Ansia sociale, lavoro e terapia?

Salve, sono Tizio ho 27 anni, soffro di ansia sociale diagnosticata a 22 anni da uno psicologo e da pochi giorni da uno psichiatra.

Racconto brevemente la mia storia.


Sono un ragazzo normale, fin da da piccolo sono stato timido, i miei genitori apprensivi, vittima di bullismo a scuola e fuori da scuola.
Riesco comunque a farmi degli amici, cambiare spesso ragazze ed essere un tipo ambizioso.

Finite le superiori, vado all’università, ho lavorato in un call center, qui mi accorsi ancor di più della grande ansia che non riuscivo a gestire.
Ansia che ho avuto anche nei rapporti con compagni a scuola e con colleghi all’università.
A lavoro l’ansia però era molto più forte.
Riesco a tirare avanti un anno non con risultati eccellenti ma sufficienti a farmi rinnovare ogni mese il contratto.
Decido di lasciare il lavoro per dedicarmi allo studio e basta.

Da un anno a questa parte si presenta l’opportunità di lavorare in banca come consulente finanziario.
Gestisco 150 clienti e devo ampliare il portafoglio clienti.
In poche parole sono ogni giorno con nuove persone, devo creare relazioni, entrare in attività commerciali sconosciute e instaurare rapporti amicali con i titolari per poi proporgli consulenza, insomma tutto ciò che un fobico sociale non può fare.

La mia ambizione mi ha aiutato ma adesso sto mollando è troppo difficile e soffro troppo ogni giorno e non riesco a portare a termine le attività rinunciando a opportunità di acquisire clienti, il weekend anziché essere un momento di riposo, sto in costante ansia.
Sono infelice e soffro.


In passato con lo psicologo all’età dei 22 anni (mentre lavoravo in call center) per 12-13 sedute mi fece fare una terapia cognitiva comportamentale di esposizione alle situazioni ansiogene, unico benefici che ho avuto, fu quello di comprender il meccanismo dell’ansia sociale e conoscerlo bene.

Adesso, ho fatto la prima visita da uno psichiatra e mi ha prescritto

-FRONTAL 3 gocce mattina 3 a pranzo e 5 la sera
- guardare immagine perché non riesco a decifrare credo sia un SSRI mezza compressa la mattina
- inoltre mi ha detto che affiancheremo terapia di desensibilizzazione, training autogeno ed eventualmente ipnosi con condizionamenti mentali.


Inoltre mi ha detto che posso smettere di prendere priligy per l’eiaculazione precoce perché con questi farmaci avrò effetti migliori, e anche sildenafil.
A suo dire è tutto collegato ai problemi di ansia (cosa che mi disse a suo tempo un andrologo)

Vi chiedo,
- cosa pensate della terapia?

- il dottore dice che ne esco in qualche mese, è possibile?

- ho una compagna da 7 anni ci amiamo e c’è affetto e confidenza, i problemi di ansia sociale possono influire su eiaculazione precoce (avuta da sempre) e di erezione (mantenimento) ?


Al seguente link ho caricato foto parziale della prescrizione dello psichiatra tagliando tutti i riferimenti.


https://www.amazon.it/photos/share/rUHK4SSVZ9Z6H4bObI1rbWh0tFhX60xMuxdXcE2CdXb

Grazie a chi risponderà
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Qui la questione però mi sembra anche gravata da una tendenza a porsi innumerevoli domande a priori, e forse questo è proprio un aspetto di partenza della sindrome, non saprei.
Si intuisce dal fatto che la proposta terapeutica è talmente completa da includere anche cure per effetti che non si sa se avrà, e tutte le misure terapeutiche possibili insieme. Quindi forse si tratta di una serie di risposte e risorse già definite perché Lei ne era preoccupato o ha chiesto informazioni in merito.
La domanda finale è semplicemente una messa in dubbio a vuoto della cura, paradossalmente una cura di cui neanche sa la composizione (si legge la ricetta naturalmente). Una domanda del genere, così come quelle del tipo "andrà bene ?", "funzionerà", "è giusta" etc sono da intendersi come domande sintomatiche. Altrimenti vorrebbero dire che dubita della competenza del medico su tutto ciò che le ha detto, ma non credo sia così.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dott.Pacini, credo che una delle finalità stessa del sito sia avere ulteriori pareri rispetto ad una terapia proposta da uno specialista.
Ciò che vorrei sapere è se lei, o altri suoi colleghi, rispetto alle informazioni che ho dato a voi ( le stesse date al medico che mi ha in cura ) prescrivereste la medesima cura.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Il medico che l'ha visita ha molti altri elementi che noi non abbiamo, prima di tutto. Ma al fine pratico sapere se un altro medico che ha meno dati di quello che ci ha visitato prescriverebbe la stessa cosa (e se non è la stessa, è importante ?), che differenza pratica fa.
Non si tratta di un secondo parere, ma di una messa in dubbio del primo con meno elementi, cioè qualcosa di poco costruttivo. Siccome il modo in cui pone le domande, e anche le domande in sé, rivelano una matrice di tipo dubitativo, alla fine si spende tempo nel pensare ad alternative, dettagli, interrogativi etc che tali rimangono e non comportano alcuna decisione pratica.
[#4]
Utente
Utente
Gentile Dott. Pacini.
Credo che il dubbio e la curiosità non siano cose negative come le sembra far essere.
Il dottore che mi ha visitato sa quanto lei, perché ho scritto ne più ne meno di ciò che ho riferito a lui.
Avere un conferma, presa sempre con le pinze, da altri specialisti, sulla terapia che mi è stata prescritta, penso non sia nulla di male. Mettere in dubbio il medico che mi ha fatto la visita ? Medico che non conosco, che mi ha prescritto psicofarmaci, che dovrebbe curare una malattia e che mi ha rovinato la vita?
Massima fiducia nel genere medico, ma è consentito avere conferme da altri specialisti? Dopo che ho avuto esperienze in altri campi girando diversi specialisti ho notato un leggero conflitto di interessi nella sanità privata che accomuna una piccola parte degli operatori. Motivo per cui mio zio perdette la vista per non aver chiesto altri pareri, e io dopo tre androloghi pagati centinaia di euro, ho avuto versioni differenti e terapie opposte.
Sulla base dell’esperienza mia diretta e indiretta volevo solo una conferma a grandi linee della terapia, non mi sembra chieder troppo, perciò sarei lieto di sapere il suo parere circa quanto scritto nelle specifiche domande che ho posto. Se le servono ulteriori elementi per rispondere, sono ben lieto di darglieli. Per me è importante, voglio vivere, ma vorrei evitare di spendere centinaia di euro per sapere altri pareri visto che questa piattaforma è davvero ben fatta e molto utile quando ben usata.
Grazie e scusi se mi sono dilungato.
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
La visita non si compone solo di cose dette e scritte. Ma anche viste.
Non ha capito il mio discorso.
Ma non capisco parte del suo: il medico prescrive psicofarmaci (una brutta cosa ? ), e come ha fatto a rovinarle la vita se l'ha appena visita, al di là della brutta espressione.
Un medico la visita, le prescrive una cura, e Lei chiede conferma ad uno che ha meno elementi in mano per dare un giudizio, e che quindi al massimo potrà dire che non c'è niente che non torna nella prescrizione di macroscopico .
Invece qualcosa che si nota gliel'ho detto, e al di là della banalità di sapere che la cura prescritta è una di quelle normali. Le ho fatto notare che tutto questo scrupolo nell'indicare addirittura medicinali per effetti collaterali da definire rivela se mai una sua tendenza a far domande, a volere avere previsioni, a voler avere dettagli etc. Che si offenda o meno, questo si nota e non è una cosa scontata. Si nota in questo caso, ed è congruo con la sua diagnosi.
[#6]
Utente
Utente
Illustre Dott. Pacini, sicuramente mi sono mal espresso, la patologia mi ha rovinato la vita non il dottore.
Voglio chiarire:
1- non ho chiesto di effetti collaterali, ma se a grandi linee può esser presa per buona la terapia
2- non ho chiesto la verità divina, Invece come dice lei al massimo potrà dire che non c'è niente che non torna nella prescrizione di macroscopico sarebbe stato più che risolutivo per i quesiti che ho posto.
3- non reputo una brutta cosa prendere psicofarmaci, ma sicuramente è qualcosa di impegnativo, cioè non sono caramelle.

Detto ciò la ringrazio ulteriormente per questo scambio e mi piacerebbe sapere da lei o da chi mi legge, nella vostra carriera, in media sulla base della vostra esperienza, un fobico sociale con un intelligenza medio-alta e che soffre ma ugualmente lavora e si espone agli eventi ansiogeni della vita ma con difficoltà, qualche volta ricorrendo anche all’evitamento, in quanto tempo guarisce? Ripeto che non cerco verità, ma voglio testimonianze di chi ne è uscito, cosa che non riesco a trovare da nessuna parte.

In anticipo ringrazio lei Dott.Pacini e tutti coloro che risponderanno
[#7]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Non sono caramelle, ma uno va dal medico per avere caramelle ? Di solito no.
Poi, se il punto 2 è la risposta che le basta, a che serve ? E' abbastanza inutile, è "meno" di quel che già le è stato detto. E' come dire che c'è un testimone oculare e poi chiedere conferma ad un testimone per sentito dire.
Le conferme di chi ne è uscito stanno negli studi compiuti su queste terapie. Altrimenti come si fa a sapere che funzionano... ?
Le testimonianze non sono il modo in cui si usa riportare l'efficacia delle cure, anzi sono una modalità che a me farebbe sorgere dubbi sulla validità di quello che è presentato.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto