Cardiofobia?
Gentili dottori,
Vi ringrazio in anticipo per la vostra disponibilità, chiedo da parte vostra consigli o un orientamento che mi consenta di uscire al più presto da questa mia situazione al quanto insopportabile.
Sono un ragazzo di 21 anni, due mesi fa mi è stata riscontrata un' aritmia di tipo benigna (tachicardia sopraventricolare fc max 230) al pronto soccorso, dove venni ricoverato per 14 giorni per ulteriori accertamenti e in attesa di un esame Elettrofisiologico risultato negativo escludendo così circuiti anomali.
Ho affrontato questa situazione con estrema calma.
Uscito dal ricovero ho ripreso la mia vita normale, sport, università ma giorno dopo giorno inizio ad ossessionarmi al mio cuore, misurando spesso la frequenza cardiaca e preoccupandomi al minimo segnale proveniente dalla zona petto.
Tutto cambiò tre settimana (ero uscito di casa teso e ansioso) fa l'ultima volta che feci attività fisica dove rivelai un battito leggeremente più alto del solito che mi indusse a un vero e proprio attacco di panico mi tranquillizzai pian piano la frequenza è scesa e tornai a casa.
Da quel giorno in poi inizio a sperimentare per la prima volta nella mia vita veri e propri attacchi di panico, una notte andai al pronto soccorso a seguito di una tachicardia che non cessava da ore feci ECG tutti gli esami al cuore risultati tutti negativi, la diagnosi era crisi d'ansia mi dimettono con terapia alprazolam 0, 25 da assumere per tre settimane, da quel giorno in poi la situazione cambia leggermente non ho più attacchi di panico, il farmaco mi aiuta a dormire ma i pensieri ossessivi e le fissazione al cuore non sono passati, ho il timore di uscire di casa e se esco il mio cuore accellera e se accellera mi devo rassicurare sempre misurando i battiti per accertarmi che non sia alta da essere considerata aritmia, fuori casa è sempre un'orrore, un circolo vizioso senza fine, la tachicardia è del tutto normale ne sono cosciente, ma il punto sta che la mia mente tende a considerarla come un problema.
Solo a casa mi sento tranquillo e nonstante ciò ho ripreso a fare attività fisica solo casa.
Misuro la mia frequenza non so quante volte al giorno.
Sono disperato.
Cosa mi consigliate?
Che orientamento seguire?
o qualche manovra individuale.
Cordiali Saluti! :
Vi ringrazio in anticipo per la vostra disponibilità, chiedo da parte vostra consigli o un orientamento che mi consenta di uscire al più presto da questa mia situazione al quanto insopportabile.
Sono un ragazzo di 21 anni, due mesi fa mi è stata riscontrata un' aritmia di tipo benigna (tachicardia sopraventricolare fc max 230) al pronto soccorso, dove venni ricoverato per 14 giorni per ulteriori accertamenti e in attesa di un esame Elettrofisiologico risultato negativo escludendo così circuiti anomali.
Ho affrontato questa situazione con estrema calma.
Uscito dal ricovero ho ripreso la mia vita normale, sport, università ma giorno dopo giorno inizio ad ossessionarmi al mio cuore, misurando spesso la frequenza cardiaca e preoccupandomi al minimo segnale proveniente dalla zona petto.
Tutto cambiò tre settimana (ero uscito di casa teso e ansioso) fa l'ultima volta che feci attività fisica dove rivelai un battito leggeremente più alto del solito che mi indusse a un vero e proprio attacco di panico mi tranquillizzai pian piano la frequenza è scesa e tornai a casa.
Da quel giorno in poi inizio a sperimentare per la prima volta nella mia vita veri e propri attacchi di panico, una notte andai al pronto soccorso a seguito di una tachicardia che non cessava da ore feci ECG tutti gli esami al cuore risultati tutti negativi, la diagnosi era crisi d'ansia mi dimettono con terapia alprazolam 0, 25 da assumere per tre settimane, da quel giorno in poi la situazione cambia leggermente non ho più attacchi di panico, il farmaco mi aiuta a dormire ma i pensieri ossessivi e le fissazione al cuore non sono passati, ho il timore di uscire di casa e se esco il mio cuore accellera e se accellera mi devo rassicurare sempre misurando i battiti per accertarmi che non sia alta da essere considerata aritmia, fuori casa è sempre un'orrore, un circolo vizioso senza fine, la tachicardia è del tutto normale ne sono cosciente, ma il punto sta che la mia mente tende a considerarla come un problema.
Solo a casa mi sento tranquillo e nonstante ciò ho ripreso a fare attività fisica solo casa.
Misuro la mia frequenza non so quante volte al giorno.
Sono disperato.
Cosa mi consigliate?
Che orientamento seguire?
o qualche manovra individuale.
Cordiali Saluti! :
[#1]
Ma in due mesi qualcuno le ha prospettato, una volta chiarita la natura della tachicardia, una cura per questa situazione a parte l'alprazolam che ha un impatto mimimo e temporaneo ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Gentile dottore,
"Mi sono dimenticato di specificare, a seguito del ricovero sono sotto terapia beta-bloccante".
Vivo in questa situazione da circa tre settimane (momenti più duri), solo negli ultimi due giorni sono riuscito ad allievare un po' i pensieri, affrontando faccia a faccia le mie paura è stato molto dura, ma ho fatto passi in avanti mi sento meglio, ma si sa da un giorno all' altro non si fanno miracoli. ( Sembra strano che dica due giorni ma ho riproposto questo consulto in psichiatria, vista mancata risposta in psicologia nei giorni scorsi).
Lei crede che un percorso psicologico possa aiutarmi anche se sia di breve durata?
O un percorso psicoterapeuta?
Non conosco le differenze anche perché è una situazione nuova per me.
"Mi sono dimenticato di specificare, a seguito del ricovero sono sotto terapia beta-bloccante".
Vivo in questa situazione da circa tre settimane (momenti più duri), solo negli ultimi due giorni sono riuscito ad allievare un po' i pensieri, affrontando faccia a faccia le mie paura è stato molto dura, ma ho fatto passi in avanti mi sento meglio, ma si sa da un giorno all' altro non si fanno miracoli. ( Sembra strano che dica due giorni ma ho riproposto questo consulto in psichiatria, vista mancata risposta in psicologia nei giorni scorsi).
Lei crede che un percorso psicologico possa aiutarmi anche se sia di breve durata?
O un percorso psicoterapeuta?
Non conosco le differenze anche perché è una situazione nuova per me.
[#3]
Per ora ha ricevuto una terapia benzodiazepinica che non può essere mantenuta per tempi prolungati.
La valutazione di uno specialista in psichiatria consente di chiarire i percorsi di cura e di ricevere una terapia che sia effettivamente valida per questi sintomi.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
La valutazione di uno specialista in psichiatria consente di chiarire i percorsi di cura e di ricevere una terapia che sia effettivamente valida per questi sintomi.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.7k visite dal 30/01/2021.
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