Cosa sarebbe meglio fare?
Salve Dottori.
Vorrei porvi una domanda che potrebbe sembrarvi quasi ingenua.
Quando ci si approccia alla cura di un disturbo d'ansia, clinicamente si punta alla remissione completa di tutti i sintomi?
Nel caso dovessero essere ancora presenti in misura minore alcuni sintomi come ci si comporta?
Sono una ragazza di 22 anni e da all'incirca 2 anni e poco più mi sono trovata a fare i conti con un disturbo d'ansia molto invalidante.
In poco tempo ha inglobato ogni aspetto della mia vita condizionandola notevolmente.
Mi sono trovata ad abbandonare il lavoro, limitare le uscite e tutti i rapporti umani, insomma una vita castrata da ogni punto di vista.
L'agorafobia limitava ogni mio spostamento e gli attacchi di panico e i sintomi ansiosi rendevano un vero e proprio incubo anche le uscite nei dintorni di casa, in pochi mesi ho perso completamente il libero arbitrio.
Ad Ottobre dato che tutte le terapie psicologiche risultavano fallimentari ho deciso di vedere uno psichiatra, e in accordo con esso ho iniziato una cura farmacologica dato che secondo lui era obbligatoria data la gravità dei sintomi.
In pochi mesi ho raggiunto il dosaggio di 15gocce di cipralex e la situazione sembra notevolmente migliorata rispetto a prima.
Le crisi d'ansia si sono prima ridotte e poi sparite e con esse molti dei sintomi, insomma un buon 70% dei sintomi fortunatamente sono venuti meno.
Attualmente mi ritrovo a fare i conti con quel "30%" dei sintomi, di tanto in tanto mi capita di avere qualche episodio d'ansia, ogni tanto tornano a trovarmi alcuni sintomi come una leggera ansia al risveglio, il rimurgino di pensieri, le preoccupazioni smisurate su cose marginali.
Oltretutto quando provo a sfidare la mia agorafobia, tutti quei sintomi che il farmaco riesce a tenere a freno normalmente escono fuori anche se soffocati per intensità e durata.
Questa condizione per quanto nettamente migliore di quella di partenza continua a farmi sentire malata oltre al fastidio dei sintomi stessi.
In settimana ho il colloquio con lo psichiatra, in questi casi come ci si comporta?
Con un aumento di dosaggio è possibile sperare nel rientro di tutti i sintomi?
Vorrei porvi una domanda che potrebbe sembrarvi quasi ingenua.
Quando ci si approccia alla cura di un disturbo d'ansia, clinicamente si punta alla remissione completa di tutti i sintomi?
Nel caso dovessero essere ancora presenti in misura minore alcuni sintomi come ci si comporta?
Sono una ragazza di 22 anni e da all'incirca 2 anni e poco più mi sono trovata a fare i conti con un disturbo d'ansia molto invalidante.
In poco tempo ha inglobato ogni aspetto della mia vita condizionandola notevolmente.
Mi sono trovata ad abbandonare il lavoro, limitare le uscite e tutti i rapporti umani, insomma una vita castrata da ogni punto di vista.
L'agorafobia limitava ogni mio spostamento e gli attacchi di panico e i sintomi ansiosi rendevano un vero e proprio incubo anche le uscite nei dintorni di casa, in pochi mesi ho perso completamente il libero arbitrio.
Ad Ottobre dato che tutte le terapie psicologiche risultavano fallimentari ho deciso di vedere uno psichiatra, e in accordo con esso ho iniziato una cura farmacologica dato che secondo lui era obbligatoria data la gravità dei sintomi.
In pochi mesi ho raggiunto il dosaggio di 15gocce di cipralex e la situazione sembra notevolmente migliorata rispetto a prima.
Le crisi d'ansia si sono prima ridotte e poi sparite e con esse molti dei sintomi, insomma un buon 70% dei sintomi fortunatamente sono venuti meno.
Attualmente mi ritrovo a fare i conti con quel "30%" dei sintomi, di tanto in tanto mi capita di avere qualche episodio d'ansia, ogni tanto tornano a trovarmi alcuni sintomi come una leggera ansia al risveglio, il rimurgino di pensieri, le preoccupazioni smisurate su cose marginali.
Oltretutto quando provo a sfidare la mia agorafobia, tutti quei sintomi che il farmaco riesce a tenere a freno normalmente escono fuori anche se soffocati per intensità e durata.
Questa condizione per quanto nettamente migliore di quella di partenza continua a farmi sentire malata oltre al fastidio dei sintomi stessi.
In settimana ho il colloquio con lo psichiatra, in questi casi come ci si comporta?
Con un aumento di dosaggio è possibile sperare nel rientro di tutti i sintomi?
[#1]
Eventualmente andrà valutato un aumento di dosaggio o una variazione.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Dottore come variazione intende cambiare il farmaco? Nel caso sarei un pochino restia poiché fino ad ora rispetto alla condizione di partenza ha dimostrato notevoli effetti e soprattutto 0 effetti collaterali.
Spero in un aumento, dato che quando sono passata da 10 a 15 gocce il cambiamento è stato netto.
Ad ogni modo, secondo lei è possibile sperare in un rientro totale dei sintomi?
Spero in un aumento, dato che quando sono passata da 10 a 15 gocce il cambiamento è stato netto.
Ad ogni modo, secondo lei è possibile sperare in un rientro totale dei sintomi?
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 510 visite dal 02/03/2021.
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