Riduzione lorazepam

Salve dottori,
sono in cura con Venlafaxina (attualmente a 187, 5 mg al dì) da circa 8 anni, per diversi episodi ansioso/depressivi di natura reattiva.
La Venlafaxina mi permette di ristabilire eventuali situazioni compromesse e di evitare brusche ricadute.
Sono sempre sotto controllo psichiatrico.
A Gennaio, nonostante la terapia di base, un evento ansiogeno mi dava un gran fastidio e il mio psichiatra mi autorizzo' a prendere un ansiolitico, il Lorazepam ad un dosaggio di 1, 5 mg al giorno.
Con il passare di un po' di tempo la situazione si è praticamente ristabilita, tanto è vero che un giorno, vista la mia inesperienza con gli ansiolitici, interruppi l'assunzione di Lorazepam, subendo effetti indesiderati pesanti, come un forte stato depressivo, irritabilità.
Supponendo si trattasse di un possibile effetto collaterale della sospensione del Lorazepam, riniziai la sua assunzione ed in 3gg i sintomi da astinenza cessarono.
Parlando con il mio psichiatra dell'accaduto, mi disse che è assolutamente possibile che nel mio caso fossero stati sintomi di astinenza e che probabilmente sono un soggetto estremamente sensibile ad aumenti e diminuzioni di queste sostanze.
In passato ricordo infatti di aver sofferto di effetti da introduzione e sospensione anche di Paroxetina e Venlafaxina.
Insomma mi disse che visto che ero tornato a stare bene, che il Lorazepam non mi servisse più e che fosse passato già un po' di tempo dall'inizio assunzione, si poteva iniziare a diminuirlo con intervalli di 20gg a 0. 25 mg la volta. Io utilizzo le compresse.
Da 1, 5 mg sono arrivato a 0. 75mg senza problemi, senza alcun effetto collaterale mentre adesso che sono passato a 0. 5mg da circa 3gg (un quarto di compressa al mattino e l'altra a sera), avverto che sta iniziando una certa debolezza fisica, irritabilità, confusione, un po' di apatia, insomma una lieve sintomatologia depressiva simile, ma più contenuta, di quella vissuta quando sospesi di colpo il farmaco.
Vorrei un vostro parere in merito alla sospensione di questo ansiolitico, se la modalità è valida o bisognerebbe studiare un'altra alternativa e se il periodo leggermente prolungato (circa 5 mesi di assunzione) possa aver creato una dipendenza più forte a cui dovrei far fronte fino alla totale sospensione.
Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
L'astinenza è un fenomeno transitorio. Nella riduzione graduale si evitano le forme più gravi, più rischiose, ma non è detto che i sintomi siano azzerati.
E' vero che quando si arriva alle dosi basse la curva dose-risposta si schiaccia, per cui a uguale riduzione corrisponde uno scalino astinenziale maggiore.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Grazie dott. Pacini per il suo interesse,
quindi da quello che mi sembra di aver capito, avvicinandosi a dosi relativamente basse e dunque alla quasi sospensione del farmaco, si potrebbero avvertire maggiormente questi effetti collaterali transitori, giusto? Presumo che ,in eventualità, ci sia anche la soluzione in gocce, come ulteriore mezzo nel caso ce ne fosse bisogno. Il fatto di aver prolungato l'assunzione del faramco per un paio di mesi in più rispetto a quelle che sono le indicazioni standard per il tempo di utilizzo di benzodiazepine, ovvero massimo 12 settimane circa, incluso un periodo di diminuzione del dosaggio, potrebbero rappresentare un ostacolo in più in termini di effetti collaterali transitori, per la sospensione definitiva? Sono partito da 1,5 mg al di' e adesso sono a 0.5 e dopo l'ultima diminuzione effettuata ho avvertito qualche sintomo da sospensione, che però sembra stiano regredendo con i giorni.
La ringrazio anticipatamente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
No, il fatto di aver prolungato se mai migliora la reazione alla definitiva sottrazione del farmaco.