Uscire da una relazione con un soggetto bipolare
Gentili Dottori, sono una ragazza di 24 anni uscita proprio ieri da una relazione con un soggetto che ha appena scoperto di soffrire di bipolarismo (quindi non era in cura, era solo seguito da una psicoterapeuta).
All'inizio della relazione durata solo 4 mesi era tutto perfetto e intenso, eravamo sempre insieme, lui dimostrava affetto in ogni modo e c'era sempre per me.
Già erano presenti le sue crisi e i suoi attacchi di panico, ma mai escludevano me, anzi, ero l'unica persona che effettivamente lo calmava.
La relazione era quasi ossessiva, ma a tutti e due andava bene così.
Eravamo sempre insieme, ci volevamo bene e ce lo dimostravamo, vedevamo anche gli amici, ci andava bene così.
Da circa un mese a volte gli si presentavano delle sensazioni di vuoto, in cui non provava nulla per nessuno, nemmeno per me, e quando le aveva mi chiamava sentendosi in colpa, e dicendomi che lui razionalmente sapeva di volermi, quindi nonostante mi facesse stare male, non gli ho mai fatto pesare la questione.
Dopo essere stati lontani per 10 giorni, lui è tornato, convinto di aver superato almeno in parte la dipendenza affettiva che lo legava a me, e contento del nostro nuovo inizio.
Quella sera, lui mi ha detto che sono la persona più importante della sua vita, che mi ama e che non può pensare di perdermi, ma anzi, di crescere insieme e prenderci il futuro che abbiamo sempre voluto.
La mattina, senza una motivazione plausibile, mi ha lasciata.
Dicendomi che sono la persona più importante della sua vita, ma che la sua testa gli ha detto di lasciarmi.
La sera stessa ci siamo sentiti, perché lui ha avuto un forte attacco per il quale è dovuto andare in ospedale.
Durante gli attacchi mi diceva che gli mancavo, che non si perdonerà mai per ciò che mi ha fatto e che finché non si stabilizza la decisione non era definitiva.
Più tardi, dopo il sedativo, mi dice invece che per ora era convinto che fosse la scelta giusta.
Non so come reagire a questa situazione, per me è stato un fulmine a ciel sereno che mi ha completamente distrutta, non so cosa aspettarmi da lui dopo che inizierà la terapia con i farmaci.
L'unica cosa che gli ho detto, è che quando sarà più tranquillo dovremo parlare, perché ho bisogno di spiegazioni, dato che non accetto di passare da promesse a venir lasciata in meno di 12 ore.
Cosa mi potreste consigliare?
All'inizio della relazione durata solo 4 mesi era tutto perfetto e intenso, eravamo sempre insieme, lui dimostrava affetto in ogni modo e c'era sempre per me.
Già erano presenti le sue crisi e i suoi attacchi di panico, ma mai escludevano me, anzi, ero l'unica persona che effettivamente lo calmava.
La relazione era quasi ossessiva, ma a tutti e due andava bene così.
Eravamo sempre insieme, ci volevamo bene e ce lo dimostravamo, vedevamo anche gli amici, ci andava bene così.
Da circa un mese a volte gli si presentavano delle sensazioni di vuoto, in cui non provava nulla per nessuno, nemmeno per me, e quando le aveva mi chiamava sentendosi in colpa, e dicendomi che lui razionalmente sapeva di volermi, quindi nonostante mi facesse stare male, non gli ho mai fatto pesare la questione.
Dopo essere stati lontani per 10 giorni, lui è tornato, convinto di aver superato almeno in parte la dipendenza affettiva che lo legava a me, e contento del nostro nuovo inizio.
Quella sera, lui mi ha detto che sono la persona più importante della sua vita, che mi ama e che non può pensare di perdermi, ma anzi, di crescere insieme e prenderci il futuro che abbiamo sempre voluto.
La mattina, senza una motivazione plausibile, mi ha lasciata.
Dicendomi che sono la persona più importante della sua vita, ma che la sua testa gli ha detto di lasciarmi.
La sera stessa ci siamo sentiti, perché lui ha avuto un forte attacco per il quale è dovuto andare in ospedale.
Durante gli attacchi mi diceva che gli mancavo, che non si perdonerà mai per ciò che mi ha fatto e che finché non si stabilizza la decisione non era definitiva.
Più tardi, dopo il sedativo, mi dice invece che per ora era convinto che fosse la scelta giusta.
Non so come reagire a questa situazione, per me è stato un fulmine a ciel sereno che mi ha completamente distrutta, non so cosa aspettarmi da lui dopo che inizierà la terapia con i farmaci.
L'unica cosa che gli ho detto, è che quando sarà più tranquillo dovremo parlare, perché ho bisogno di spiegazioni, dato che non accetto di passare da promesse a venir lasciata in meno di 12 ore.
Cosa mi potreste consigliare?
[#1]
Deve attendere che la situazione si stabilizzi ma non è detto che debba stare alle decisioni altrui in modo passivo.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 16/09/2020.
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