Sospensione di cipralex
Salve desideravo gentilmente chiedere un parere a chi mi potrà aiutare.
È possibile che dopo una assunzione di 10mg di cipralex per 20 mesi assunto per problemi somatici intestinali e non per ansia o depressione, sospeso gradualmente per circa 2 mesi senza mai nessun sintomo di astinenza o sospensione.
Poi dopo 9 mesi abbondanti (ripeto senza nessun sintomo da sospensione) si presenti qualche sintomo da astinenza, come ansia perdita di interesse tensione, cioè i primi 9 mesi tutto perfetto e poi i sintomi.
Sono un po spaventato perché ho letto su internet che alcuni sintomi da sospensione possono durare anche anni, anche se nel mio caso non ho avuto assolutamente niente dopo la sospensione, non so cosa pensare.
Sarei grato a chi mi potesse rispondere.
Cordiali saluti
È possibile che dopo una assunzione di 10mg di cipralex per 20 mesi assunto per problemi somatici intestinali e non per ansia o depressione, sospeso gradualmente per circa 2 mesi senza mai nessun sintomo di astinenza o sospensione.
Poi dopo 9 mesi abbondanti (ripeto senza nessun sintomo da sospensione) si presenti qualche sintomo da astinenza, come ansia perdita di interesse tensione, cioè i primi 9 mesi tutto perfetto e poi i sintomi.
Sono un po spaventato perché ho letto su internet che alcuni sintomi da sospensione possono durare anche anni, anche se nel mio caso non ho avuto assolutamente niente dopo la sospensione, non so cosa pensare.
Sarei grato a chi mi potesse rispondere.
Cordiali saluti
[#1]
Buongiorno,
Da come descrive i propri sintomi non si può parlare di sindrome da sospensione, che è un quadro sintomatologico che appunto si manifesta alla SOSPENSIONE di un farmaco.
Il fatto che siano passati 9 mesi dall'ultima assunzione, fa pensare che il quadro clinico da lei descritto (ansia, perdita di interesse, tensione), sia a sè stante, e varrebbe la pena confrontarsi con il suo psichiatra di fiducia per valutare meglio i sintomi e l'eventuale necessità di reinserire terapia farmacologica o psicoterapia.
Saluti.
Da come descrive i propri sintomi non si può parlare di sindrome da sospensione, che è un quadro sintomatologico che appunto si manifesta alla SOSPENSIONE di un farmaco.
Il fatto che siano passati 9 mesi dall'ultima assunzione, fa pensare che il quadro clinico da lei descritto (ansia, perdita di interesse, tensione), sia a sè stante, e varrebbe la pena confrontarsi con il suo psichiatra di fiducia per valutare meglio i sintomi e l'eventuale necessità di reinserire terapia farmacologica o psicoterapia.
Saluti.
Dr.ssa Daniela Sabbadini
Brescia
https://www.instagram.com/invites/contact/?i=p2gu45dhtetu&utm_content=koct5ds
[#2]
Dopo 9 mesi è improbabile che questi sintomi siano legati alla sospensione della terapia per cui va valutata una reintroduzione.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#4]
La sindrome da sospensione avviene subito dopo la cessazione del farmaco, nell'arco di pochi giorni. Nella maggior parte dei casi la durata varia da una a quattro settimane, con sintomi relativamente lievi e che si risolvono da soli.
Cordialmente
Cordialmente
[#5]
Utente
Grazie per le gentili risposte.
Desideravo chiedere un altro quesito,
ovvero in rete vi è qualche medico psicoterapeuta che asserisce che le ricadute dopo antidepressivi sono causate sempre da una sorta di dipendenza che il farmaco nel corso del tempo ha creato, e quindi è l'antidepressivo stesso che indebolendo il sistema neuronale fa ricadere dopo varie tempistiche nella malattia creando un circolo vizioso.Cioe'
Chi si abitua a curare gli episodi depressivi con antidepressivi è
soggetto a ricadute molto più frequenti di chi li gestisce in altro
modo perchè c'è una sorta di indebolimento biochimico che rende
dipendenti
Chiedo a chi sarà così gentile da rispondermi se questa tesi ha un qualche fondamento scientifico o è solo campata in aria?
Cordiali saluti.
Desideravo chiedere un altro quesito,
ovvero in rete vi è qualche medico psicoterapeuta che asserisce che le ricadute dopo antidepressivi sono causate sempre da una sorta di dipendenza che il farmaco nel corso del tempo ha creato, e quindi è l'antidepressivo stesso che indebolendo il sistema neuronale fa ricadere dopo varie tempistiche nella malattia creando un circolo vizioso.Cioe'
Chi si abitua a curare gli episodi depressivi con antidepressivi è
soggetto a ricadute molto più frequenti di chi li gestisce in altro
modo perchè c'è una sorta di indebolimento biochimico che rende
dipendenti
Chiedo a chi sarà così gentile da rispondermi se questa tesi ha un qualche fondamento scientifico o è solo campata in aria?
Cordiali saluti.
[#6]
Non ho mai letto alcun articolo scientifico evidence-based che supporti questa tesi.
È un concetto assolutamente contrario alle evidenze sia cliniche che scientifiche.
Il problema di leggere tramite web argomenti dei quali non si posseggono le basi, è che non si è in grado di stabilire la credibilità degli autori e degli scritti che ci vengono proposti.
Le sconsiglio di farlo.
Buona giornata
È un concetto assolutamente contrario alle evidenze sia cliniche che scientifiche.
Il problema di leggere tramite web argomenti dei quali non si posseggono le basi, è che non si è in grado di stabilire la credibilità degli autori e degli scritti che ci vengono proposti.
Le sconsiglio di farlo.
Buona giornata
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 6.7k visite dal 05/01/2021.
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