Psicofarmaci e iponatremia ricorrenti esistono soluzioni

Buongiorno, scrivo per mio padre, 78 anni.
Ha un passato di episodi di depressione ansiosa e leggero doc, iniziato dopo la morte di mia sorella, la sua primogenita.
Col tempo la cura fu xanax, amisulpride, sertralina, mirtazapina.
Stava tutto sommato bene, infatti smise di colpo la cura nonostante i nostri rimproveri ed ebbe ulteriore crollo.
Lui così cambiò psichiatra che gli cambiò la cura, dandogli tavor, levopraid e mirtazapina ma non era molto efficace.
Inoltre riportava di avere sempre freddo.
A maggio di quest'anno ha un collasso a cui seguono allucinazioni e deliri, che poi ci spiegano essere di origine organica dovuto all'iponatremia e che scompaiono completamente dopo qualche giorno.
Tolgono il levopraid e un altro paio di diuretici che dicono possono aver contribuito alla situazione.
Gli prescrivono in ospedale una nuova cura, che dal punto di vista psicofarmacologico prevedeva: paroxetina 2 volte al giorno, mirtazapina e tavor.
Lui sta benissimo, sia fisicamente che emotivamente sembra rinato e non ha più quel freddo che ha avuto per almeno un anno.
Facciamo le analisi a fine giugno, sodio a posto.
Dopo un altro mese...collasso, sodio a 119, grave ricovero con crisi epilettica sempre dovuto al disturbo degli elettroliti.
In ospedale gli tolgono di botto tutti gli psicofarmaci, in particolare la paroxetina che poi io approfondendo ho scoperto essere uno dei farmaci più pericolosi per iponatremia.
Ovviamente l'ulteriore ricovero più lo scompenso da interruzione brusca di tutti gli psicofarmaci lo hanno sconvolto, mai visto così, con brevi crisi di pianto alternate a irritabilità, e poi anedonia e sensi di colpa per la morte di mia sorella.
Nonostante l'interruzione di questi farmaci, facendo noi le analisi spesso dopo soli 10 giorni il sodio si stava di nuovo abbassando... preso in tempo, fatto flebo al pronto soccorso e tornati a casa ora è di nuovo salito ma sto cercando di andare a fondo al perchè, tramite nefrologo ed endocrinologo, ma non si è ancora capito.
Lo psichiatra di riferimento gli ha dato mezza amisulpride al mattino e talofen per dormire (non dorme e poi ha problemi di prostata per cui è tutto un andare in bagno).
Questa cura si rileva insufficiente, ricontatto lo psichiatra che aumenta l'amisulpride a una compressa, aumenta le gocce del talofen la sera a 20 e preoccupato suggerisce di aggiungere la venlafaxina (efexor) da 75 al mattino.
Ora, siccome ormai mi sto studiando lo scibile in materia, io ho letto che nemmeno la venlafaxina vada bene con questi problemi, Ho capito che forse non sono causati dai farmaci ma possono peggiorare e un altro ricovero in quelle condizioni ci stroncherebbe tutti.
Peraltro, anche tenendolo monitorato ogni settimana se si abbassa troppo dobbiamo comunque correre al pronto soccorso, non è per me vita nè una soluzione, ma non si può nemmeno lasciare così.
Non esistono altri psicofarmaci che non danno questo problema?
75 è una dose che può essere abbastanza sicura?
AIUTO.
Grazie
[#1]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
Buonasera.
Purtroppo molti antidepressivi possono essere causa o concausa di iponatremia, e curare la depressione maggiore di un paziente anziano che ha già avuto un episodio di encefalopatia iponatremica grave è veramente una sfida. Il trattamento dovrebbe prevedere controlli ematici seriati dei livelli di Na+ .
Nei casi di Depressione Maggiore grave con problemi organici e con intolleranza o inefficacia degli antidepressivi la cura elettiva resta la TEC (Terapia Elettro-Convulsivante), che viene praticata in centri ospedalieri non lontani dalla vostra residenza.
Auguri,

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#2]
Utente
Utente
Grazie per la risposta, anche se mi pare non ci siano grandi soluzione. la tec la escludo a priori per come è fatto mio padre, l ospedale è l ambiente che più gli mette ansia, ogni esperienza di ricovero è deleteria e vorrei evitare anestesie i più possibile. Mi pare di capire che l unica è provare e rischiare, che è una decisione un po' difficile da prendere.. Non c è un antidepressivo più sicuro della venlafaxina?