Può il lavoro far guarire un disturbo di panico
Sono un uomo di 30 anni, sono 10 anni che soffro di schizofrenia ed attacchi di panico, la schizofrenia è sotto controllo il problema sono queste crisi d'ansia molto invalidanti, lo psichiatra che mi segue dall'ASL mi ha detto che faccio una vita troppo ritirata cioè che sono troppo ritirito a casa, e che devo uscire e integrarmi con il mondo all di fuori, il punto che soffrendo di questi crisi d'ansia l'individuo per non vivere ulteriori crisi fuori tende a ritirarsi a casa, è un cane che si morde la coda.
La terapia è la seguente:
Olanzapina 20 mg alle 18:00
Clorpromazina 200 mg alee 20:00
Se attacco di panico: 1/2 Compressa di Clorpromazina cioè 50 mg + Diazepam 10 mg
Con questa terapia sto bene ed quando ho un attacco di panico prendendo i medicinali come mi ha indicato lo psichiatra in 1 ora passa tutto.
Voglio sapere per cortesia voi che siete dei medici, se mi metto a lavorare, potrei guarire da questo disturbo di pancio?
Il lavoro Cura?
Il lavoro fa guarire?
Grazie.
Cordialità!
La terapia è la seguente:
Olanzapina 20 mg alle 18:00
Clorpromazina 200 mg alee 20:00
Se attacco di panico: 1/2 Compressa di Clorpromazina cioè 50 mg + Diazepam 10 mg
Con questa terapia sto bene ed quando ho un attacco di panico prendendo i medicinali come mi ha indicato lo psichiatra in 1 ora passa tutto.
Voglio sapere per cortesia voi che siete dei medici, se mi metto a lavorare, potrei guarire da questo disturbo di pancio?
Il lavoro Cura?
Il lavoro fa guarire?
Grazie.
Cordialità!
[#1]
Come ha detto lei è la classica situazione del cane che si morde la coda. Mi sembra che al di là dei giusti suggerimenti dei curanti, è lei stesso a intuire che fare una vita meno ritirata la farebbe stare meglio, anche se giustamente lei fa presente che affrontare le difficoltà del mondo esterno la farebbe sentire ansioso. Penso che potrebbe provare con piccoli passi, cioè proponendosi di fare "piccoli lavori", piccole prove per acquisire sicurezza, idealmente in situazioni dove può essere seguito.
Dr Giovanni Portuesi
[#3]
Le domande che ha posto non possono avere una risposta semplice, sì o no.
Un'attività che piace, studio o lavoro o sport o altro, è di aiuto, se dà soddisfazione, se l'ambiente in cui si svolge è gradevole e accogliente (e per ambiente intendo il posto e le persone con cui si interagisce), se chi svolge queste attività riesce a gestire le inevitabili frustrazioni, noia, stress, incomprensioni, osservazioni poco "simpatiche" delle altre persone.
E' un percorso, che è meglio dello stare chiuso in casa, che fa stare meglio, ma che in una situazione come la sua, con 10 anni di malattia alle spalle, va fatto a piccoli passi e con un aiuto. Un corso di avviamento al lavoro (quando saremo più liberi dal covid, oppure on line) e l'assistenza degli operatori dell'asl nei primi tempi sono indispensabili.
Un'attività che piace, studio o lavoro o sport o altro, è di aiuto, se dà soddisfazione, se l'ambiente in cui si svolge è gradevole e accogliente (e per ambiente intendo il posto e le persone con cui si interagisce), se chi svolge queste attività riesce a gestire le inevitabili frustrazioni, noia, stress, incomprensioni, osservazioni poco "simpatiche" delle altre persone.
E' un percorso, che è meglio dello stare chiuso in casa, che fa stare meglio, ma che in una situazione come la sua, con 10 anni di malattia alle spalle, va fatto a piccoli passi e con un aiuto. Un corso di avviamento al lavoro (quando saremo più liberi dal covid, oppure on line) e l'assistenza degli operatori dell'asl nei primi tempi sono indispensabili.
Franca Scapellato
[#4]
E' praticamente impossibile fare previsioni, a maggior ragione per lettera. In linea generale i disturbi per i quali lei prende i farmaci antipsicotici tendono ad essere cronici, ma la sintomatologia ansiosa può variare molto a seconda delle nostre condizioni interiori ed esteriori.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.3k visite dal 09/04/2021.
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