Ansia ed ipocondriaco
Buongiorno, sono una donna di 29 anni.
Madre di due figli piccoli, che ha "da sempre" uno stato ansioso.
Quando ero in attesa del mio secondo figlio, nel 2018 a mio padre, medico, è stato riscontrato un linfoma che per il momento sembra essere in remissione.
Questo non ha fatto che aggravare di molto la mia ansia e trasformarla in una vera e propria ipocondria piuttosto grave, che somatizzo molto.
La parte peggiore della mia ipocondria è di tipo cardiofobico.
Non ho vissuto bene la seconda gravidanza ed avevo il terrore di morire di parto.
Ho sofferto per tutto il primo anno di mio figlio di una leggera forma di depressione post partum, ora svanita.
Tutto ciò è stato ulteriormente aggravato da una piastrinopenia grave presumibilmente di tipo acuto avuta circa un anno fa e scoperta "per caso" durante esami del sangue da me richiesti al mio medico a seguito di un emetoma sospetto, che momentaneamente non si è più ripresentata ma che mi ha lasciata in una sorta di limbo.
Non vivo bene in quanto passo la giornata ad ascoltare il mio cure trovando inevitabilmente qualcosa che non va e che mi allarma nonostante una visita cardiologica che ha riscontrato tutto nella norma.
Mi sto avvalendosi da un po' di tempo del sostegno di uno psicologo psicoterapeuta che mi aiuta nella gestione della mia ansia e della mania del controllo che mi ha sempre contraddistinta, portandomi spesso ad atteggiamenti di accumulo.
Questo però mi pare non bastare in quanto non mi aiuta dal punto di vista dell'ipocondria che è ciò che rende la mia qualità della vita peggiore.
Io e mio marito abbiamo sempre desiderato avere 3 figli ma la mia ipocondria è arrivata al punto tale di non permettermi di affrontare una terza gravidanza in quanto ho troppa paura di poter morire a seguito del parto.
Cosa mi consiglia di fare?
Chiede che non sia sufficiente il sostegno dello psicologo e che mi debba rivolgere ad uno psichiatra?
Ho preso per circa una settimana lo xanax a a seguito di un attacco di panico e tachicardia arrovata a 220 battiti prescritto dal mio medico di medicina generale che ho poi interrotto per non riprendere.
Grazie mille per il vostro tempo.
Madre di due figli piccoli, che ha "da sempre" uno stato ansioso.
Quando ero in attesa del mio secondo figlio, nel 2018 a mio padre, medico, è stato riscontrato un linfoma che per il momento sembra essere in remissione.
Questo non ha fatto che aggravare di molto la mia ansia e trasformarla in una vera e propria ipocondria piuttosto grave, che somatizzo molto.
La parte peggiore della mia ipocondria è di tipo cardiofobico.
Non ho vissuto bene la seconda gravidanza ed avevo il terrore di morire di parto.
Ho sofferto per tutto il primo anno di mio figlio di una leggera forma di depressione post partum, ora svanita.
Tutto ciò è stato ulteriormente aggravato da una piastrinopenia grave presumibilmente di tipo acuto avuta circa un anno fa e scoperta "per caso" durante esami del sangue da me richiesti al mio medico a seguito di un emetoma sospetto, che momentaneamente non si è più ripresentata ma che mi ha lasciata in una sorta di limbo.
Non vivo bene in quanto passo la giornata ad ascoltare il mio cure trovando inevitabilmente qualcosa che non va e che mi allarma nonostante una visita cardiologica che ha riscontrato tutto nella norma.
Mi sto avvalendosi da un po' di tempo del sostegno di uno psicologo psicoterapeuta che mi aiuta nella gestione della mia ansia e della mania del controllo che mi ha sempre contraddistinta, portandomi spesso ad atteggiamenti di accumulo.
Questo però mi pare non bastare in quanto non mi aiuta dal punto di vista dell'ipocondria che è ciò che rende la mia qualità della vita peggiore.
Io e mio marito abbiamo sempre desiderato avere 3 figli ma la mia ipocondria è arrivata al punto tale di non permettermi di affrontare una terza gravidanza in quanto ho troppa paura di poter morire a seguito del parto.
Cosa mi consiglia di fare?
Chiede che non sia sufficiente il sostegno dello psicologo e che mi debba rivolgere ad uno psichiatra?
Ho preso per circa una settimana lo xanax a a seguito di un attacco di panico e tachicardia arrovata a 220 battiti prescritto dal mio medico di medicina generale che ho poi interrotto per non riprendere.
Grazie mille per il vostro tempo.
[#1]
L'episodio di tachicardia a 220 che morfologia aveva, normale ? E' stato registrato su un ecg ed è durato un certo tempo ? O è una misurazione raggiunta dalla macchinetta elettronica e durata giusto due secondi ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Grazie per la disponibilità, Stavo svolgendo delle normali faccende domestiche, ho avvertito delle palpitazioni ed applicato un pulsossimetro al dito, nell'immediato le pulsazioni erano 160, mi sono agitata e sono arrivate a 220, vedendo che non scendevano dopo una decina di secondi mi sono sdraiata dul letto e sono rapidamente tornate a 85. Lasciandomi però in uno stato di agitazione per qualche minuto. Durante l'ecg dell'ultima visita cardiologica le mie pulsazioni risultavano 86 al minuto.
[#3]
Appunto, chiedevo per questo, perché quelle sono misurazioni istantanee fatte con un sistema matematico, non è che per un minuto abbia avuto 220 pulsazioni, per intenderci.
Quindi io farei diagnosticare la cosa da uno psichiatra in maniera che possa eventualmente indirizzarla verso le cure standard.
Quindi io farei diagnosticare la cosa da uno psichiatra in maniera che possa eventualmente indirizzarla verso le cure standard.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1k visite dal 17/04/2021.
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