Farmaci per sempre?

Gentili Medici,
vorrei porVi una questione a proposito di mia zia di anni 50.
4 anni fa in seguito a varie vicissitudini di natura sentimentale che l'hanno ridotta una alcolista, le e' stata diagnosticata una sindrome di bordeline , ricoverata presso una casa di cura mentale, si riprendeva abbastanza bene in seguito a cura del sonno e cura farmacologica.
nel corso degli anni ha preso diversi farmaci ed attualmente e' in cura con i seguenti: Seroquel 200 1 la sera - Depakin 1 al mattino 1 la sera - Cymblata 1 al mattino.
Premetto che se non assume anche solo per un giorno 1 delle medicine avverte tremori mentali e fisici , aggiungo che non ha mai smesso di bere ma non la definirei piu' alcolizzata nel senso che beve di tanto in tanto per "divertirsi" e non per esigenza.
le mie domande sono:
dovra' continuare ad assumere vita natural durante i suddetti farmaci?
che interazioni hanno con gli alcolici?
potrebbe ricadere nella sindrome di bordeline?
il suo sovrappeso 1.64 cm per 75 kg ( prima era magrissima )e' causato dai farmaci?
la sinrome in questione puo' essere ereditaria?
non so se puo' avere attinenza ma 1 anno prima della malattia le era stata asportata mezza tiroide per ingrossamento e1 nodulo.
e' in osservazione semestrale con uno psichiatra.
scusandomi per la lungaggine , in attesa La ringrazio anticipatamente.
[#1]
Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 464
Gentile utente,
1. probabilmente la zia dovrà assumere farmaci in modo continuativo, come, del resto, un diabetico o un iperteso o un cardiopatico
2. l'acolico altera gli effetti della terapia, incrementa il rischio di sedazione e confusione, ed è di per sè aggravante del disturbo di base, perciò non va assunto nemmeno a scopo 'ricreativo'
3. le ricadute sono sempre possibili, come in qualsiasi malattia dell'uomo
4. il sovrappeso dipende in parte da alcuni dei farmaci, in parte da abitudini alimentari scorrette, in parte dall'assunzione di alcolici; se possibile, valutate anche il metabolismo basale e la funzionalità tiroidea
5. si eredità non la malattia, ma una generica vulnerabilità verso disturbi psichiatrici; la trasmissione non è però diretta di genitore in figlio
7. l'osservazione semestrale non è sufficiente e dovrebbe anche essere integrata con una buona psicoterapia
Nella speranza di aver fornito un piccolo aiuto
Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

[#2]
Utente
Utente
Egregio Dott. Presta,
la ringrazio per la sua tempestiva e delucidante risposta.
Cerchero' di aiutare mia zia in ogni possibile modo.
Saluti
Simona
[#3]
Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 250 4
Gentile Utente,
sono perfettamente daccordo con il collega (nonchè amico) Dr. Presta, per cui sottoscrivo tutto quanto da lui scritto. Aggiungo solamente che i tremori che si presentano a seguito di una brusca sospensione del trattamento sono una situazione estremamente frequente: la terapia quando è opportuno sospenderla deve essere ridotta gradualmente nell'arco di qualche mese (inoltre non dovrebbe succedere che il paziente assume in modo incostante la terapia, altrimenti questa può funzionare non correttamente).
Cordialmente.
Dr. Claudio Lorenzetti

Dr. Claudio Lorenzetti

[#4]
Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 342 10
Gentile Utente,
Come hanno chiaramente illustrato i colleghi, questi farmaci non possono essere sospesi improvvisamente, nè è opportuno variare di iniziativa propria la posologia. Questo però non toglie la possibilità di arrivare alle condizioni favorevoli per iniziare a programmare il termine della terapia, questo naturalmente attraverso una riduzione graduale della stessa. Tenga comunque presente che l'alcolismo non andrebbe considerata un'entità a sè stante, ma ha comunque delle cause specifiche all'origine, tra cui, ad esempio, la modalità di elaborazione dell'esperienze vissute. Partendo da questo semplice concetto, il problema sarà più facilmente superabile quando la persona sarà in grado di elaborare le esperienze vissute in maniera diversa da come abbia fatto finora. Questo è possibile che avvenga spontaneamente o con l'aiuto di uno psicoterapeuta esperto di questi casi.
Cordiali Saluti
dr Gianni Ronzani

Cordiali Saluti

dr Giovanni Ronzani

[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,
la diagnosi di disturbo borderline si riferisce ad una condizione che di per sé è cronica, cioè persiste nel tempo, non necessariamente per sempre ma a lungo, e non tende di per sé a risolversi. L'alcolismo è ancora di più una condizione che persiste senza risolversi.
I farmaci che lei cita non sono farmaci efficaci nell'alcolismo, casomai limitano l'abuso di alcol in certi tipi di persone, e forse questo è il caso in questione, visto che, a differenza di quanto accade negli alcolisti, la persona riesce a consumare ancora alcol ma in maniera "equilibrata". Se fosse alcolista (che non è sinonimo di alcolizzata, come tossicodipendente non è sinonimo di drogata), lo sarebbe ancora. Alcolizzati invece si può smettere di esserlo se si rimensiona l'entità dell'abitudine al bere.
I farmaci in questione interagiscono con l'alcol nel senso che ne amplificano gli effetti, ovvero ci si può ubriacare con meno alcol di prima, e soprattutto questo pare sia dannoso per chi guida o utilizza macchinari.
I farmaci in questione (alcuni) fanno aumentare di peso di solito, ma anche semplicemente l'astensione dall'alcol può essere seguita da una iperalimentazione.
Le sindromi psichiatriche di solito hanno una componente ereditaria, che significa che non si trasmette in maniera diretta, ma spesso chi soffre di un disturbo aveva genitori o parenti stretti che soffrivano di qualcosa di simile, magari attenuato o magari più grave.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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