Dag, decorso e cura a lungo termine

Buongiorno,
Sono in cura per ansia generalizzata da 6/7 mesi dopo forte stress lavorativo.
Sto seguendo sia cura farmacologica che cura psicoterapeutica e sono fiducioso per il mio recupero a breve termine.
La cosa che mi angustia, probabilmente sintomo ancora del mio disturbo ancora in atto, è invece la prospettiva a lungo termine: ovvero il fatto di avere recidive di periodi acuti di ansia oppure, come scritto in moltissimi articoli letti, avere un disturbo cronico e fluttuante: quindi avere più volte o sempre queste ondate d'ansia nella mia vita.
Sto facendo fatica ad accettarlo.

La mia psicoterapeuta pensa che non sia il mio caso: pensa che sia un'ansia reattiva ad una situazione stressante unica nel suo evento e che non devo temere di averlo tutta la vita; eppure leggere che sia persistente e cronico mi spaventa ancora molto, ed è l'unico motivo per cui percepisco che la mia ansia si stia ancorando ancora a me.
La paura che ho di essa.

Morale: volevo capire dalle vostre esperienze, per avere più opinioni, se tendenzialmente è cronica e devo farmene una ragione, oppure se ogni individuo è troppo diverso e quindi non si può fare una tale generalizzazione?

Grazie mille
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 46k 1k
Direi che sono ragionamenti inutili. Non deve "accettarlo" non essendo una cosa già assodata, né perder tempo a dirsi che non ricapiterà più, per lo stesso identico motivo.
La cosa da evitare è in concreto passare anni a togliere e mettere le stesse cure tra riprese e ricadute, questo quando fosse assodato che per il momento il disturbo non si risolve ma ritorna.
Comunque non vedo perchè ci debba pensare adesso e in questa chiave.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Gentile Dr. Pacini, grazie della risposta, ha ragione. Sono paure riguardo al futuro che sto cercando di eliminare perché assolutamente inutili.

'La cosa da evitare è in concreto passare anni a togliere e mettere le stesse cure tra riprese e ricadute, questo quando fosse assodato che per il momento il disturbo non si risolve ma ritorna'. -> non mi è chiara solamente questa sua affermazione: sostiene che nel caso avessi delle ricadute dovrei mantenere una forma di terapia di mantenimento invece di interromperla?
Grazie per il suo tempo
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 46k 1k
Dico che come ragionamento generale, quando uno sa per averlo già sperimentato che il suo disturbo è di quelli che non si risolve a breve, spesso si va avanti per ricadute e ripristini cure, in un'altalena che può essere evitata.
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Molto chiaro grazie mille,
Buona giornata.
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