativo gratuito può contattarmi entrando nel sito www.psicosalute.it
Con i migliori saluti.
Dott. Giacomo Del Monte
www.psicosalute.it
Dott. Giacomo Del Monte
www.sessuologo-psicologo-roma.com
www.psicosalute.it
www.sessuologoesessualita.it
[#8]
Gentile Dr. Del Monte
mi spiegheresti cosa vuol dire: "Il lavoro farmacologico non si può interrompere dall'oggi al domani anche perchè è diventato un ponte verso la vita di tutti i giorni. Leggendo la sua email il farmaco è parte importante nella sua quotidianità e questo non le permette di usare al meglio la sua forza. Credo però , dopo tutte le vicissitudini che lei sia pronto ad un lavoro in cui anzichè delegare ad un farmaco sia pronto ad assumersi le sue responsabilità."
A me sembrano un insieme di parole che non hanno alcun senso sia in italiano che dal punto di vista clinico....
quali responsabilita' dovrebbe prendersi il signore?
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
mi spiegheresti cosa vuol dire: "Il lavoro farmacologico non si può interrompere dall'oggi al domani anche perchè è diventato un ponte verso la vita di tutti i giorni. Leggendo la sua email il farmaco è parte importante nella sua quotidianità e questo non le permette di usare al meglio la sua forza. Credo però , dopo tutte le vicissitudini che lei sia pronto ad un lavoro in cui anzichè delegare ad un farmaco sia pronto ad assumersi le sue responsabilità."
A me sembrano un insieme di parole che non hanno alcun senso sia in italiano che dal punto di vista clinico....
quali responsabilita' dovrebbe prendersi il signore?
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
[#9]
Gentile Utente,
la sua comunicazione offre diversi spunti che incoraggiano a pensare di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Mi associo al suggerimento di prendere in considerazione la cognitivo-comportamentale. Per quanto riguarda l'età, non è un problema, non è un fattore che possa determinare il successo o meno della terapia. l'aspetto meramente economico non dovrebbe essere un problema insuperabile, alcuni colleghi sono nella condizione di poter effettuare qualche terapia ad onorari piuttosto contenuti.
Cordiali Saluti
Dr. Gianni Ronzani
la sua comunicazione offre diversi spunti che incoraggiano a pensare di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Mi associo al suggerimento di prendere in considerazione la cognitivo-comportamentale. Per quanto riguarda l'età, non è un problema, non è un fattore che possa determinare il successo o meno della terapia. l'aspetto meramente economico non dovrebbe essere un problema insuperabile, alcuni colleghi sono nella condizione di poter effettuare qualche terapia ad onorari piuttosto contenuti.
Cordiali Saluti
Dr. Gianni Ronzani
Cordiali Saluti
dr Giovanni Ronzani
[#10]
Veramente non e' tanto l'eta' il problema ma il numero di anni passati con la patologia che puo' costituire una maggiore difficolta' alla risoluzione totale del problema, come indicato in numerosi studi multicentrici.
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F.S. Ruggiero
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[#11]
Gent.mo Dottor Francesco Saverio Ruggero, leggo con molto dispiacere la sua risposta, personalissima a me indirizzata, comunque le rispondo volentieri e di nuovo, per evitare che i miei punti di vista siano mal compresi, cercherò di essere molto più chiaro.
Penso che il Paziente essendo un uomo giovane, di sicuro deve tendere con l’aiuto di un bravo psichiatra a staccarsi dai farmaci, visto che come lui stesso sottolinea, è stanco di assumerli e ha grande desiderio di non morire un domani lontanissimo con le pasticche in mano. Questo è un grande passo e una grande presa di coscienza da parte sua. Quando io parlavo di ponte verso la vita di tutti i giorni, volevo specificare che il farmaco, purtroppo, nell’attacco di panico e depressione risulta essere una forma per la guarigione, ma se accanto ad esso viene aggiunta una psicoterapia valida, il paziente potrà certamente sperare in un successo e in una risoluzione del suo problema.
Chiarisco un altro punto di vista da me espresso forse in modo implicito, ma mal compreso. Quando parlavo di presa di responsabilità da parte del paziente, caro Dottor Francesco Saverio Ruggero, non volevo assolutamente e per nulla indicare una presa di responsabilità che il paziente deve assumere verso qualcosa, anche perché sappiamo benissimo che si, è vero, siamo dottori della mente, ma non avendo ancora purtroppo la palla di vetro non possiamo certamente azzardare ad interpretare comportamenti non espressi dal paziente. Pertanto, di sicuro volevo sottolineare che entrare in terapia non è cosa facile da sottovalutare ma è espressione di grande responsabilità da parte del paziente, poiché sappiamo benissimo che la terapia psicoterapeutica se valida porta a grandi cambiamenti ma anche a turbamenti. Leggendo che il paziente ha desiderio di questo, cioè andare in terapia e fare un percorso, rivedendosi, volevo solo chiarire e rafforzare il concetto di responsabilità.
Sperando di essere stato più che esaustivo caro dottore, mi congedo da lei, la saluto e spero di avere la possibilità un giorno di conoscerla personalmente.
Distinti saluti Dottor Giacomo del Monte
Penso che il Paziente essendo un uomo giovane, di sicuro deve tendere con l’aiuto di un bravo psichiatra a staccarsi dai farmaci, visto che come lui stesso sottolinea, è stanco di assumerli e ha grande desiderio di non morire un domani lontanissimo con le pasticche in mano. Questo è un grande passo e una grande presa di coscienza da parte sua. Quando io parlavo di ponte verso la vita di tutti i giorni, volevo specificare che il farmaco, purtroppo, nell’attacco di panico e depressione risulta essere una forma per la guarigione, ma se accanto ad esso viene aggiunta una psicoterapia valida, il paziente potrà certamente sperare in un successo e in una risoluzione del suo problema.
Chiarisco un altro punto di vista da me espresso forse in modo implicito, ma mal compreso. Quando parlavo di presa di responsabilità da parte del paziente, caro Dottor Francesco Saverio Ruggero, non volevo assolutamente e per nulla indicare una presa di responsabilità che il paziente deve assumere verso qualcosa, anche perché sappiamo benissimo che si, è vero, siamo dottori della mente, ma non avendo ancora purtroppo la palla di vetro non possiamo certamente azzardare ad interpretare comportamenti non espressi dal paziente. Pertanto, di sicuro volevo sottolineare che entrare in terapia non è cosa facile da sottovalutare ma è espressione di grande responsabilità da parte del paziente, poiché sappiamo benissimo che la terapia psicoterapeutica se valida porta a grandi cambiamenti ma anche a turbamenti. Leggendo che il paziente ha desiderio di questo, cioè andare in terapia e fare un percorso, rivedendosi, volevo solo chiarire e rafforzare il concetto di responsabilità.
Sperando di essere stato più che esaustivo caro dottore, mi congedo da lei, la saluto e spero di avere la possibilità un giorno di conoscerla personalmente.
Distinti saluti Dottor Giacomo del Monte
[#12]
Grazie per il chiarimento,
in questo modo credo che siano piu' chiare le frasi espresse e che a me sono apparse come sibilline.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
in questo modo credo che siano piu' chiare le frasi espresse e che a me sono apparse come sibilline.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
[#13]
Ex utente
Vorrei ringraziare voi ill.mi dottori. qualsiasi strada che mi indicherete sara' molto importante io non ho mai avuto approcci con uno psicoterapeuta peraltro lo cercavo presso il cim sia per motivi di praticita' sia per motivi strettamente economici perche'la mia patologia mi blocca anche in ambito lavorativo.
Sono consapevole che nessun dottore psicoterapeuta lavori per la gloria cerco solo un giusto compromesso tra terapia e costi.
Sono consapevole che nessun dottore psicoterapeuta lavori per la gloria cerco solo un giusto compromesso tra terapia e costi.
[#14]
Gentile utente,
se mi contatta privatamente sono disponibile a fornirle il nome di un collega cognitivista a Roma.
per il prezzo, ovviamente, dovra' discutere con lui ma intanto il primo passo e' quello di contattare lo psicoterapeuta.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
se mi contatta privatamente sono disponibile a fornirle il nome di un collega cognitivista a Roma.
per il prezzo, ovviamente, dovra' discutere con lui ma intanto il primo passo e' quello di contattare lo psicoterapeuta.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
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Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 7.9k visite dal 25/09/2006.
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