Un primo tempo il disturbo non è stato diagnosticato
Vorrei un chiarimento su questa malattia di cui è affetta mia moglie da circa sei mesi. In un primo tempo il disturbo non è stato diagnosticato in maniera corretta ed è stata curata con Cipralex e Sereupin, successivamente (dopo circa due mesi ed un ricovero di circa un mese presso una struttura specializzata nella quale è stata diagnosticata la nuova patologia) siamo passati (attualmente) a 750mg di Litio, 200mg di Seroquel,750mg di Depakin chrono, 1 valeans 0,50 ed uno Stilnox la sera per dormire. La mia domanda è la seguente: la cura che attualmente sta facendo è corretta per la patologia che ha e soprattutto è molto alta nei dosaggi? I vari medici continuano a ricordarci che i tempi di guarigione sono molto lunghi, è corretta anche questa previsione ? Ma soprattutto se ne può guarire definitivamente, sempre però avendo cura di fare controlli ed esami preventivi ? Grazie
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Gentile utente,
il disturbo bipolare è un disturbo dell'umore caratterizzato dall'alternanza di fasi opposte di tipo depressivo ed espansivo. Nella realtà clinica il disturbo non è sempre così preciso nella sua manifestazione, tanto che la sua vera essenza sembra risiedere, più che nelle fasi maniacali/ipomaniacali e depressive, nel concetto di instabilità dell'umore. In merito alla terapia, non esiste una terapia 'preconfezionata', anzi ogni paziente dovrebbe ricevere un trattamento assolutamente individualizzato, poichè la risposta ai farmaci è sempre personale. Litio, valproato e quetiapina sono farmaci teoricamente utili; non si deve parlare di dosi 'forti' o 'leggere', proprio per l'estrema variabilità della risposta (per il litio ed il valproato in particolare si devono effettuare i dosaggi plasmatici e la dose deve essere regolata in base ad essi). Per quanto riguarda la guarigione, la malattia è purtroppo cronica, come il diabete o l'ipertensione, per cui il trattamento è a tempo indeterminato. Ciononostante, l'assunzione di una regolare terapia di mantenimento riduce significativamente il rischio di ricaduta, pur non eliminandolo mai in modo assoluto. Ricordi anche che l'aderenza alla cura in questi pazienti è molto spesso scarsa, per cui nel tempo, e soprattutto se stanno bene, tendono ad interromperla di propria iniziativa, aumentando così il rischio di recidive.
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
il disturbo bipolare è un disturbo dell'umore caratterizzato dall'alternanza di fasi opposte di tipo depressivo ed espansivo. Nella realtà clinica il disturbo non è sempre così preciso nella sua manifestazione, tanto che la sua vera essenza sembra risiedere, più che nelle fasi maniacali/ipomaniacali e depressive, nel concetto di instabilità dell'umore. In merito alla terapia, non esiste una terapia 'preconfezionata', anzi ogni paziente dovrebbe ricevere un trattamento assolutamente individualizzato, poichè la risposta ai farmaci è sempre personale. Litio, valproato e quetiapina sono farmaci teoricamente utili; non si deve parlare di dosi 'forti' o 'leggere', proprio per l'estrema variabilità della risposta (per il litio ed il valproato in particolare si devono effettuare i dosaggi plasmatici e la dose deve essere regolata in base ad essi). Per quanto riguarda la guarigione, la malattia è purtroppo cronica, come il diabete o l'ipertensione, per cui il trattamento è a tempo indeterminato. Ciononostante, l'assunzione di una regolare terapia di mantenimento riduce significativamente il rischio di ricaduta, pur non eliminandolo mai in modo assoluto. Ricordi anche che l'aderenza alla cura in questi pazienti è molto spesso scarsa, per cui nel tempo, e soprattutto se stanno bene, tendono ad interromperla di propria iniziativa, aumentando così il rischio di recidive.
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
Silvio Presta
[#2]
Gentile utente,
In accordo con la risposta del collega, ci tengo a ripeterle alcuni punti relativi al suo problema.
La terapia su cui lei chiede delucidazioni è coerente con la diagnosi, e si basa su farmaci denominati "stabilizzanti dell'umore", quali lito e depakin, integrati, a seconda della situazione e di aspetti associati, con altri farmaci meno specifici ma complementari. Di litio e di depakin non esistono dosi terapeutiche "alte", la dose per bocca è variabile ed è da considerarsi sufficiente quando il dosaggio dei due farmaci nel sangue sta entro determinati valori. I due stabilizzatori prescritti in questo caso sono oggettivamente quelli più efficaci nella prevenzione delle fasi eccitatorie (cosiddetta mania o stati misti). Spesso chi si cura per questo disturbo ha dei sintomi residui, cioè non risolti o ricorrenti, spesso di tipo depressivo o ansioso, la cui cura è più difficile.
Il disturbo bipolare è una malattia che di per sè tende ad aggravarsi o a persistere, a meno che alla sua origine non vi fossero chiare cause che sono state rimosse, come ad esempio l'uso di sostanze, ma anche in questo caso la cautela è d'obbligo. La si deve affrontare puntando a raggiungere il miglior grado di benessere possibile con la terapia addosso, e la terapia non deve essere "alleggerita" almeno per quanto riguarda gli stabilizzanti, poiché questo comporterebbe la ripresa del disturbo dopo un tempo non prevedibile e variabile. Non esiste il modo di prevedere le ricadute sulla base di esami e di intervenire per tempo sulla base dei risultati di qualche accertamento. I controlli psichiatrici sono il miglior modo per evidenziare i primi segni di ricaduta, ma le cure efficaci sono cure di mantenimento e preventive, ovvero da prendere anche quando si sta bene e soprattutto (a livello preventivo). Curarsi a cicli non è utile, e le cure per controllare nua ricaduta dopo che si è interrotta la terapia sono certamente più pesanti di quelle di mantenimento.
In accordo con la risposta del collega, ci tengo a ripeterle alcuni punti relativi al suo problema.
La terapia su cui lei chiede delucidazioni è coerente con la diagnosi, e si basa su farmaci denominati "stabilizzanti dell'umore", quali lito e depakin, integrati, a seconda della situazione e di aspetti associati, con altri farmaci meno specifici ma complementari. Di litio e di depakin non esistono dosi terapeutiche "alte", la dose per bocca è variabile ed è da considerarsi sufficiente quando il dosaggio dei due farmaci nel sangue sta entro determinati valori. I due stabilizzatori prescritti in questo caso sono oggettivamente quelli più efficaci nella prevenzione delle fasi eccitatorie (cosiddetta mania o stati misti). Spesso chi si cura per questo disturbo ha dei sintomi residui, cioè non risolti o ricorrenti, spesso di tipo depressivo o ansioso, la cui cura è più difficile.
Il disturbo bipolare è una malattia che di per sè tende ad aggravarsi o a persistere, a meno che alla sua origine non vi fossero chiare cause che sono state rimosse, come ad esempio l'uso di sostanze, ma anche in questo caso la cautela è d'obbligo. La si deve affrontare puntando a raggiungere il miglior grado di benessere possibile con la terapia addosso, e la terapia non deve essere "alleggerita" almeno per quanto riguarda gli stabilizzanti, poiché questo comporterebbe la ripresa del disturbo dopo un tempo non prevedibile e variabile. Non esiste il modo di prevedere le ricadute sulla base di esami e di intervenire per tempo sulla base dei risultati di qualche accertamento. I controlli psichiatrici sono il miglior modo per evidenziare i primi segni di ricaduta, ma le cure efficaci sono cure di mantenimento e preventive, ovvero da prendere anche quando si sta bene e soprattutto (a livello preventivo). Curarsi a cicli non è utile, e le cure per controllare nua ricaduta dopo che si è interrotta la terapia sono certamente più pesanti di quelle di mantenimento.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Gentile utente,
come gia' spiegato dai colleghi i controlli periodici consentiranno di evitare una ricaduta nella patologia, per la quale sara' necessaria una terapia farmacologica continua che potra' essere rimodulata nel corso del tempo in base alla risposta di sua moglie o all'insorgenza di sintomi appartenenti alla ciclicita' del disturbo.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
come gia' spiegato dai colleghi i controlli periodici consentiranno di evitare una ricaduta nella patologia, per la quale sara' necessaria una terapia farmacologica continua che potra' essere rimodulata nel corso del tempo in base alla risposta di sua moglie o all'insorgenza di sintomi appartenenti alla ciclicita' del disturbo.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#4]
Gentile utente,
purtroppo la cura del disturbo bipolare non conduce a una remissione totale. Ciò non significa che non si possa intervenire in modo significativo per incrementare la qualità di vita del paziente e prevenire le possibili e temibili ricadute.La causa che incide maggiormente sull'insuccesso della cura è in questa casi proprio la mancanza di continuità e perseveranza della terapia, soprattutto nei periodi di intervallo tra gli episodi depressivi e manicali/ipomaniacali, quando l'85% dei pazienti sembra riprendere un funzionamento ottimale e giudica opportuno sospendere la cura nonostante le pesanti controindicazioni. A questo proposito anche il timore di una dipendenza farmacologica deve essere scongiurato: dosaggi e tempi di somministrazione dei farmaci possono essere modificati all'occorrenza ma non vanno mai sospesi sia a causa dell'imprevedibilità delle recidive, sia per il rischio di un peggioramento sintomatologico o addirittura del manifestarsi di un disturbo concomitante. Se non ancora intrapreso può essere utile anche un percorso psicologico di sostegno o psicoterapeutico, con le stesse raccomandazioni di perseveranza del trattamento medico e dei monitoraggi psichiatrici.
Con i migliori auguri
F.I.Passoni
studiopsicologia1@libero.it
purtroppo la cura del disturbo bipolare non conduce a una remissione totale. Ciò non significa che non si possa intervenire in modo significativo per incrementare la qualità di vita del paziente e prevenire le possibili e temibili ricadute.La causa che incide maggiormente sull'insuccesso della cura è in questa casi proprio la mancanza di continuità e perseveranza della terapia, soprattutto nei periodi di intervallo tra gli episodi depressivi e manicali/ipomaniacali, quando l'85% dei pazienti sembra riprendere un funzionamento ottimale e giudica opportuno sospendere la cura nonostante le pesanti controindicazioni. A questo proposito anche il timore di una dipendenza farmacologica deve essere scongiurato: dosaggi e tempi di somministrazione dei farmaci possono essere modificati all'occorrenza ma non vanno mai sospesi sia a causa dell'imprevedibilità delle recidive, sia per il rischio di un peggioramento sintomatologico o addirittura del manifestarsi di un disturbo concomitante. Se non ancora intrapreso può essere utile anche un percorso psicologico di sostegno o psicoterapeutico, con le stesse raccomandazioni di perseveranza del trattamento medico e dei monitoraggi psichiatrici.
Con i migliori auguri
F.I.Passoni
studiopsicologia1@libero.it
F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica
studiopsicologia@hotmail.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 17.1k visite dal 03/09/2006.
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