Prospettiva Psicologica della Sindrome del colon irritabile

Buonasera Dottori,
la sindrome del colon irritabile va trattata come patologia psicogena, organica oppure ambedue le cose?
Vedete, io ne soffro da un paio d'anni e da quel poco che ho capito, ho la sensazione che la risposta sia... Ambedue le cose! Tuttavia, quello che ancora non sono riuscito a capire è se sia possibile, lavorando sull'aspetto psicologico, guarire... Mi riferisco volutamente alla parte psicologica perché, a sentire il gastroenterologo, per quella organica, non ci sarebbero proprio speranze...l'unica possibilità concessa sarebbe quella di ambire ad un miglioramento... con la vecchiaia! Attualmente ho 45 anni...
Inoltre, anche da un punto di vista farmacologico le prospettive, da quello che ho vissuto finora, mi son sembrate, tutt'altro che edificanti, perché, almeno fino ad adesso, mi sono stati proposti solo, un tour de force di fermenti lattici, disinfettanti tipo normix e calmanti tipo obispax... Dunque, se è vero ciò che dice il gastroenterologo, ed ovvero che per cause, non del tutto note, la mia mucosa intestinale ha perso permeabilità, è possibile un procedimento all'inverso, lavorando sulla parte psico patologica del problema?

Grazie
Cordiali Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Psicogeno è un termine privo di senso biologico.
Se mai si intende cerebrogeno e associato a situazioni psicologiche. Se invece si intende che uno non ha alcun problema ma si comporta come se lo avesse, allora significa "fittizio", che è una categoria particolare, in cui il sintomo non sussiste neanche.
E' noto che nel colon irritabile tutti quei prodotti, pensati per forme infiammatorie, infettive, o da cause transitorie (sintomatici antispastici) non tendono a funzionare. E che ci sono altre cure.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Che dire ... Sono abbastanza sicuro che il problema ci sia... Almeno nella sua manifestazione organica... Quello che non capisco è il rapporto causa effetto con l'aspetto mentale... il mio intestino si è indebolito per davvero? E se si, la causa è stata psicologica? Oppure psicologico è l'effetto di una patologia organica? In ogni caso, quello che mi premerebbe capire è se fosse possibile affrontarlo come "fissazione mentale" (e mi scuso qualora non avessi utilizzato la terminologia più appropriata)
Lei parla di altre cure mi chiedo:
Cure farmacologiche?
Psicoterapia?
Entrambe?
Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Le attuali terapia farmacologiche agiscono sul disturbo in modo appropriato senza per forza dover ricercare altre motivazioni alla ricerca di miglioramento.



Dr. F. S. Ruggiero


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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Ecco, se è una fissazione il problema sostanzialmente "non c'è", è uno di quei casi in cui il problema è la fissazione, e quello che la produce naturalmente. Non ciò a cui è riferita. Quindi in tal caso non sarebbe un vero intestino irritabile.
Comunque, affrontarla secondo una diagnosi o un'altra non cambia come principio generale di terapia medica.
Ci pensa il medico a scegliere la cura e distinguere le situazioni. Non dipende da Lei nessuna particolare azione sulla malattia.
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Utente
Utente
Grazie mille...
Diciamo che la ricerca di altre soluzioni era motivata da due ragioni:
1. Mi piacerebbe guarire e non solo tenere sotto controllo il disturbo
2. Alla fine il disturbo lo tengo sotto controllo fino ad un certo punto perché, se a tavola esagero, anche solo minimamente, è il disturbo che controlla me...
Certo, come dice il gastroenterologo, non è una patologia mortale ma è comunque invalidante... Soprattutto per chi, come me, non svolge un lavoro di ufficio...
Cordiali Saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Solitamente per esperienza tali ricerche nascono per evitare di recarsi da uno psichiatra per ricevere trattamenti prescritti da lui.


È un pregiudizio che non la porterà da nessuna parte.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Concordo col collega. Le ricerche di cui parla Lei trovano esito sul piano scientifico, se mai, in cure note o empiricamente conosciute. Ma non vedo perché debba ragionarci Lei con strumenti che hanno due problemi. Il primo, non è detto che le possa comprendere. Il secondo, e molto più importante, è che ragionerà secondo le distorsioni proprie del disturbo, approdando alle stesse soluzioni a cui approdano le persone con diagnosi analoghe. Solitamente autogestione, prodotti senza presupposti di efficacia e diagnosi, scelte basate su criteri di sintomaticità contingente, e nel peggiore dei casi prodotti dati dal medico e poi gestiti secondo criteri propri.
Onde evitare, si faccia valutare, se la cosa è per Lei motivo di disagio importante.
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Utente
Utente
Non ho alcun problema ad andare da uno psichiatra... Anzi! Che ben venga se mi aiutasse a risolvere il problema... Il mio consulto era solo finalizzato a capire se il disturbo di cui soffro, fosse o meno, di competenza (anche??) Dello psichiatra... Dopodiché, di autogestione nel consumo di farmaci, ne faccio ben poca, perché mi affido al gastroenterologo e non solo nella scelta ma anche nella gestione, sicuramente invece, ho fatto più autogestione, nel cercare di capire ma... Se neppure ero sicuro che anche (o solo??) lo psichiatra potesse aiutarmi... che alternative avevo? Di certo posso dirvi che il gastroenterologo non mi ha mai menzionato la possibilità di collaborare con un collega psichiatra...
Adesso che credo di aver capito, con cauto ottimismo, mi rivolgerò anche ad uno psichiatra...
Grazie mille
Cordiali Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Sì, è la strada più logica quella dello specialista. Proprio in base a come lo descrive, il tipo di meccanismo, e l'identificazione del problema come fissazione, che soggettivamente è indicativo.
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Utente
Utente
Buonasera Dottori, perdonatemi se torno alla carica ma, essendo pronto a percorrere anche questa nuova strada, vorrei chiedervi questo:
È meglio scegliere uno psichiatra che sia anche psicologo o è sufficiente la prima qualifica?
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Lo psichiatra è un medico. Lo psicologo no. Entrambi possono essere psicoterapeuti, possono, ma non è detto che lo siano.
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