Disturbi dell’umore, dissociazione, depressione e voglia di morire
Salve, sono una ragazza di 18 anni che soffre dal 2017 di disturbo dell’umore, depressione e istinto suicidario e dal 2018 di disturbo dissociativo.
Mi sono stati diagnosticati poiché sono in cura e ho passato un’anno ricoverata in ospedale clinica e comunità.
Ora sono fuori, continuo un percorso di psicoterapia.
I farmaci non hanno mai funzionato su di me: ne ho provati tanti ma specialmente per la dissociazione non hanno mai fatto effetto.
Arrivo ad avere dei veri e propri stati di shock dove guardo il vuoto e non riconosco i miei pensieri.
Per quanto riguarda l’umore, esso è altalenate e pieno di picchi.
È prettamente depressivo, con sprazzi di felicità maniacale a volte innocua a volte no.
Ho difficoltà a capire che sono in vita e tutto mi sembra assurdo e nuovo ai miei occhi.
A volte mi scordo chi sono i miei familiari o il mio ragazzo e non mi riconosco allo specchio.
Ho passato, dopo tante pene, un periodo di qualche mese (da settembre a dicembre di quest’anno) in una fase di tranquillità leggermente maniacale ma sotto controllo.
Per fattori esterni da metà dicembre sono entrata in crisi ed è da quel momento che ho continuamente momenti di battuta di arresta e malessere quasi tutti i giorni.
Provo un malessere nel sentire tutte le cose che confermano la realtà: un citofono che suona, la mia voce, un palazzo.
In queste crisi arrivo a non voler vivere più e trascinarmi un uno stato di catatonia tutto il giorno a letto senza fare nulla.
Qualche giorno fa la mia voglia di morire era alle stelle, ma come sempre mi sono rialzata e adesso ho cominciato a fare un po’ di cose per me stessa.
Sono stufa però di dover ricominciare ogni volta e rialzarmi.
C’è un metodo, oltre i farmaci (che non funzionano) per rimanere attaccata alla realtà e limitare questi momenti di crisi che minano il mio percorso scolastico (che sono tentata ad abbandonare ogni volta che sono in questo circolo) le mie relazioni, il rapporto con la famiglia e con me stessa?
Ora sto bene ma ho paura di ricadere un’altra volta nel circolo e vivere questa vita ad intermittenza.
Grazie in anticipo
Mi sono stati diagnosticati poiché sono in cura e ho passato un’anno ricoverata in ospedale clinica e comunità.
Ora sono fuori, continuo un percorso di psicoterapia.
I farmaci non hanno mai funzionato su di me: ne ho provati tanti ma specialmente per la dissociazione non hanno mai fatto effetto.
Arrivo ad avere dei veri e propri stati di shock dove guardo il vuoto e non riconosco i miei pensieri.
Per quanto riguarda l’umore, esso è altalenate e pieno di picchi.
È prettamente depressivo, con sprazzi di felicità maniacale a volte innocua a volte no.
Ho difficoltà a capire che sono in vita e tutto mi sembra assurdo e nuovo ai miei occhi.
A volte mi scordo chi sono i miei familiari o il mio ragazzo e non mi riconosco allo specchio.
Ho passato, dopo tante pene, un periodo di qualche mese (da settembre a dicembre di quest’anno) in una fase di tranquillità leggermente maniacale ma sotto controllo.
Per fattori esterni da metà dicembre sono entrata in crisi ed è da quel momento che ho continuamente momenti di battuta di arresta e malessere quasi tutti i giorni.
Provo un malessere nel sentire tutte le cose che confermano la realtà: un citofono che suona, la mia voce, un palazzo.
In queste crisi arrivo a non voler vivere più e trascinarmi un uno stato di catatonia tutto il giorno a letto senza fare nulla.
Qualche giorno fa la mia voglia di morire era alle stelle, ma come sempre mi sono rialzata e adesso ho cominciato a fare un po’ di cose per me stessa.
Sono stufa però di dover ricominciare ogni volta e rialzarmi.
C’è un metodo, oltre i farmaci (che non funzionano) per rimanere attaccata alla realtà e limitare questi momenti di crisi che minano il mio percorso scolastico (che sono tentata ad abbandonare ogni volta che sono in questo circolo) le mie relazioni, il rapporto con la famiglia e con me stessa?
Ora sto bene ma ho paura di ricadere un’altra volta nel circolo e vivere questa vita ad intermittenza.
Grazie in anticipo
[#1]
Buongiorno.
il Disturbo Bipolare è nella grande maggioranza dei casi ben trattabile, in genere con l'associazione di due o tre farmaci di diverse categorie . Occorre trovare con la necessaria pazienza lo schema valido per ciascuna persona.
Detto questo, è vero che la dissociazione risponde meno bene alle cure.
Sarebbe utile conoscere i farmaci che ha già provato e la terapia attuale.
Cordiali saluti
il Disturbo Bipolare è nella grande maggioranza dei casi ben trattabile, in genere con l'associazione di due o tre farmaci di diverse categorie . Occorre trovare con la necessaria pazienza lo schema valido per ciascuna persona.
Detto questo, è vero che la dissociazione risponde meno bene alle cure.
Sarebbe utile conoscere i farmaci che ha già provato e la terapia attuale.
Cordiali saluti
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 18/03/2021.
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Approfondimento su Disturbo bipolare
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