Tremenda angoscia per diagnosi di malattia cronica
Al mio fidanzato è stata diagnosticata l'artrite reumatoide da 15 giorni e da allora non riesco più ad addormentarmi.
Ogni volta che chiudo gli occhi e cerco di addormentarmi vengo travolta da una serie di pensieri angoscianti finché, esausta, non riapro gli occhi e cerco di distrarmi (TV, libri, qualsiasi cosa).
Chiaramente questa angoscia non influenza solo il sonno (anche le altre attività quotidiane) ma questo è in assoluto il problema più invalidante per me.
I pensieri angoscianti riguardano il nostro futuro, la prospettiva del suo dover convivere con il dolore cronico, i farmaci a vita e le eventuali tossicità, l'impatto che la malattia potrebbe avere sulla nostra vita.
È un momento molto difficile per lui e sto cercando di essere forte e rassicurante ma sento di aver bisogno di aiuto anche io.
Cosa posso fare?
Ormai non riesco più ad addormentarmi prima delle 4-5 del mattino e, non lavorando di mattina, finisco per svegliarmi alle 11-12 ogni giorno.
Premetto che non ho mai sofferto di insonnia (a parte in rarissimi casi), ho normalmente un sonno molto pesante e sono sempre riuscita a prendere sonno in qualsiasi momento della giornata.
Sono sempre stata una persona molto forte ma sento che questo evento mi sta distruggendo fisicamente e psicologicamente
Ogni volta che chiudo gli occhi e cerco di addormentarmi vengo travolta da una serie di pensieri angoscianti finché, esausta, non riapro gli occhi e cerco di distrarmi (TV, libri, qualsiasi cosa).
Chiaramente questa angoscia non influenza solo il sonno (anche le altre attività quotidiane) ma questo è in assoluto il problema più invalidante per me.
I pensieri angoscianti riguardano il nostro futuro, la prospettiva del suo dover convivere con il dolore cronico, i farmaci a vita e le eventuali tossicità, l'impatto che la malattia potrebbe avere sulla nostra vita.
È un momento molto difficile per lui e sto cercando di essere forte e rassicurante ma sento di aver bisogno di aiuto anche io.
Cosa posso fare?
Ormai non riesco più ad addormentarmi prima delle 4-5 del mattino e, non lavorando di mattina, finisco per svegliarmi alle 11-12 ogni giorno.
Premetto che non ho mai sofferto di insonnia (a parte in rarissimi casi), ho normalmente un sonno molto pesante e sono sempre riuscita a prendere sonno in qualsiasi momento della giornata.
Sono sempre stata una persona molto forte ma sento che questo evento mi sta distruggendo fisicamente e psicologicamente
[#1]
Una reazione di questo genere per ora è da considerarsi fisiologica, se persiste deve rivolgersi ad uno psichiatra.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile utente,
la malattia rappresenta sempre una fattore di discontinuità nella vita,
ma mentre l'episodio acuto è destinato a lasciare una cicatrice (psichica, intendo), la malattia cronica non è destinata a risolversi,
ed inciderà su tutte le aree della vita, quelle che Lei lucidamente descrive cosi:
"il nostro futuro,
la prospettiva del suo dover convivere con il dolore cronico,
i farmaci a vita e le eventuali tossicità,
l'impatto che la malattia potrebbe avere sulla nostra vita."
Aggiungerei l'aspetto economico.
Tenga conto però che i nuovi farmaci e le nuove cure hanno reso l'artrite reumatoide meno invalidante dal punto di vista fisico.
A fronte di questo terremoto psichico, l'angoscia e l'insonnia che Lei lamenta non ci meravigliano. Come ogni vero e profondo lutto occorre tempo ed elaborazione per farvi fronte.
Come avvenga l'adattamento alla nuova situazione dipende da molti fattori
come potrà leggere ampiamente nel mio articolo
* La malattia cronica nella vita della persona * che trova in rete.
E poi c'è la domanda implicita:
la relazione tra Voi riuscirà a far fronte alla malattia? Come cambierà?
Qualche stimolo di riflessione lo troverà qui, anche nel paragrafo *cosa fare*: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4800-la-malattia-fa-divorziare-la-coppia.html .
L'indicazione è di farsi supportare da un bravo/a Psicoterapeuta, esperto/a nel settore della cronicità. In alcune Regioni tale prestazione specialistica è prevista presso il Servizio Sanitario pubblico; oppure presso le associazioni specifiche.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
la malattia rappresenta sempre una fattore di discontinuità nella vita,
ma mentre l'episodio acuto è destinato a lasciare una cicatrice (psichica, intendo), la malattia cronica non è destinata a risolversi,
ed inciderà su tutte le aree della vita, quelle che Lei lucidamente descrive cosi:
"il nostro futuro,
la prospettiva del suo dover convivere con il dolore cronico,
i farmaci a vita e le eventuali tossicità,
l'impatto che la malattia potrebbe avere sulla nostra vita."
Aggiungerei l'aspetto economico.
Tenga conto però che i nuovi farmaci e le nuove cure hanno reso l'artrite reumatoide meno invalidante dal punto di vista fisico.
A fronte di questo terremoto psichico, l'angoscia e l'insonnia che Lei lamenta non ci meravigliano. Come ogni vero e profondo lutto occorre tempo ed elaborazione per farvi fronte.
Come avvenga l'adattamento alla nuova situazione dipende da molti fattori
come potrà leggere ampiamente nel mio articolo
* La malattia cronica nella vita della persona * che trova in rete.
E poi c'è la domanda implicita:
la relazione tra Voi riuscirà a far fronte alla malattia? Come cambierà?
Qualche stimolo di riflessione lo troverà qui, anche nel paragrafo *cosa fare*: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4800-la-malattia-fa-divorziare-la-coppia.html .
L'indicazione è di farsi supportare da un bravo/a Psicoterapeuta, esperto/a nel settore della cronicità. In alcune Regioni tale prestazione specialistica è prevista presso il Servizio Sanitario pubblico; oppure presso le associazioni specifiche.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 872 visite dal 07/11/2020.
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