Problemi gastointestinali e cardiaci a letto dopo la cena, solo ansia o possibili altre cause?

Buongiorno,

sono un ragazzo di 28 anni, normopeso, senza altre patologie note.

Premetto che circa 2 anni fa ho vissuto quello che definirei un trauma: mio fratello è stato molto male, ricoverato in ospedale due mesi per una grave insufficienza renale, e durante il ricovero hanno scoperto una enorme massa nel cervello, che si è poi rivelata essere un adenoma.
Le terapie hanno funzionato bene ed ora non è più in pericolo, ma c'è stato un lungo periodo durante il quale abbiamo temuto per la sua vita.
Questo evento mi ha molto turbato, e mi ha reso ansioso nei confronti della mia salute.
Tendo a preoccuparmi e focalizzarmi molto sui miei sintomi.
Subito dopo il ricovero di mio fratello ho accusato dei sintomi che definirei come dei "giramenti di testa" quando ruotavo il capo.
Sono andati avanti per un paio di mesi, ma poi sono passati e non li ho più riscontrati.

Arrivo al punto: negli ultimi mesi mi è capitato di avere dei forti sintomi diffusi in seguito a dei pasti pesanti, ma non estremamente (paradossalmente, ho anche fatto dei pasti decisamente più eccessivi senza avere problemi).
Questi sintomi sono stati molto ripetitivi e si possono descrivere in questo modo: appena coricato, ho iniziato ad avere dei tremori in tutto il corpo e come delle "vampate di adrenalina" (le descrivo così per rendere l'idea), seguiti da battito accelerato (ma non superiore ai 120 battiti circa), respiro affannoso e una sensazione di calore (non bruciore) dietro allo sterno.
In seguito, ho avuto una forte sensazione di dover andare in bagno, e in tutti i casi ho defecato anche 3 volte, ma non diarrea.
In questi casi mi sono sempre fatto prendere dal panico, ma dopo essermi riuscito a tranquillizzare, i sintomi sono passati e mi sono addormentato.
Non ho mai provato dolore.

Un paio di settimane fa ho avuto questi stessi sintomi, ma dopo un pasto normale.
Non potendo attribuire il problema a problemi digestivi mi sono preoccupato ancora di più e ho passato la notte in bianco in preda al panico.
Da quella volta, percepisco uno stato d'ansia continuo.
Sono ancora più "attento" di prima ad ogni sintomo e in generale vivo la situazione in maniera negativa.

Ieri sera e la sera del 15/12 ho avuto nuovamente i sintomi gastro-intestinali, ma essendomi ormai "abituato", non mi sono fatto prendere dal panico.
Ho di nuovo avuto i brividi, digestione molto lenta, e bisogno di andare al bagno ripetutamente, con defecazione abbondante ma senza diarrea, che dopo circa 1 ora sono passati.
Tra il 15/12 e il 17/12 ho avuto stitichezza.

Parlando con la mia dottoressa, mi ha diagnosticato un problema di ansia generalizzata.
Cercando di informarmi, ritengo che i miei sintomi siano molto ben descritti da cattiva digestione e colon irritabile, con sintomi cardiaci forse di natura ansiosa.

Quello che vorrei capire ed il motivo per cui chiedo il vostro consulto è se questa "diagnosi" sia esaustiva o se sia meglio fare ulteriori indagini per escludere altre patologie.
Grazie.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
A parte il fatto che il medico è lì apposta per far diagnosi,

"ritengo che i miei sintomi siano molto ben descritti da cattiva digestione e colon irritabile, con sintomi cardiaci forse di natura ansiosa."

Se deve farsela da solo esprimendosi con questo tipo di espressioni è chiaro che non siamo neanche a ragionare di concetti medici : cattiva digestione, sintomi cardiaci "di natura ansiosa" (?) etc.
Dopo di che, dalla sua storia effettivamente viene da pensare alla diagnosi fatta dal suo medico, o ad una correlata. Certo, se prende i sintomi ritagliandoli uno a uno, ci compone forse il discorso che ha detto lei, ma è appunto la tipica distorsione che fa chi ha dei disturbi d'ansia. Si concentra sui sintomi, li concepisce come separati, ritiene l'ansia secondaria ai sintomi, cerca all'infinito cause perché non vede la causa cerebrale.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentile Dottore,

non le nego che la sua risposta mi sembra un po' aggressiva, e sinceramente non adatta ad una persona che sta dicendo di soffrire d'ansia.
Se la disturba il fatto che il paziente arrivi dicendo "penso di avere questa cosa", mi dispiace di averlo fatto, ma partendo dal presupposto che la responsabilità della mia salute e il dovere di informarmi ricade prima di tutto su di me, stavo cercando di "facilitare il lavoro" descrivendo al meglio i miei sintomi considerate le limitazioni dei caratteri del portale. La mia dottoressa mi ha detto di ritenere si tratti di un disturbo d'ansia in seguito ad una breve visita al telefono senza nessun tipo di approfondimento "dal vivo", naturalmente complice l'attuale condizione dovuta al Covid. Questo è successo pochi giorni fa, e avendo avuto dei sintomi che mi hanno comunque spaventato, ho pensato di chiedere un consiglio per sapere se fosse il caso di indagare oltre. In tutta onestà, non mi sembra che la mia richiesta sia così fuori luogo.

Cordiali saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"non le nego che la sua risposta mi sembra un po' aggressiva, e sinceramente non adatta ad una persona che sta dicendo di soffrire d'ansia"

Che non sia adatta è un suo parere, come anche quello secondo cui si fa la diagnosi da solo e mette in dubbio a priori quella del medico proponendo un percorso diverso, senza alcuna ragione concreta.

"stavo cercando di "facilitare il lavoro" descrivendo al meglio i miei sintomi "
Li ha descritti benissimo. Non vedo che c'entri questo però.

Sinceramente, non vedo niente di strano nella diagnosi del suo medico, anzi mi pare che possa tornare con quello che riferisce. La sua autodiagnosi invece è una tipica combinazione di sintomi visti dall'interno, cioè dal punto di vista del disturbo d'ansia, posto che sia quello. Per cui la cosa tornerebbe.

Ora, se si fa diagnosticare per poi mettere in dubbio le cose semplicemente sostituendosi al medico, la cosa è chiaramente paradossale. E ricorda esattamente quanto tendono a fare i soggetti con la diagnosi che le ha fatto il medico.

Quindi c'è poco da offendersi. Se vuole dei commenti si fanno, altrimenti se crede che si diano risposte coi paraocchi senza leggere quello che scrive, e focalizzandosi alla lettera solo sulle ultime due righe, mi spiace ma non sono solito rispondere in questo modo.
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Utente
Utente
Gentile dottore,

io la ringrazio per il tempo che ha speso per rispondermi e per la franchezza. Non le faccio perdere ulteriore tempo. Voglio solo puntualizzare una cosa: io non voglio mettere in dubbio la diagnosi della mia dottoressa, e non voglio nemmeno autodiagnosticarmi.
Essendo il mio probabilmente un problema legato alla paura, ho pensato che descrivendo i miei sintomi a qualcun altro, e ricevendo un parere concordante, mi avrebbe potuto aiutare a calmarmi e quindi magari a risolvere i sintomi.
La ringrazio per la disponibilità.

Cordiali saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Il problema primario è che lei dubita dell'inquadramento diagnostico della sua dottoressa.

Ad una diagnosi deve seguire una terapia altrimenti il dubbio su questioni organiche si alimenta poiché spesso "solo ansia" è più riduttivo di qualsiasi altra cosa.


Quindi, sulla base di questa diagnosi adesso dovrebbe avere un trattamento indicato.


Dr. F. S. Ruggiero


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Utente
Utente
Gentile dottore,

la ringrazio per la risposta. La dottoressa mi ha detto "di non pensarci, di fare attività motoria all'aria aperta e di cercare di trovare una attività che mi permetta di alleggerirmi". Mi rendo conto che se il problema è la mia ansia, devo essere anzitutto io parte attiva nel cercare di risolverlo personalmente. Voglio specificare, il mio "dubitare" non nasce da una mancanza di fiducia conscia nella dottoressa, in quanto consciamente sono assolutamente d'accordo con quanto dice. Quello che più mi turba è quella vocina "subconscia" che mi parla quando ho i sintomi i che mi dice "E se la dottoressa si sbaglia e hai qualcosa di grave come tuo fratello?". Mi rendo conto che sia un problema "della psiche", infatti ho chiesto consiglio in questa sezione e non in quella di gastrologia o simili.

Cordiali saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
No, mi pare si sia fuori strada.
Intanto, che significa "non pensarci" ?
Poi, alleggerirsi da cosa ?
Non ho capito: una volta stabilito che è un problema di ansia, non significa che è prodotto dall'ansia, significa che si esprime con sintomi ansiosi, tra cui il porsi domande, l'avere timori, etc.
Quindi come si cura ? Non capisco che c'entri l'attività motoria all'aria aperta o consigli generici del tipo "vita sana".
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Ovviamente se avesse avuto un disturbo allo stomaco, alla vescica o all'intestino sarebbe partita una prescrizione di qualcosa, incluse indagini, per ridurre la sintomatologia.

Siccome sarebbe ansia allora le passeggiate risolvono la questione.

Capisce che proprio l'approccio poi la induce a dubitare del disturbo attuale.

Se ha l'ansia la deve curare altrimenti peggiora nonostante possa passeggiare per tutto il tempo che vuole, fino a quando non rimettono la zona rossa.
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