Disturbo delirante lavoro

buongiorno

sono affetto da disturbo delirante di tipo persecutorio dal marzo del 2016 attulmente in remissione totale con xeplion 50 mg.

attulmente sto studiando all'universita e sono quasi alla conclusione del percorso di studi.
la domanda sorge per quanto riguarda il mio futuro lavorativo in quanto la psichitra vuole inserirmi nel mondo del lavoro attraverso le categorie prottette cosa che a me non va molto in quanto vorrei poter scegliere di fare cio che voglio.

la dottoressa sostiene che le categorie protette sono un vantaggio in quanto posssono espormi a stress minore che nel mio caso potrebberro inescare una ricaduta e la mia dottoressa vuole evitare ciò.

faccio presente che sono un soggetto che con il disturbo che si ritrova e un po atipico rispetto alla letteratura a detta dello psichiatra al tal punto che la stessa dottoressa vista la perplessita si è fatta sfuggire "io non se tu sei malato anche per qua (in psichiatria) è un casino.

alcuni elementi di atipicita del mio disturbo sono il fatto dell'insight in quanto non mi sono mai opposto alla cure, il fatto che il distubo sia completamente in remissione cioè non c'è neppure un filo di paranoia e gli stress non causano "movimenti" della malattia neppur quando un anno fa a mia madre è stato riscontratto un mieloma multiplo con varie complicanze e momenti di tensione, la malattia è sempre stata al suo posto senza neccessita di aumentare l'antipsicotico a anche qui la dottoressa era un po perplessa.

quindi, tenedo conto dei limiti del consulto online e che ovviamente devo fare riferimento alla mia dottoressa e che gli elementi a vostra disposizione non conoscendo il caso sono limitati, volevo chiedere se le categorie protette sono un vantaggio vista la mia malattia o è una precauzione eccessiva?

la psichiatria mi vede recuperato circa il 70/80% per cento resta comunque un certo disagio ad affrontare il mondo esterno ma so che è un po postumo al delirio di quattro anni fa e man mano che passa il tempo sta migliorando.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Dipende dalla gravità del quadro clinico e se non si è rimesso completamente per cui la questione delle categorie protette può essere un vantaggio anche per evitare che possa avere ricadute future.


Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
Utente
Grazie mille della sua disponibilita.
Volevo chiederle, sentire un altro parere potrebbe essere dirimente in questo caso perché sembra che a volete la mia dottoressa abbia un piede su l'acceleratore e l'altro sul freno a volte e certa e sicura nelle risposte che mi dà a volte trasgiversa rispondendi in modo un po' vago.
Ritornando alla domanda di partenza, come Amesso dallla mia dottoressa, la psichiatria sia una scienza non così certa e oggettiva al 100% a questo punto quello che fa la differenza e il clinico, un altro dottore magari con più esperienza potrebbe dirimire i dubbi su questa problematica che ho postato??
Perché all'ultimo controllo mi fa al limite provi con le tue gambe e poi al limite ti inseriamo nelle categorie protette.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
La sua psichiatra la conosce meglio e da lungo tempo.


Teorizzare su una questione di questo genere può destabilizzare i risultati.
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Utente
Utente
Ok grazie mille della sua disponibilità.
Ultima domanda poi tolgo il disturbo l'intensità/gravità delle ricadute sono minori maggiori o uguali alla psicosi esplosa quattro anni fa pur essendo adesso sotto antipsicotico??
E i tempi di recupero nel caso si verificasse una ricaduta sono sempre di anni e con il rischio che a ogni ricaduta il funzionamento globale della persona peggiori sempre di più e ottenere effetti terapeutici sulla malattia sempre minori e quindi un esempio banale se adesso sono a 50 di xeplion dover aumentare a 75 "sperando" di avere gli stessi effetti terapeuitici??
Grazie se vorrà rispondermi
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Se è soggetto a ricadute può provocare dei danni tali che le terapie possono non essere più funzionali.