Personalità dappica
Salve. Sono un ragazzo di 20 anni studente. Ieri ho avuto il mio secondo incontro con la psichiatra psicoterapeuta e su mia richiesta ha espresso una diagnosi probabile, parlando di "Personalità Dappica". Ora sul web inserendo tale espressione trovo nessuna particolare patologia di riferimento. Cosa si intende con questa espressione? Si fa forse riferimento ai DAP, ossia Disturbi Psicogeni dell'Alimentazione come penso io? premetto di non essere ne anoressico ne bulimico... incontrerò la dott.ssa come fissato per appuntamento fra due settimane... nel frattempo desidererei un bel chiarimento. cordiali saluti
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Personalità dappica è un'espressione inventata. DAP significa disturbo da attacchi di panico, mai sentita come espressione personalità dappica. Non è che ha capito male ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
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Ex utente
No son sicuro. probabilmente è stata una tecnica "furbesca" della dottoressa, per il fatto che io cercavo incessantemente su internet di farmi un autodiagnosi con successivi stati d' ansia. Ma è possibile soffrire di un disturbo di attacchi di panico non avendo dei classici attacchi di panico? premetto che mio padre soffre di attacchi di panico.
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Probabilmente la sua terapeuta fa riferimento alle organizzazioni di significato personale che nella teoria cognitivista post-razionalista comprende l'organizzazione di tipo DAP ossia disturbo alimentare psicogeno. Tale organizzazione di significato non ha necessariamente relazione con un disturbo alimentare, e viene tra gli addetti ai lavori, spesso definita come personalità dappica. Non è comunque una diagnosi, ma piuttosto una descrizione di un tipo di organizzazione della personalità all'interno di una corrente del cognitivismo.
cordiali saluti
cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
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Ex utente
Gentile dott. Martiadis la ringrazio per il chiarimento. Vorrei tuttavia porle un ulteriore quesito: questa forma di organizzazzione di significato personale DAP, come da lei affermato,non è una diagnosi e quindi in se non è una patologia. Chiedo: nel caso si tratti solamente di questo (cosa che chiarirò alla prossima seduta), tale personalità dap deve essere curata o no? E se si come? Poi volevo avere dei chiarmenti ulteriori: Ma questa mia pesonalità dappica può portarmi ad una malattia mentale, e se si, all affermarsi di disturbi psicogeni alimentari, o anche altre patologie mentali, e se si quali e con quanta probabilità. La ringrazio anticipatamente. Cordiali saluti
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Mi sembra ci sia una grande confusione. Non è una diagnosi, quindi non individua niente su cui si possano fare ragionamenti di prognosi e terapia.
I sintomi non portano ad altri sintomi, le malattie portano sintomi, quindi faccia fare una diagnosi rispetto al concetto di malattia.
I sintomi non portano ad altri sintomi, le malattie portano sintomi, quindi faccia fare una diagnosi rispetto al concetto di malattia.
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Mi sembra ci sia una grande confusione. Non è una diagnosi, quindi non individua niente su cui si possano fare ragionamenti di prognosi e terapia.
I sintomi non portano ad altri sintomi, le malattie portano sintomi, quindi faccia fare una diagnosi rispetto al concetto di malattia.
I sintomi non portano ad altri sintomi, le malattie portano sintomi, quindi faccia fare una diagnosi rispetto al concetto di malattia.
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Gentile utente,
le OSP della teoria cognitivista post-razionalista, se di questo ha parlato la sua terapeuta, non sono patologie e non rappresentano modalità patologiche della personalità. Detto molto semplicemente, rappresenterebbero dei filtri attraverso i quali viene interpretata la realtà e le conseguenti reazioni in termini comportamentali, affettivi ed emozionali. Attraverso l'individuazione della OSP i terapeuti di questo o rientamento riescono meglio a comprendere l'individuo che hanno di fronte, i suoi comportamenti e i suoi disagi, cercando di aiutarlo a comprenderli e superarli. Le OSP non rappresentano indicatori di malattia. Se lei ha dubbi riguardo sue eventuali patologie deve chiedere alla sua terapeuta di parlarle in termini nosografici classici e non in termini di organizzazioni di significato, che ripeto, servono a chi lavora in questo campo e non al paziente.
cordiali saluti
le OSP della teoria cognitivista post-razionalista, se di questo ha parlato la sua terapeuta, non sono patologie e non rappresentano modalità patologiche della personalità. Detto molto semplicemente, rappresenterebbero dei filtri attraverso i quali viene interpretata la realtà e le conseguenti reazioni in termini comportamentali, affettivi ed emozionali. Attraverso l'individuazione della OSP i terapeuti di questo o rientamento riescono meglio a comprendere l'individuo che hanno di fronte, i suoi comportamenti e i suoi disagi, cercando di aiutarlo a comprenderli e superarli. Le OSP non rappresentano indicatori di malattia. Se lei ha dubbi riguardo sue eventuali patologie deve chiedere alla sua terapeuta di parlarle in termini nosografici classici e non in termini di organizzazioni di significato, che ripeto, servono a chi lavora in questo campo e non al paziente.
cordiali saluti
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Ex utente
Gentile dott. Martiadis, la ringrazio per il consulto. Al prossimo incontro sicuramente chiederò esplicitamente una almeno "presunta" diagnosi secondo la "classificazione di patologia". Tuttavia, capisco la domanda sia banale, ma uno psichiatra è tenuto se interrogato ad esporre anche un semplice sospetto di patologia anche se non ha la certezza, oppure deve attendere un deerminato tempo (magari per conoscermi ecc) e poi esporre la sua diagnosi definitiva. La ringrazio.
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Gentile utente,
qui rientriamo nel rapporto personale medico-paziente. Con i miei pazienti, se la situazione mi è molto chiara, in genere esprimo un parere diagnostico anche dopo uno-due incontri, altrimenti chiedo ancora un po' di tempo per approfondire le valutazioni. La sua terapeuta le risponderà sicuramente una volta che lei avrà espresso il desiserio di conoscere una diagnosi o un sospetto diagnostico.
Cordiali saluti
qui rientriamo nel rapporto personale medico-paziente. Con i miei pazienti, se la situazione mi è molto chiara, in genere esprimo un parere diagnostico anche dopo uno-due incontri, altrimenti chiedo ancora un po' di tempo per approfondire le valutazioni. La sua terapeuta le risponderà sicuramente una volta che lei avrà espresso il desiserio di conoscere una diagnosi o un sospetto diagnostico.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 26.2k visite dal 30/04/2009.
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