Una persona in stato di coma è in grado di sentire o percepire quanto le accade intorno?

Ho 25 anni.
Fin da ragazzino ho sofferto di disturbi di personalità, il mio stato d'animo mutava drasticamente nel giro di pochi istanti e sono arrivato addirittura (una sola volta) ad aggredire fisicamente mio fratello.
Sono cresciuto in un'ambiente degradato, in una famiglia totalmente devastata e questo mi ha condotto a non permettermi alcuna cura per il mio problema.
Sono riuscito a conviverci per molti anni, fino a quando a 21 anni conosco l'amore della mia vita.
Quando ho conosciuto questa ragazza la mia esistenza ha ripreso ad avere un senso e la mia condizione è migliorata nettamente.
Tranne che in alcuni momenti.
C'erano istanti in cui mi arrabbiavo con lei per episodi accaduti soltanto nelle mie paranoie.
Non fraintendetemi, non le ho mai fatto del male e mai lo farei in nessun caso.
Non abbiamo mai litigato pesantemente, ma solo discusso.
La mia ansia si trasformava in paranoia continua di perdere questa ragazza, in pianti disperati per chiederle di perdonare le mie scenate ed insonnia costante.
Lei mi è stata accanto, sempre.
Siamo stati in seduta da uno psicologo, che mi ha prescritto degli antidepressivi.
Li ho presi regolarmente, ma hanno sortito un effetto devastante nella mia mente.
Ho cominciato a sentirmi ancora più paranoico, ancora più stanco.
Mi sentivo svuotato della mia serenità.
Fino a quando tre mesi fa ero in macchina con la mia fidanzata.
Valentina voleva che la smettessi di assumere questi farmaci.
Voleva che chiedessimo aiuto ad un altro specialista.
Ho cominciato ad arrabbiarmi con lei, a dirle che non mi amava davvero perché pensava che fossi pazzo.
Ha cominciato a piangere e, Dio Cristo vorrei morire, mi sono ritrovato un camion di fronte.
Non mi sono fatto niente purtroppo (sono abbastanza grosso), ma Valentina è finita in coma.
Ha dei trauma cranici, non respira da sola, non mi parla più... non mi sente più.
Vorrei morire.
Penso costantemente alla morte, penso che se morissi io Dio lascerebbe vivere lei.
Le ho parlato, le ho cantato, le ho letto il suo libro preferito, ma è in grado di sentirmi?
Ho bisogno del vostro aiuto, cosa posso fare?
Come la posso aiutare?
Vi prego, farei qualunque cosa... esiste un modo per indurla a svegliarsi?
La lascerò libera se ritorna, tanto uno come me è meglio che viva da solo.
Sono un disastro della natura e non merito di averla.
Ma soltanto desidero che stia bene.
Sono costantemente accanto a lei, quando non posso essere vicino al letto sono fuori, non voglio lasciarla sola.
Eppure, sono tre mesi e non torna.
Cosa faccio?
Cosa significa che ha un'emorragia celebrale?
Cosa potrebbe comportare?
Vorrei sapere perché la collegano continuamente a questi tubi.
Mi dicono di non preoccuparmi, ma ho paura che lo facciano per non farmi uscire di testa, ecco perché mi rivolgo a voi.
Potrebbe andarsene, non è così?
Cosa devo fare... non lo so.
Aiutatemi.
Non la voglio perdere.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
La persona è seguita da medici, ma ha senso che le dicano di non preoccuparsi, visto che la situazione non dipende da Lei e quindi la preoccupazione non servirebbe. Mentre invece la lasciano interagire. Se reagisca o meno potrebbero probabilmente vederlo in qualche modo, anche se non è detto che si veda macroscopicamente.
Non cessi di preoccuparsi anche della sua salute mentale, per cui se non avevano funzionato gli antidepressivi un senso può esserci, non è di per sé una cosa strana o impossibile. Quindi chieda sicuramente un secondo parere per capire cosa può esserle utile anche a gestire questa situazione.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini