Pensieri suicidi

Premetto che per me è un periodo un po' difficile.
Sto facendo liceo e università insieme e adesso è periodo di esami, per lo stress spesso discuto con il mio ragazzo il quale è uno dei pochi "punti fermi" che sento di avere, quindi discutere con lui anche per piccole cose mi fa abbastanza male.
Ho molta difficoltà a dormire (infatti sto scrivendo alle 4 di notte ahahah) +Con la ripresa delle lezioni in presenza la mia costante timidezza e ansia di stare con gli altri non mi dà tregua e insomma cose così.


I primi pensieri suicidi e autolesionisti li ho avuti 3/4 anni fa, ammetto di averli assecondati a volte, e ogni tanto ritornano a perseguitarmi, ultimamente più del solito.
Non riesco a capirne il motivo, ho tanti sogni e speranze per il futuro, mi sto impegnando nei miei percorsi artistici e di studi, non voglio rinunciare a tutto questo ma a volte prende il sopravvento il desiderio di sparire o in generale le mie emozioni diventano più grandi di me e non riesco a gestirle?
È molto difficile da spiegare.


Per questo motivo l'anno scorso mi ero finalmente decisa a rivolgermi allo sportello d'ascolto della scuola, la dottoressa aveva ipotizzato un'iperdotazione cognitiva -causa di un dislivello tra il mio lato emotivo e quello intellettivo- e ci stavamo adoperando per parlarne con i miei genitori e iniziare un percorso da uno specialista esterno.

Poi però è arrivato il lockdown, ho perso completamente i contatti con la dottoressa e adesso sento di non avere la forza di iniziare un percorso da capo, mi sento esausta in senso fisico e psicologico.


In questo momento non so come fare, sento di star vivendo male l'unica vita che mi è concessa, mi sembra di non essere più in grado di provare felicità, non lo so...Ho pensato che scrivere qui potesse essere un primo passo verso una nuova richiesta d'aiuto, grazie per aver letto
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
La questione può essere rivalutata da uno specialista in psichiatria che possa in tal modo inquadrarla e trattare i sintomi che le creano disagio e disfunzioni.


Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
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La ringrazio per la Sua risposta.
Sono consapevole di aver bisogno di un percorso di questo tipo, ma non so come fare per iniziarlo. Per prima cosa dovrei parlarne con i miei genitori, ma non saprei come affrontare il discorso e ho molta paura delle loro reazioni dato che non si sono mai dimostrati particolarmente "empatici" nei confronti della mia salute mentale, probabilmente pensando che sono i soliti problemi adolescenziali, cosa che non escludo ma come ha constatato anche Lei ho lo stesso bisogno di un aiuto. Tra l'altro con noi vivono anche mia nonna e mio zio, mia nonna ha una mentalità "del suo tempo" per così dire e anche mio zio è di mentalità particolarmente chiusa su queste cose.

Poi mi sembra impossibile ricominciare da capo un percorso, mi sembrava già un miracolo aver iniziato un dialogo con la psicologa della scuola e adesso sento una sorta di blocco, non so come spiegare questa sensazione