Problemi a iniziare le cose e ansia
Salve, mi presento brevemente prima di arrivare al senso del mio scrivere.
Sono una studetessa e dà qualche tempo mi sento costantemente sotto pressione.
Da piccola sono sempre stata perfezionista, quella che doveva fare tutto per bene e come diceva lei, perché quello era il modo migliore.
Questa cosa, insieme all'ambizione e alla costante voglia di eccelere, mi ha portata fin da subito ad approcciarmi a qualsiasi cosa intraprendessi con un senso di ansia.
L'ansia è aumentata in modo marcato durante tutto l'ultimo anno di liceo e in vista della maturità, per tutta l'estate, ed è diventata costante quando ho iniziato l'università.
Studio medicina, e sono davvero contenta di ciò che faccio, in cuor mio lo so, ma il mio modo di affrontare la vita non mi lascia viverla bene come vorrei.
Mi capita spesso di piangere in preda ad attacchi d'ansia, da qualche settimana ho costanti mal di testa, e ogni giorno che passa mi sento sempre più piccola.
L'università mi ha messa di fronte ai miei limiti, ho paura che tutto ciò che ho costruito finora crolli, smascherando una ragazzina incapace, priva di qualsiasi talento o abilità.
La paura dell'insuccesso mi perseguita.
In tutto ciò non riesco a iniziare cose piccole, che mi sembra toglierebbero troppo tempo allo studio.
Allo stesso tempo, non facendole, sento di non star vivendo completamente.
Un esempio: mesi fa mi sono registrata al sito della croce rossa per iscrivermi al corso.
Premetto che mi piacerebbe davvero farne parte, è una cosa a cui pensavo già da un po', ma subito dopo la registrazione ho iniziato a trovare dei pretesti da rifilarmi per giustificarmi a non farlo.
Non avrei avuto tempo, non avrei potuto farlo bene, non sarei stata capace.
Così non mi sono più iscritta.
Mi mettono ansia le situazioni sociali.
Ho paura di incontrare persona a cui non piacerò, o meglio, con cui non riuscirò a stringere, è più paura di sentirmi fuoriposto.
Il fatto è che così non potrò sapere se c'è un posto per me.
Continuo a darmi scadenze, appuntamenti.
Dopo il prossimo esame lo faccio.
A settembre inzio.
Non mi sembra mai il momento giusto.
Ho sviato un po', non so cos'ho scritto e penso di non aver scritto nemmeno tutto, ma più o meno è questo.
Grazie a chi leggerà.
Sono una studetessa e dà qualche tempo mi sento costantemente sotto pressione.
Da piccola sono sempre stata perfezionista, quella che doveva fare tutto per bene e come diceva lei, perché quello era il modo migliore.
Questa cosa, insieme all'ambizione e alla costante voglia di eccelere, mi ha portata fin da subito ad approcciarmi a qualsiasi cosa intraprendessi con un senso di ansia.
L'ansia è aumentata in modo marcato durante tutto l'ultimo anno di liceo e in vista della maturità, per tutta l'estate, ed è diventata costante quando ho iniziato l'università.
Studio medicina, e sono davvero contenta di ciò che faccio, in cuor mio lo so, ma il mio modo di affrontare la vita non mi lascia viverla bene come vorrei.
Mi capita spesso di piangere in preda ad attacchi d'ansia, da qualche settimana ho costanti mal di testa, e ogni giorno che passa mi sento sempre più piccola.
L'università mi ha messa di fronte ai miei limiti, ho paura che tutto ciò che ho costruito finora crolli, smascherando una ragazzina incapace, priva di qualsiasi talento o abilità.
La paura dell'insuccesso mi perseguita.
In tutto ciò non riesco a iniziare cose piccole, che mi sembra toglierebbero troppo tempo allo studio.
Allo stesso tempo, non facendole, sento di non star vivendo completamente.
Un esempio: mesi fa mi sono registrata al sito della croce rossa per iscrivermi al corso.
Premetto che mi piacerebbe davvero farne parte, è una cosa a cui pensavo già da un po', ma subito dopo la registrazione ho iniziato a trovare dei pretesti da rifilarmi per giustificarmi a non farlo.
Non avrei avuto tempo, non avrei potuto farlo bene, non sarei stata capace.
Così non mi sono più iscritta.
Mi mettono ansia le situazioni sociali.
Ho paura di incontrare persona a cui non piacerò, o meglio, con cui non riuscirò a stringere, è più paura di sentirmi fuoriposto.
Il fatto è che così non potrò sapere se c'è un posto per me.
Continuo a darmi scadenze, appuntamenti.
Dopo il prossimo esame lo faccio.
A settembre inzio.
Non mi sembra mai il momento giusto.
Ho sviato un po', non so cos'ho scritto e penso di non aver scritto nemmeno tutto, ma più o meno è questo.
Grazie a chi leggerà.
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Se l'ansia resta la preoccupazione per ogni cosa che fa giornalmente, una valutazione specialistica è ciò che le consente di poter trattare il disturbo senza attendere oltre anche per evitare che i sintomi possano peggiorare nel tempo.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 657 visite dal 31/05/2021.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.