Sostituzione di benzodiazepine

Buongiorno, come si evince dal precedente consulto, sono in cura con paroxetina (20mg/dì) e benzodiazepine.
Dopo mesi di assunzione di alprazolam alle dosi 0, 25/mattino, 0, 25 ore 14, 0, 50 la sera, pur essendo migliorata la situazione persiste un'ansia presente in modo altalenante (in alcuni giorni sto bene, in altri l'ansia è veramente patologica).
Lo psichiatra, al colloquio di ieri, non ha ritenuto di dover aumentare la dose di paroxetina poichè continua ad insistere che per me è la dose giusta, ma ha sostituito lo xanax con il lexotan (10gc al mattino, 10 gc.
alle 14, 20 gc la sera) e tra circa 8 gg.
lo dovrò risentire per riferire se qualcosa è migliorato.

Le domande che vorrei porre sono le seguenti:
- Può esserci una differenza di risposta tra xanax e lexotan?
(Devo dire che lo xanax l'ho assunto davvero negli anni per diversi lunghi periodi e forse ne sono assuefatta)
- Il sostituire da un giorno all'altro i due farmaci (sono passata direttamente da xanax a lexotan ieri) può portare effetti indesiderati come l'insonnia di questa notte (ho dormito pochissimo) ed un po' di stordimento?
E' normale?

Se tra 8 gg.
la situazione non sarà cambiata, secondo il medico sarebbe da aggiungere nuovamente l'amisulpride (che mi fa veramente stare bene) - 3 confezioni a mezza cmp al dì: ma anche questo non è solo un palliativo, poichè si può assumere per poco tempo?

Sono un po' demoralizzata, non riesco a vedere una soluzione...
Grazie ancora
Dr. Giovanni Portuesi Psichiatra, Psicoterapeuta 672 38
La sostituzione delle benzodiazepine può essere fatta, qualche disagio può esserci ma passeggero.
In effetti l' amisulpiride viene usata per periodi relativamente brevi con l ' indicazione della distimia. A distanza non si può dire molto altro, ovviamente è l' antidepressivo la base della terapia.

Dr Giovanni Portuesi

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Utente
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Grazie dottore.
Sì, lo psichiatra mi ha detto che la base della cura è la paroxetina (ma sono già 2 anni...), ma l'amilsulpiride a dosi di mezza cmp/dì da 50 su di me ha effetti stupefacenti, poche ore e sono un'altra. Essendo già da 12 anni in menopausa l'endocrinologo mi ha riferito che potrei prenderla tranquillamente anche per periodi più lunghi, ma il mio psichiatra non è d'accordo. Secondo Lei perchè? Ha importanti effetti collaterali anche alla mia età?
Purtroppo sono più di 10 anni che alterno un anno di benessere senza farmaci e poi devo ricominciare la cura... il medico dice che probabilmente è un fattore genetico per poca produzione di serotonina, può essere così? Nello stesso tempo lui è contrario ad una cura continuativa e preferisce, quando mi sento nuovamente bene, interromperla gradualmente per poi reintervenire nel momento di necessità. E' un giusto approccio? Grazie
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