Stato confusionario. insicurezza, ansia, paranoia.
Buongiorno a tutti,
è la prima volta che scrivo una domanda su un sito di medicina,ho letto già diversi interventi di altri "pazienti" e purtroppo non sono riuscito a dare voce alle mie preoccupazioni.
Non sono mai stato una persona sicura di sé, ma allo stesso modo neppure grosse "crisi" emotive mi hanno mai spinto a dubitare di me stesso."Problemi" di stampo emotivo hanno sempre accompagnato la mia vita, quali 'insicurezza,ansia e paranoia', portandomi diverse volta a documentarmi per dare magari un peso minore a quelli che a me potevano di impatto preoccuparmi più di quanto non dovessero. Ebbene, ho percorso, fra alti e bassi, una serena adolescenza con tutti i suoi più comuni ostacoli ferendomi e portandomi spesso ad atteggiamenti forse un po' estremi, per quello che chiaramente può significare. Mi riferisco a piccole fughe di casa o provocare eccessive preoccupazioni ai miei familiari e persone amate.
Adesso è un po' diverso in quanto, nonostante io mi ritenga una persona piuttosto razionale, pare qualcosa all'interno di me non essere più del tutto chiaro. Ho 26 anni, e proprio adesso, che con impegno e positività mi sono allontanato dai lunghi e spesso confusionari stati emotivi che l'età dei cambiamenti mi provocava, mi ritrovo dentro alcuni vuoti che col passare dei giorni diventano sempre più profondi mettendomi in seria difficoltà quando cerco di riconoscere me stesso in tutto ciò che faccio.
I miei, non li chiamerei né sbalzi d'umore, né quant'altro possa appartenere ad instabilità emotiva. E' come se razionalmente mi fermassi a guardare me stesso provando a riempire dei vuoti, delle possibili "sezioni", "ritagli" delle mie recenti giornate passate che sembrano accollarmi atteggiamenti, colpe, ricordi che non mi appartengono. Ho pensato più volte allo stress, avendo cambiato lavoro città e amici da ormai un anno, ma non sono più sicuro questa sia la diagnosi più appropriata. Oggi poi per la prima volta ho pensato ad una duplice persona dentro me stesso, che, di certo non mi fa pensare a niente di pauroso o cattivo, ma che chiaramente mi sconvolge un po'. La convinzione di essere circondato di persone poco sincere e la frenesia che accompagna le mie giornate non permette alle mie paure ed emozioni d'esser condivise con nessuno. Paranoia?
Sarei grato d un sincero consiglio, che possa anche solo se in questo mio nuovo scoperto modo, lasciarmi un tantino meno preoccupato e magari darmi una rinfrescata ai pensieri e non farmi sentire più pazzo di quanto un ragazzo pieno di energia e voglia di fare non debba essere.
Spero di avere dato qualche informazione utile, considerando che purtroppo i pochi caratteri a disposizione non possano mai permettere di fare uscire dalla propria testa una domanda ordinata e ben sviluppata.
Perdonate il disordine nello stilare il tutto, ma sono anche un po' imbarazzato.
Grazie a tutti in anticipo per l'attenzione.
è la prima volta che scrivo una domanda su un sito di medicina,ho letto già diversi interventi di altri "pazienti" e purtroppo non sono riuscito a dare voce alle mie preoccupazioni.
Non sono mai stato una persona sicura di sé, ma allo stesso modo neppure grosse "crisi" emotive mi hanno mai spinto a dubitare di me stesso."Problemi" di stampo emotivo hanno sempre accompagnato la mia vita, quali 'insicurezza,ansia e paranoia', portandomi diverse volta a documentarmi per dare magari un peso minore a quelli che a me potevano di impatto preoccuparmi più di quanto non dovessero. Ebbene, ho percorso, fra alti e bassi, una serena adolescenza con tutti i suoi più comuni ostacoli ferendomi e portandomi spesso ad atteggiamenti forse un po' estremi, per quello che chiaramente può significare. Mi riferisco a piccole fughe di casa o provocare eccessive preoccupazioni ai miei familiari e persone amate.
Adesso è un po' diverso in quanto, nonostante io mi ritenga una persona piuttosto razionale, pare qualcosa all'interno di me non essere più del tutto chiaro. Ho 26 anni, e proprio adesso, che con impegno e positività mi sono allontanato dai lunghi e spesso confusionari stati emotivi che l'età dei cambiamenti mi provocava, mi ritrovo dentro alcuni vuoti che col passare dei giorni diventano sempre più profondi mettendomi in seria difficoltà quando cerco di riconoscere me stesso in tutto ciò che faccio.
I miei, non li chiamerei né sbalzi d'umore, né quant'altro possa appartenere ad instabilità emotiva. E' come se razionalmente mi fermassi a guardare me stesso provando a riempire dei vuoti, delle possibili "sezioni", "ritagli" delle mie recenti giornate passate che sembrano accollarmi atteggiamenti, colpe, ricordi che non mi appartengono. Ho pensato più volte allo stress, avendo cambiato lavoro città e amici da ormai un anno, ma non sono più sicuro questa sia la diagnosi più appropriata. Oggi poi per la prima volta ho pensato ad una duplice persona dentro me stesso, che, di certo non mi fa pensare a niente di pauroso o cattivo, ma che chiaramente mi sconvolge un po'. La convinzione di essere circondato di persone poco sincere e la frenesia che accompagna le mie giornate non permette alle mie paure ed emozioni d'esser condivise con nessuno. Paranoia?
Sarei grato d un sincero consiglio, che possa anche solo se in questo mio nuovo scoperto modo, lasciarmi un tantino meno preoccupato e magari darmi una rinfrescata ai pensieri e non farmi sentire più pazzo di quanto un ragazzo pieno di energia e voglia di fare non debba essere.
Spero di avere dato qualche informazione utile, considerando che purtroppo i pochi caratteri a disposizione non possano mai permettere di fare uscire dalla propria testa una domanda ordinata e ben sviluppata.
Perdonate il disordine nello stilare il tutto, ma sono anche un po' imbarazzato.
Grazie a tutti in anticipo per l'attenzione.
[#1]
Gentile utente,
ad una prima impressione si direbbe che vi siano effettivamente degli sbalzi d'umore, che tecnicamente non significa "sbalzi d'umore" nel senso colloquiale del termine, significa che una serie di attività mentali oscillano tra due diverse posizioni. Questo produce un cambiamento della percezione di sé, della propria sicurezza rispetto agli altri, della benevolenza o ostilità degli altri rispetto a noi, e rende perplessi sulla propria identità, perché non la si riesce più a vedere come una cosa unica e continua nel tempo.
La "doppia" persona che le sembra di essere è abbastanza indicativo di questo.
Le suggerisco di farsi valutare da uno specialista psichiatra. I termini che utilizza tipo "paranoia" o altro tenga presente che non hanno lo stesso significato in medicina di quello che hanno nel linguaggio comune, quindi se cerca questi temrini e legge cose spaventose non abbia timore.
Saluti
ad una prima impressione si direbbe che vi siano effettivamente degli sbalzi d'umore, che tecnicamente non significa "sbalzi d'umore" nel senso colloquiale del termine, significa che una serie di attività mentali oscillano tra due diverse posizioni. Questo produce un cambiamento della percezione di sé, della propria sicurezza rispetto agli altri, della benevolenza o ostilità degli altri rispetto a noi, e rende perplessi sulla propria identità, perché non la si riesce più a vedere come una cosa unica e continua nel tempo.
La "doppia" persona che le sembra di essere è abbastanza indicativo di questo.
Le suggerisco di farsi valutare da uno specialista psichiatra. I termini che utilizza tipo "paranoia" o altro tenga presente che non hanno lo stesso significato in medicina di quello che hanno nel linguaggio comune, quindi se cerca questi temrini e legge cose spaventose non abbia timore.
Saluti
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Gentile utente,
non so se interpreto correttamente la sua richiesta; mi sembra che sia intenzionato a guardarsi dentro, a capire i motivi dei suoi pensieri e dei "vuoti" che avverte.
In questo caso potrebbe essere utile un percorso psicoterapeutico di tipo analitico, per conoscersi meglio e prendere decisioni scegliendo liberamente senza farsi condizionare da paure o insicurezze.
Non parlo di psicoanalisi. ma di psicoterapia a frequenza settimanale, meno impegnativa come tempo e come esborso finanziario.
Cordiali saluti
non so se interpreto correttamente la sua richiesta; mi sembra che sia intenzionato a guardarsi dentro, a capire i motivi dei suoi pensieri e dei "vuoti" che avverte.
In questo caso potrebbe essere utile un percorso psicoterapeutico di tipo analitico, per conoscersi meglio e prendere decisioni scegliendo liberamente senza farsi condizionare da paure o insicurezze.
Non parlo di psicoanalisi. ma di psicoterapia a frequenza settimanale, meno impegnativa come tempo e come esborso finanziario.
Cordiali saluti
Franca Scapellato
[#3]
Utente
Gentili Dr.Pacini, Dr.ssa Scapellato,
Vi sono enormemente grato di aver tempestivamente risposto alle mie domande.
E'chiaro ed evidente che spesso le nostre "paranoie" vengono forzatamente accresciute dal nostro bisogno di informarsi, che magari in un momento di debolezza emotiva sono proprio la causa dell'accrescimento dei nostri naturali periodi di crisi.
In effetti ho utilizzato dei termini un po' troppo appartenenti ormai ai linguaggi d'uso comune, ma che per nulla nel mio intento si discostavano dal significato che io volevo farvi arrivare. In effetti ho avuto una reazione eccessiva comportandomi, da lettore ormai da anni di testi sulla psicoanalisi, come l'appassionato lettore di riviste di medicina che diventa ingenuamente ipocondriaco.
Semplicemente ho pesato con errore i miei attuali sbalzi d'umore, come giustamente ha sottolineato il Dr.Pacini, esasperando le mie conoscenze in materia, che ci tengo a sottolineare pare siano state la causa del mio eccessivo malessere.
La psicoterapia la prendo volentieri in considerazione, anche per chiarire con l'aiuto di un Professionista i dubbi riguardo alla "cultura" autodidatta che mi sta in questi giorni traendo in inganno.
Ringrazio ancora sperando di aver afferrato a meglio i vostri consigli ed augurandovi buon lavoro.
Vi sono enormemente grato di aver tempestivamente risposto alle mie domande.
E'chiaro ed evidente che spesso le nostre "paranoie" vengono forzatamente accresciute dal nostro bisogno di informarsi, che magari in un momento di debolezza emotiva sono proprio la causa dell'accrescimento dei nostri naturali periodi di crisi.
In effetti ho utilizzato dei termini un po' troppo appartenenti ormai ai linguaggi d'uso comune, ma che per nulla nel mio intento si discostavano dal significato che io volevo farvi arrivare. In effetti ho avuto una reazione eccessiva comportandomi, da lettore ormai da anni di testi sulla psicoanalisi, come l'appassionato lettore di riviste di medicina che diventa ingenuamente ipocondriaco.
Semplicemente ho pesato con errore i miei attuali sbalzi d'umore, come giustamente ha sottolineato il Dr.Pacini, esasperando le mie conoscenze in materia, che ci tengo a sottolineare pare siano state la causa del mio eccessivo malessere.
La psicoterapia la prendo volentieri in considerazione, anche per chiarire con l'aiuto di un Professionista i dubbi riguardo alla "cultura" autodidatta che mi sta in questi giorni traendo in inganno.
Ringrazio ancora sperando di aver afferrato a meglio i vostri consigli ed augurandovi buon lavoro.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.2k visite dal 29/04/2009.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.