Trattamento con triptorelina (prescrizione)
Buon giorno, spero sia la specialità adeguata in cui porre questo consulto ma suppongo di sì visto che il mio disagio è di competenza di questa branca della medicina.
Ho già 28 anni ma già da bambino non mi riconosco pienamente nel mio genere biologico, quello maschile.
Mi piaceva truccarmi e indossare abiti femminili come gonne o sciarpe particolari.
Anche a scuola ero molto più socievole con le bambine piuttosto che con i maschietti, e infatti le mie principali amicizie erano proprio femminili.
Crescendo però ho cominciato a smettere di truccarmi e di vestirmi in modo più femminile rendendomi conto che il mio non era un sentirmi appartenente al genere opposto ma semplicemente un non sentirmi, chiedo perdono per il gioco di parole, di appartenere al mio genere biologico.
All'età di 11 anni i miei genitori mi portarono da uno psicologo, da cui andai per circa 3 anni.
Nei primi mesi pensava si trattasse di disforia di genere e mi rassicurò dicendomi che non bisogna necessariamente rassegnarsi di fronte al genere biologico ma si può cambiare in funzione di ciò che ognuno sente.
Dopo però si rese conto che non si trattava propriamente di questo disagio ma di un non riconoscermi nel mio genere, è chiaro che ero sempre depresso e avevo una forte avversione verso i caratteri maschili presenti nel mio corpo che proprio in quegli anni cominciavano a svilupparsi.
Finito questo percorso ero cosciente del mio problema ma ero ancora piccolo per pensare a un trattamento di tipo medico.
Crescendo ho cominciato a provare avversione non solo per i caratteri maschili del mio corpo ma anche per il desiderio sessuale che vivo con profonda angoscia e repulsione.
Solo da poco ho deciso di parlarne con il mio medico e gli raccontai tutta la mia storia.
Mi parlò allora della triptorelina che da pochi anni è autorizzata anche in Italia per il mio problema ma la cui prescrizione è di prerogativa dell'endocrinologo.
Quindi il medico mi ha prescritto una visita endocrinologica e dalla visita se c'è la giusta indicazione scaturirà la prescrizione del farmaco che in regime di SSN è rimborsato dallo stato.
Come dal titolo però è opportuno o preferibile secondo il medico una visita psichiatrica, ma questo dipende soprattutto dall'endocrinologo nel caso in cui dovesse ritenere necessario parlare con lo psichiatra.
Per ora mi consiglia di andare direttamente dall'endocrinologo visto che questo è l'iter che solitamente si segue.
Non è mia intenzione cambiare genere o assumere ormoni femminili ma solo assumere antiandrogeni come consigliato dal medico.
In sintesi vorrei chiedere se è giusto seguire questo iter e se quindi posso prenotare la visita endocrinologica dalla quale spero scaturisca la prescrizione.
Ho già 28 anni ma già da bambino non mi riconosco pienamente nel mio genere biologico, quello maschile.
Mi piaceva truccarmi e indossare abiti femminili come gonne o sciarpe particolari.
Anche a scuola ero molto più socievole con le bambine piuttosto che con i maschietti, e infatti le mie principali amicizie erano proprio femminili.
Crescendo però ho cominciato a smettere di truccarmi e di vestirmi in modo più femminile rendendomi conto che il mio non era un sentirmi appartenente al genere opposto ma semplicemente un non sentirmi, chiedo perdono per il gioco di parole, di appartenere al mio genere biologico.
All'età di 11 anni i miei genitori mi portarono da uno psicologo, da cui andai per circa 3 anni.
Nei primi mesi pensava si trattasse di disforia di genere e mi rassicurò dicendomi che non bisogna necessariamente rassegnarsi di fronte al genere biologico ma si può cambiare in funzione di ciò che ognuno sente.
Dopo però si rese conto che non si trattava propriamente di questo disagio ma di un non riconoscermi nel mio genere, è chiaro che ero sempre depresso e avevo una forte avversione verso i caratteri maschili presenti nel mio corpo che proprio in quegli anni cominciavano a svilupparsi.
Finito questo percorso ero cosciente del mio problema ma ero ancora piccolo per pensare a un trattamento di tipo medico.
Crescendo ho cominciato a provare avversione non solo per i caratteri maschili del mio corpo ma anche per il desiderio sessuale che vivo con profonda angoscia e repulsione.
Solo da poco ho deciso di parlarne con il mio medico e gli raccontai tutta la mia storia.
Mi parlò allora della triptorelina che da pochi anni è autorizzata anche in Italia per il mio problema ma la cui prescrizione è di prerogativa dell'endocrinologo.
Quindi il medico mi ha prescritto una visita endocrinologica e dalla visita se c'è la giusta indicazione scaturirà la prescrizione del farmaco che in regime di SSN è rimborsato dallo stato.
Come dal titolo però è opportuno o preferibile secondo il medico una visita psichiatrica, ma questo dipende soprattutto dall'endocrinologo nel caso in cui dovesse ritenere necessario parlare con lo psichiatra.
Per ora mi consiglia di andare direttamente dall'endocrinologo visto che questo è l'iter che solitamente si segue.
Non è mia intenzione cambiare genere o assumere ormoni femminili ma solo assumere antiandrogeni come consigliato dal medico.
In sintesi vorrei chiedere se è giusto seguire questo iter e se quindi posso prenotare la visita endocrinologica dalla quale spero scaturisca la prescrizione.
[#1]
Quindi si tratterebbe di una sorta di soppressione dei caratteri sessuali per un sostanziale disinteresse all'identificazione sessuale, e quindi un fastidio negli elementi che la richiamano.
Con l'obiettivo di produrre una condizione in cui sono assenti i caratteri virili, la funzione sessuale è soppressa, in maniera anche irreversibile, e anche la fertilità.
La diagnosi che però è stata formulata quale è ? La diagnosi è importante per figurare l'esito.
Qui si parla anche di depressione, ma perché le hanno diagnosticato una depressione ? E se sì, ancora in atto, curata in qualche modo ?
Con l'obiettivo di produrre una condizione in cui sono assenti i caratteri virili, la funzione sessuale è soppressa, in maniera anche irreversibile, e anche la fertilità.
La diagnosi che però è stata formulata quale è ? La diagnosi è importante per figurare l'esito.
Qui si parla anche di depressione, ma perché le hanno diagnosticato una depressione ? E se sì, ancora in atto, curata in qualche modo ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
Buonasera egregio dr. Pacini e grazie infinite per la risposta! No secondo il mio medico si tratterebbe di una soppressione dei caratteri sessuali per un disagio con gli stessi e in generale per un disagio dovuto al desiderio sessuale che essendo presenti gli androgeni nel mio organismo è anche lui presente. Non è comunque mia intenzione un cambio di sesso da uomo a donna ma semplicemente questo trattamento per privare il mio organismo degli androgeni possibilmente a vita. Riguardo la depressione non fu una diagnosi vera e propria ma semplicemente una condizione consecutiva proprio a questo mio disagio almeno così fu definita dallo psicologo anni fa e recentemente dal mio medico. Fui anche visitato qualche anno fa da un medico specialista in psichiatria sempre presso l'ambulatorio del mio medico di base e disse che non c'erano i criteri per nessun disturbo mentale ed era una condizione reattiva al disagio di tipo sessuale. Vorrei chiederle se ci sono casi di triptorelina somministrata per tale scopo e se dall'endocrinologo posso aspettarmi, se lo riterrà opportuno, la prescrizione del medicinale. Grazie infinite.
[#3]
Sono situazioni in via di definizione, non so se esistano casi isolati di antiandrogeni somministrati in questo specifico contesto. La controversia sta anche nel fatto che si priva una persona di una serie di funzioni legate alla sessualità, le quali di per sé non sono però necessarie o funzionali ad una nuova forma o ruolo. Qui il dubbio riguarda il fatto che per vivere una asessualità è controverso che si debba demolire l'esistente, il quale di per sé non è ostativo, è solo superfluo diciamo. Il problema tecnico legale in questi casi è che non è da escludere che una persona poi "ci ripensi", e in questo caso è un problema. L'esclusione della malattia mentale non è una diagnosi, è una non-diagnosi. E' quello che il chirurgo richiede, ma ahimé non è il modo normale di fare una diagnosi, poiché in questo caso una diagnosi psichiatrica includerebbe il fatto che chi ce l'ha esprime una convinzione e un'urgenza di fare questo tipo di intervento.
Quindi, la stabilità dei generi di identificazione è in discussione, e non è totale nei generi "polari", sono previsti generi cangianti nell'orientamento, in cui l'abolizione di una possibilità sarebbe sostanzialmente una menomazione (desiderabile in una fase asessuale, vissuta con disagio in una fase in cui la sessualità si ridefinisce). La asessualità stabile è possibile in natura ma appunto poco definita in termini medicolegali.
Quindi, la stabilità dei generi di identificazione è in discussione, e non è totale nei generi "polari", sono previsti generi cangianti nell'orientamento, in cui l'abolizione di una possibilità sarebbe sostanzialmente una menomazione (desiderabile in una fase asessuale, vissuta con disagio in una fase in cui la sessualità si ridefinisce). La asessualità stabile è possibile in natura ma appunto poco definita in termini medicolegali.
[#4]
Ex utente
grazie mille nuovamente . si in effetti si tratterebbe di una privazione degli ormoni che ovviamente più si va avanti con il medicinale più diventa irreversibile . però io ho sempre vissuto questo disagio per cui penso sia ormai un qualcosa di "connaturato" a me stesso o comunque un disagio che è "stabile" nel tempo . anche perché è da quando sono piccolo che provo questo disagio che ricordo alla fine fu riconosciuto anche dallo psicologo che inizialmente sospettava una vera e propria disforia di genere . devo quindi rassegnarmi o posso sperare nella prescrizione ? sono pienamente cosciente che si tratta di un qualcosa di potenzialmente definitivo ma sono comunque convinto e sicuro di non pentirmene in un futuro .
[#5]
Io proverei a interpellare anche un legale, non tanto per far leva sui medici, quanto invece per predisporre una eventuale piattaforma di "manleva", in cui tramite un legale può definire la sua condizione e garantire quantomeno la continuità delle sue intenzioni.
In altre parole, mentre la disforia di genere è regolamentata, questo altro tipo di situazioni non credo lo sia.
In altre parole, mentre la disforia di genere è regolamentata, questo altro tipo di situazioni non credo lo sia.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.3k visite dal 27/05/2021.
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