Disturbi di personalità
Buongiorno,
vorrei capire se mio marito è affetto da qualche disturbo della personalità, in particolare ho ravvisato, in maniera sempre più frequente:
-repentini cambi d'umore con momenti di eccessi di ira(alza la voce, dice frasi senza senso rispetto alla situazione, rompe oggetti, sbatte porte) alternati a momenti di calma; -questi eccessi di ira li manifesta anche e sopratutto davanti alla nostra bambina di due anni, la quale però non mostra timore in quanto io in queste situazioni cerco di mostrami calma dicendole che è tutto un gioco; - passata l'ira si mostra incapace di affronatare con calma la situazione, di parlare obiettivamente dei motivi ( di solito banali) che hanno scatenato quella reazione, le reazioni sono due o non parla, o torna di malumore e inizia ad attaccare; -incapacità di gestire un dialogo, di accettare critiche alla propria persona; -parla poco, solo di cose di carattere pratico, si chiude in lunghi silenzi, sembra assente; -se e quando parla è ipercritico nei confronti del prossimo, tende a epitetare, soprattutto me, non sa chiedere scusa, nè fare apprezzamenti; -di contro, con chi non conosce vuole sembrare amabile e simpatico, spesso riuscendovi; -è sereno quando spende per se stesso (è vanesio) e quando è assecondato;-vorrebbe che in ogni sua attività ci fosse qualcuno che lo guardasse o che approvasse tutto quello che fa.
Inoltre, dopo il matrimonio ho scoperto che ci sono dei precedenti casi in famiglia in particolare il fratello ha manie di igiene, tanto che dietro le spinte insistenti dei familiari ha iniziato una cura che al momento ha interrotto; mi è giunta voce che anche il padre doveva avere qualche disturbo di depressione, ma io non l'ho conosciuto e nessuno ne ha mai parlato in maniera approfondita.
Spero di essere stata chiara e di poter avere un aiuto più che altro per capire se quanto ho descritto corrisponde ad una patologia o no, e a chi devo rivolgermi.
Ringraziandovi per l'attenzione.
vorrei capire se mio marito è affetto da qualche disturbo della personalità, in particolare ho ravvisato, in maniera sempre più frequente:
-repentini cambi d'umore con momenti di eccessi di ira(alza la voce, dice frasi senza senso rispetto alla situazione, rompe oggetti, sbatte porte) alternati a momenti di calma; -questi eccessi di ira li manifesta anche e sopratutto davanti alla nostra bambina di due anni, la quale però non mostra timore in quanto io in queste situazioni cerco di mostrami calma dicendole che è tutto un gioco; - passata l'ira si mostra incapace di affronatare con calma la situazione, di parlare obiettivamente dei motivi ( di solito banali) che hanno scatenato quella reazione, le reazioni sono due o non parla, o torna di malumore e inizia ad attaccare; -incapacità di gestire un dialogo, di accettare critiche alla propria persona; -parla poco, solo di cose di carattere pratico, si chiude in lunghi silenzi, sembra assente; -se e quando parla è ipercritico nei confronti del prossimo, tende a epitetare, soprattutto me, non sa chiedere scusa, nè fare apprezzamenti; -di contro, con chi non conosce vuole sembrare amabile e simpatico, spesso riuscendovi; -è sereno quando spende per se stesso (è vanesio) e quando è assecondato;-vorrebbe che in ogni sua attività ci fosse qualcuno che lo guardasse o che approvasse tutto quello che fa.
Inoltre, dopo il matrimonio ho scoperto che ci sono dei precedenti casi in famiglia in particolare il fratello ha manie di igiene, tanto che dietro le spinte insistenti dei familiari ha iniziato una cura che al momento ha interrotto; mi è giunta voce che anche il padre doveva avere qualche disturbo di depressione, ma io non l'ho conosciuto e nessuno ne ha mai parlato in maniera approfondita.
Spero di essere stata chiara e di poter avere un aiuto più che altro per capire se quanto ho descritto corrisponde ad una patologia o no, e a chi devo rivolgermi.
Ringraziandovi per l'attenzione.
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I disturbi di personalità, impropriamente intesi come personalità con tratti spiccati e rigidi o che gli altri avvertono come problematici, possono corrispondere semplicemente a costituzioni mentali presenti da sempre, che in circostanze sfavorevoli emergono con "il peggio" mentre in altre fasi riescono a risultare vincenti e adatte più di quelle degli altri.
Per capire cosa c'è è indispensabile una valutazione psichiatrica, ma se la persona non sente nessun disagio rispetto a questo ovviamente ha poco senso "portarla" per farsi valutare senza fine terapeutico, sarebbe vissuto come un tentativo di giudizio sulla giustezza o meno della propria persona.
Per capire cosa c'è è indispensabile una valutazione psichiatrica, ma se la persona non sente nessun disagio rispetto a questo ovviamente ha poco senso "portarla" per farsi valutare senza fine terapeutico, sarebbe vissuto come un tentativo di giudizio sulla giustezza o meno della propria persona.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.2k visite dal 13/05/2009.
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