Ancora alcuni problemi, cosa fare?
Salve dottori.
Sono un ragazzi di 27 anni e da ormai 3 anni convivevo con un disturbo d'ansia molto invalidante.
Quotidianamente vivevo forti stati d'ansia, attacchi di panico, agorafobia, somatizzazioni allo stomaco e per di essere ho sviluppato col tempo una fobia per la nausea e il vomito.
Dopo 3 anni così e diverse terapie psicologiche andate male mi sono ritrovato in una condizione bruttissima, vivevo spesso diversi giorni di depersonalizzazione ed ero caduto in un brutto stato depressivo.
A settembre mi sono convinto ad andare da uno psichiatra, il quale ha ritenuto obbligatoria una cura farmacologica.
Sono in cura da settembre col cipralex, a novembre ho raggiunto l'attuale dosaggio di 15 gocce.
Col tempo i sintomi sono notevolmente migliorati, e alcuni scomparsi.
Sin dal primo mese di cura gli attacchi di panico sono spariti e con essi anche gli attacchi d'ansia e le somatizzazioni gastriche.
Attualmente ho raggiunto un benessere che fino a qualche mese fa non credevo nemmeno possibile, soltanto che sono ancora presenti alcuni sintomi.
Mi ritrovo ogni tanto a vivere alcuni piccoli momenti d'ansia immotivati, nelle esposizioni agorafobiche tornano alcuni piccoli sintomi come la bocca secca o il nodo allo stomaco.
Mi capita ancora di tanto in tanto di interfacciarmi col rimugino ansioso e con l'ipocondria che rende ogni piccolo problema un dramma (ovviamente in misura notevolmente ridotta).
Al netto di tutto mi sento notevolmente meglio ma non so come valutare questi piccoli sintomi ancora presenti.
La mia domanda è una, è normale che nonostante la cura siano ancora presenti alcuni sintomi?
O l'obbiettivo e la riduzione fino alla scomparsa di tutti i sintomi?
Come sarebbe meglio comportarsi nel caso?
Vi ringrazio.
Sono un ragazzi di 27 anni e da ormai 3 anni convivevo con un disturbo d'ansia molto invalidante.
Quotidianamente vivevo forti stati d'ansia, attacchi di panico, agorafobia, somatizzazioni allo stomaco e per di essere ho sviluppato col tempo una fobia per la nausea e il vomito.
Dopo 3 anni così e diverse terapie psicologiche andate male mi sono ritrovato in una condizione bruttissima, vivevo spesso diversi giorni di depersonalizzazione ed ero caduto in un brutto stato depressivo.
A settembre mi sono convinto ad andare da uno psichiatra, il quale ha ritenuto obbligatoria una cura farmacologica.
Sono in cura da settembre col cipralex, a novembre ho raggiunto l'attuale dosaggio di 15 gocce.
Col tempo i sintomi sono notevolmente migliorati, e alcuni scomparsi.
Sin dal primo mese di cura gli attacchi di panico sono spariti e con essi anche gli attacchi d'ansia e le somatizzazioni gastriche.
Attualmente ho raggiunto un benessere che fino a qualche mese fa non credevo nemmeno possibile, soltanto che sono ancora presenti alcuni sintomi.
Mi ritrovo ogni tanto a vivere alcuni piccoli momenti d'ansia immotivati, nelle esposizioni agorafobiche tornano alcuni piccoli sintomi come la bocca secca o il nodo allo stomaco.
Mi capita ancora di tanto in tanto di interfacciarmi col rimugino ansioso e con l'ipocondria che rende ogni piccolo problema un dramma (ovviamente in misura notevolmente ridotta).
Al netto di tutto mi sento notevolmente meglio ma non so come valutare questi piccoli sintomi ancora presenti.
La mia domanda è una, è normale che nonostante la cura siano ancora presenti alcuni sintomi?
O l'obbiettivo e la riduzione fino alla scomparsa di tutti i sintomi?
Come sarebbe meglio comportarsi nel caso?
Vi ringrazio.
[#1]
Buongiorno
nei casi come il suo la finalità di una cura farmacologica è di azzerare la sintomatologia (compresi i cosiddetti fenomeni abortivi) cercando di arrivare, con il farmaco, alla dose massima priva di effetti collaterali importanti. Spesso questo non è possibile, ed allora occorrerà accettare dei compromessi.
nei casi come il suo la finalità di una cura farmacologica è di azzerare la sintomatologia (compresi i cosiddetti fenomeni abortivi) cercando di arrivare, con il farmaco, alla dose massima priva di effetti collaterali importanti. Spesso questo non è possibile, ed allora occorrerà accettare dei compromessi.
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 697 visite dal 09/02/2021.
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