Problemi lavorativi legati all'ansia, non riesco a uscire da una situazione. parlarne al lavoro?

Buon giorno.

Ho scritto più volte, per miei disturbi d'ansia legati a un lavoro che non mi piace e che non mi riesce neanche molto bene.

C'è un problema grosso di base, in quasi 10 anni non sono riuscito a riciclarmi in qualcosa che potesse piacermi di più, neanche ci ho provato e forse non saprei neanche da dove iniziare.

Ora però ho un problema urgente da risolvere.

Fino poco tempo fa stringevo i denti, mi violentavo e cercavo di fare il tutto e per tutto per portare anche dei risultati piccoli sul lavoro e collaborare con gli altri, essere apprezzato.

Da un po' di mesi, forse causa anche lo smart working, non mi interessa più nulla e non lavoro, mi imbambolo davanti al pc.
Se con tutte le mie problematiche prima mi sentivo apprezzato al lavoro, ora la fiducia inizia a scemare.
Tendo a lavorare davvero poco, facendo che siano gli altri a chiudere le cose, e questo inizia a vedersi e sentirsi.
Nessuno mi ha richiamato, ma credo che ora non molti vogliano finire in un progetto con me, proprio per questioni pratiche: il lavoro deve essere portato avanti.

Io mi imbambolo davanti al pc, e non riesco più a fare il minimo sforzo per provare a tenermi questo lavoro.


Cosa mi conviene fare?

Parlarne con un superiore di questa mia difficoltà a stare concentrato per più di dieci minuti e cercare di chiedere un periodo di malattia al mio medico.

Provare davvero a lasciare questo lavoro nella speranza che qualcosa si attivi.

Una visita neurologica potrebbe dare delle spiegazioni.


Sapreste darmi dei consigli?

(terapia alprazolam, pregabalin, citalopram)
Vi ringrazio, sperando in un vostro aiuto.

Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Una visita psichiatrica può chiarire anche gli aspetti relativi alla terapia ma se il lavoro non le piace nessuna terapia può essere risolutiva.




Dr. F. S. Ruggiero


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[#2]
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Credo a centrato il punto. Sono anni che cerco di stringere i denti su un lavoro che non mi piace e seguendo anche una terapia.

Il problema a valle credo sia proprio il lavoro che non mi piace e non sono portato.
Però credo che una persona si sposta naturalmente a piccoli passi verso qualcosa di piu consono. Tutte le mi energie sono andate a cercare di rimanere dove sono ( per paure lavorative, economiche, di non lavorare) .

In questi anni non mi sono mai permesso di sognare o anche solo fantasticare su quali alternative potrei darmi. E attivare quindi anche questi stimoli. Questo credo non sia stato normale.
Per ritrovare questa spinta a migliorarsi a muoversi a cambiare è più indicato uno psichiatra o uno psicologo.? ( forse qua si esce un pò dai disturbi psichiatrici)
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
La visita psichiatrica può servire per chiarire meglio la diagnosi, e in base a questa lo specialista la può indirizzare verso una psicoterapia, che può effettuare sia uno psichiatra che uno psicologo abilitato, che comunque non esclude a priori una terapia farmacologica associata.

Franca Scapellato

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Utente
Utente
Forse non ho spiegato bene la situazione.
Sono in questa situazione da circa 8 anni, e più o meno ogni 2 mesi ho un check con uno psichiatra per sindrome ansiosa/depressiva. La terapia farmacologica c'è già da 8 anni con citalopram, xanax ( a periodi lirica a periodi tavor).

La terapia farmacologica probabilmente mi permette di mantenere il lavoro, senza la quale probabilmente l'avrei perso.

Ora il collega Saverio giustamente scrive se il lavoro non piace nessuna terapia può essere risolutiva.

Il mio lavoro di questi anni è sempre stato di resistenza, e mai di possibilità di evasione. L'attuale psichiatra mi ha sempre dato degli strumenti per cercare di conservare il posto fisso. Sto mettendo in dubbio questo.
Perchè non so pensare a qualcosa che mi piacerebe fare? perchè non ipotizzo dei cambiamneti? perchè mi sono cosi spento in questi anni?
Vorrei fare un lavoro per ritrovare delle passioni ( ovviamente con la consapevolezza che il posto fisso è importtantissimo ). mi serve un percorso non solo farmacologico ma piu conscitivo verso me stesso. Per questo non sapevo su che figura orientarmi.
La figura dello psichiatra fino ora mi ha aiutato a "non scoppiare", mi ha dato una cura farmacologica, ma non sono riuscito a fare un pecorso che evidenziasse i miei desideri e ipotizasse un cambiamento.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Così è più chiaro. A questo punto un percorso psicoterapeutico mi sembra opportuno.
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Utente
Utente
Un percorso psicoterapeutico come funziona?
Di solito quante sedute e con che frequenza vengono fatte.
L'attuale psichiatra non era disponibile per un percorso terapeutico, ma è stato disponibile per colloqui psichiatrici (mensile o bimensile).
Per un percorso psicoterapeutico cosa si intende?
Dove posso cercare una figura di riferimento per questo?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Può chiedere al suo psichiatra di indirizzarla a uno psicoterapeuta di sua fiducia. Ci sono tante tipologie di psicoterapia, da quella di tipo psicanalitico alla terapia strategica breve, alla psicoterapia cognitivo comportamentale, varia l'impostazione, la frequenza delle sedute, la durata del trattamento.
Per orientarsi può leggere questo: https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
La cosa fondamentale, al di là dell'indirizzo teorico, è che nel rapporto col terapeuta il paziente si senta capito, aiutato e che dopo un tempo ragionevole si renda conto di aver fatto progressi.
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