Disturbo ossessivo compulsivo grave

Ho 36 anni e da quando ne avevo 21 soffro di paura (o meglio terrore) di morire nel sonno con conseguente rifiuto di abbandonarmi ad esso. La diagnosi fu unanime: disturbo ossessivo compulsivo all'epoca.
Sono sempre stata di indole ansiosa e fobica. A 6 anni alla vista del sangue dal dentista svenni e poi a scuola non potevo sentire nessuna lezione inerente al sangue o comunque inerente all'anatomìa.
La mia ansia aumentata dal poco sonno (dormo solo quando non posso farne a meno) raggiunge livelli così elevati da impedirmi ogni banale azione quotidiana. Devo lavorare da casa perchè si è a questo aggiunta anche una certa agorafobìa.
Prendo una compressa al giorni di Sereupin e circa 90 gocce di Xanax (divise in 2 somministrazioni) mattino e sera.
Lo Xanax è una droga per me!!!! Devo sempre averne una scorta.
Io mi sono (quasi) abituata a soffrire di ansia, a volte di attacchi di panico ma sono stanca di far soffrire il mio fidanzato.
Vorrei migliorare la mia situazione, non tanto per me quanto per lui che mi sta ficino con amore e pazienza.
Vi prego, aiutatemi a guarire! Se si può ancora.
Cordiali saluti
Rosaria
[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Gentile utente,
se avverte un'ansia continua vuol dire che la terapia con SSRI non è sufficiente, perché sottodosata o perché quel particolare farmaco non è efficace.
Per quanto riguarda le 90 gocce di Xanax, la fobia e il resto, l'unico consiglio è consultare uno specialista in psichiatria e farsi seguire regolarmente.
La terapia farmacologica va modificata sotto controllo medico (cioè controlli e visite regolari, più frequenti all'inizio) e possibilmente integrata con sedute di psicoterapia. Nel suo caso (disturbi fobici) sarebbe indicata la terapia cognitivo-comportamentale.
Certo che può guarire, soprattutto se lei desidera veramente cambiare.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

[#2]
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Grazie molte per la sua risposta Dottoressa!
Sono in cura da uno pschiatra che mi ha ordinato una compressa di Abilify (non ricordo il dosaggio ma quello minimo) per integrare la cura ma io non l'ho mai presa perchè ho letto cose molto brutte riguardo agli anti-psicotici.
Secondo lei, ed in base alla sua esperienza clinica, come potrei modificare la cura senza prender antipsicotici?
Grazie ancora!
[#3]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Gentile utente,
la terapia va decisa dallo psichiatra che la cura e va accettata o discussa con lui.
Gli antipsicotici o tranquillanti maggiori hanno una brutta fama, ma quelli di ultima generazione, gli "atipici", danno meno effetti collaterali (che sono comunque dose-dipendenti)e NON danno dipendenza come le benzodiazepine.L'aripiprazolo all'inizio può dare ansia, io preferirei l'olanzapina, ma comunque sempre di antipsicotico si tratta. Se il risultato è buono (meno ideazioni ossessive e meno ansia) si potrebbe scalare gradualmente l'alprazolam.
Bisogna fare il bilancio tra pro e contro: attualmente assume 90 gocce di Xanax e paroxetina (forse 20 mg sono pochi) con un risultato nullo: sta chiusa in casa e vive male.
Cordiali saluti
[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

La terapia che assume non è una terapia adeguata ad un disturbo ossessivo compulsivo. Il sereupin è efficace da dosi che vanno da 20 a 60 mg, ma la presenza dello xanax è assolutamente ingiustificabile: induce assuefazione, essendo a azione rapida e breve induce dipendenza, cioè spinta a non poterne fare a meno quando l'effetto cala, al di là dell'utilità della sua presenza.
Per quanto riguarda gli antipsicotici, questi sono indicati nei casi resistenti, ma non si può definire un caso resistente perché non risponde a sereupin 20 mg e oltretutto in associazione ad un ansiolitico, chiaro segno di non risposta soddisfacente.
I farmaci antiossessivi non appartengono tutti alla categoria degli ssri. Il primo e tutt'ora uno dei più efficace è la clorimipramina, vecchio farmaco.
L'associazione con una terapia cognitivo-comportamentale va considerata, ma innanzitutto va perseguita una risposta migliore con aggiustamenti terapeutici più semplici e diretti.
Ne parli con il suo psichiatra o chieda un secondo parere.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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