Antidepressivi ed effetti collaterali
Salve, mi chiamo Luca e ho 22 anni.
Da più di un paio d’anni ormai convivo con sintomi depressivi, a cui ultimamente si sono aggiunti anche forti episodi di ansia.
Sono stato seguito da diversi psicologi, alcuni più adatti di altri.
Due anni fa andai anche da uno psichiatra per poter avere ulteriore sostegno e per circa cinque mesi presi la Sertralina (fino a 200 mg): non riscontrai praticamente nessun effetto benefico a livello di umore, e anzi, oltre al danno anche la beffa, poiché l’unico effetto che notai fu una grande difficoltà (fino all’impedimento) nelle mie funzioni sessuali, specialmente il raggiungimento dell’orgasmo.
Potrà sembrare ridicolo, ma ciò causava in me un grande sconforto in quanto, tralasciando i farmaci, uno degli elementi della mia vita che più mi faceva soffrire era la mancanza di una vita affettiva e sessuale appagante (mi sentivo solo e non amabile); dunque, vedendomi privato anche di questo attributo fisico, ciò non fece che peggiorare il tutto.
Decisi/decidemmo di sospendere la terapia, anche perché inefficace e poi decisi di non provare con una nuova.
Tuttavia l’anno scorso decisi di andare da un altro psichiatra e da febbraio a luglio presi fluvoxamina (anche questa se non sbaglio 200 mg al giorno).
L’incubo si ripeté: di cambiamenti di umore e di dinamiche nella mia vita non ne vidi, e riscontrai lo stesso effetto collaterale delle disfunzioni sessuali.
Ancora una volta frustrato, e per giunta in quel periodo stavo facendo la conoscenza di una persona, sospesi la terapia.
La persona che conobbi è ormai la persona che amo e con cui ho una relazione.
Tuttavia, negli ultimi mesi sto notando un peggioramento (gli episodi d’ansia che si presentano forti, gli sbalzi d’umore, la mancanza di motivazione e di senso, ecc.
), dovuto probabilmente e specialmente all’università e alle restrizioni varie per il Covid, e mi sento sempre più bloccato e imprigionato.
Sono incerto se sia il caso di chiedere nuovamente il consulto di uno psichiatra oppure no, ma so per certo che non voglio più assumere SSRI in quanto sono portatori di quegli effetti collaterali.
La relazione che ho adesso è una delle poche cose positive della mia vita (e sì, anche il sesso) e non voglio che sia intaccata in nessun modo.
Ora sono seguito da circa un mese da un nuovo psicologo, e non so se porterà a dei risultati oppure no.
Rimango con questa incertezza riguardo lo psichiatra, in quanto si ricade sempre negli stessi farmaci.
Grazie per la pazienza.
Da più di un paio d’anni ormai convivo con sintomi depressivi, a cui ultimamente si sono aggiunti anche forti episodi di ansia.
Sono stato seguito da diversi psicologi, alcuni più adatti di altri.
Due anni fa andai anche da uno psichiatra per poter avere ulteriore sostegno e per circa cinque mesi presi la Sertralina (fino a 200 mg): non riscontrai praticamente nessun effetto benefico a livello di umore, e anzi, oltre al danno anche la beffa, poiché l’unico effetto che notai fu una grande difficoltà (fino all’impedimento) nelle mie funzioni sessuali, specialmente il raggiungimento dell’orgasmo.
Potrà sembrare ridicolo, ma ciò causava in me un grande sconforto in quanto, tralasciando i farmaci, uno degli elementi della mia vita che più mi faceva soffrire era la mancanza di una vita affettiva e sessuale appagante (mi sentivo solo e non amabile); dunque, vedendomi privato anche di questo attributo fisico, ciò non fece che peggiorare il tutto.
Decisi/decidemmo di sospendere la terapia, anche perché inefficace e poi decisi di non provare con una nuova.
Tuttavia l’anno scorso decisi di andare da un altro psichiatra e da febbraio a luglio presi fluvoxamina (anche questa se non sbaglio 200 mg al giorno).
L’incubo si ripeté: di cambiamenti di umore e di dinamiche nella mia vita non ne vidi, e riscontrai lo stesso effetto collaterale delle disfunzioni sessuali.
Ancora una volta frustrato, e per giunta in quel periodo stavo facendo la conoscenza di una persona, sospesi la terapia.
La persona che conobbi è ormai la persona che amo e con cui ho una relazione.
Tuttavia, negli ultimi mesi sto notando un peggioramento (gli episodi d’ansia che si presentano forti, gli sbalzi d’umore, la mancanza di motivazione e di senso, ecc.
), dovuto probabilmente e specialmente all’università e alle restrizioni varie per il Covid, e mi sento sempre più bloccato e imprigionato.
Sono incerto se sia il caso di chiedere nuovamente il consulto di uno psichiatra oppure no, ma so per certo che non voglio più assumere SSRI in quanto sono portatori di quegli effetti collaterali.
La relazione che ho adesso è una delle poche cose positive della mia vita (e sì, anche il sesso) e non voglio che sia intaccata in nessun modo.
Ora sono seguito da circa un mese da un nuovo psicologo, e non so se porterà a dei risultati oppure no.
Rimango con questa incertezza riguardo lo psichiatra, in quanto si ricade sempre negli stessi farmaci.
Grazie per la pazienza.
[#1]
Mi scusi, ma lo psichiatra la obbliga ad assumere un farmaco o glielo prescrive e Lei decide se assumerlo ?
Sta raccontando episodi in tinte drammatiche ma si tratta di una situazione in cui lei prende un farmaco, ha un effetto che non le sta bene (sapendo che si tratta di quello) e lo sospende visto che oltretutto non ne ha giovamento.
Per il resto, non esistono solo gli ssri a seconda di quale è la sua diagnosi. La diagnosi non è chiara perché ha solo parlato genericamente di sintomi depressivi e ansiosi.
Sta raccontando episodi in tinte drammatiche ma si tratta di una situazione in cui lei prende un farmaco, ha un effetto che non le sta bene (sapendo che si tratta di quello) e lo sospende visto che oltretutto non ne ha giovamento.
Per il resto, non esistono solo gli ssri a seconda di quale è la sua diagnosi. La diagnosi non è chiara perché ha solo parlato genericamente di sintomi depressivi e ansiosi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Salve, in entrambi i casi si era convenuto per una sospensione della terapia, data l'assenza di miglioramenti. In seguito alla sospensione (e questo lo ammetto, non ne vado fiero) decisi di non provare con un'altra terapia. Questo perché non mi sentivo compreso, io continuavo a ripetere che non volevo rischiare di avere quegli effetti collaterali, ho cercato di spiegarlo in tutti i modi, ma mi veniva risposto semplicemente "proviamo con questo e speriamo bene" (il che non era per niente rassicurante) e poi mi veniva prescritto un diverso SSRI, di nuovo, con lo stesso rischio di effetti collaterali simili. La diagnosi all'epoca era depressione, questo mi è stato detto, anche se in maniera un po' laconica diciamo. Ripeto che non è una cosa di cui mi vanto, ma non vedevo altra alternativa, e ad ogni modo non cambiò nulla dal prima al dopo (dato l'uguale assenza di miglioramenti) e comunque sono cose che riguardano il passato. La mia premura era cosa sia meglio fare adesso. Grazie per il suo tempo
[#3]
Il medico le ha risposto nell'unico modo sensato, cosa significa essere rassicurato, dirle "andrà bene, non si preoccupi",,questo non mi pare risolva nulla.
Il rischio di effetti è un discorso statistico: alcuni li hanno meno spesso, per altri non è proprio caratteristico. Dopo di che, va visto su che diagnosi si ragiona.
Il rischio di effetti è un discorso statistico: alcuni li hanno meno spesso, per altri non è proprio caratteristico. Dopo di che, va visto su che diagnosi si ragiona.
[#4]
Utente
Grazie della risposta. Sì, capisco la probabilità statistica, ma fattualmente in entrambi i casi, con due diversi farmaci SSRI presi per diversi mesi, avevo avuto forti effetti collaterali nella sfera sessuale e mi sembrava dunque che avessi buona ragione di credere che ce li avrei avuti con qualsiasi farmaco di quel tipo. Ho provato a comunicare questa mia esigenza e frustrazione, ma (sebbene si conveniva che i farmaci correnti non stavano avendo effetti benefici) mi continuavano a venire prescritti nuovi SSRI.
Comunque ripeto, quel che è fatto, è fatto, forse la mia esigenza adesso è capire se, in caso di depressione e ansia, sia efficace e possibile una terapia priva di SSRI. Grazie nuovamente per la pazienza e disponibilità.
Comunque ripeto, quel che è fatto, è fatto, forse la mia esigenza adesso è capire se, in caso di depressione e ansia, sia efficace e possibile una terapia priva di SSRI. Grazie nuovamente per la pazienza e disponibilità.
[#5]
Utente
L'ultimo psicologo mi faceva compilare dei "questionari" ogni volta per valutare la situazione, Symptoms Check List 90-R. Come risultati a maggio (è l'unico che sono riuscito a reperire, però so che adesso ci sarebbero delle variazioni) erano:
Somatizzazione 40%
Ossessività/Compulsività: 53%
Sensibilità interpersonale: 42%
Depressione 85%
Ansia 48%
Rabbia/Ostilità 8,3%
Fobia 7,1%
Paranoia 25%
Psicoticismo 40%
Somatizzazione 40%
Ossessività/Compulsività: 53%
Sensibilità interpersonale: 42%
Depressione 85%
Ansia 48%
Rabbia/Ostilità 8,3%
Fobia 7,1%
Paranoia 25%
Psicoticismo 40%
[#6]
Questo è un test che serve per profilare, per vedere i cambiamenti e verificare se ci sono discrepanze, ma non porta ad una diagnosi.
Io direi di partire da quella per capire se ci sono solo ssri o no, questo perché gli ssri spesso è vero, sono i farmaci di prima linea, però hanno quel problema. E' anche vero che per esperienza, alcuni tollerano male due o tre ssri e non magari un quarto, per motivi che non sono immediatamente chiari.
Io direi di partire da quella per capire se ci sono solo ssri o no, questo perché gli ssri spesso è vero, sono i farmaci di prima linea, però hanno quel problema. E' anche vero che per esperienza, alcuni tollerano male due o tre ssri e non magari un quarto, per motivi che non sono immediatamente chiari.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.6k visite dal 28/01/2021.
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