Panico attacchi

SALVE HO 29 ANNI SOFFRO DI ATTACCHI DI PANICO E ANSIA ESTREMA CON DEREALIZZAZIONE DA 5 ANNI CREDO DOVUTI A UNA VIOLENZA SESSUALE SUBITA QUANDO AVEVO 12 ANNI.HO PASSATO 7 ANNI DELLA MIA VITA A LAVARMI LE MANI CON DEI RITUALI COMPULSIVI IN QUANTO MI SENTIVO SPORCO E SUPERATA QUESTA FASE è ARRIVATO IL MIO PRIMO ATTACCO DI PANICO CHE Fù TREMENDO DURò CIRCA 30 GIORNI E MI LASCIò I POSTUMI PER I SUCCESSIVI 3 MESI SOLO ALLORA CONVINTO DI ESSERE IMPAZZITO MI RIVOLSI A UNO SPECIALISTA CHE MI PRESCRIVETTE LE SOPRACITATE MEDICINE CHE NEL GIRO DI UN MESE MI RIMISERO IN PIEDI DA ALLORA SONO PASSATI 5 ANNI E LA DOSE SOLO LEXOTAN SONO RIUSCITO A RIDURLA FINO A 10 GOCCE AL GIORNO.IL SEROXAT SEMPRE UNA CMPRESSA AL Dì.TUTTO SOMMATO FINO AD ORA MI HANNO CONSENTITO UNA VITA "NORMALE"A PARTE LO SPOSTARSI DA SOLO NON PIù DI 20 KM DA CASA MIA O I CONTINUI SBALZI D UMORE E LE CONTINUE PAURE.MA TUTTO SOMMATO VADO AVANTI MA ORA DA 10 GIORNI AD OGGI UNA MATTINA MI SONO SVEGLIATO ED ECCO MI è RITORNATO UN FORTE ATTACCO DI PANICO E HO UNA FORTISSIMA AGITAZIONE E PAURA DI IMPAZZIRE,MI SENTO DI NUOVO DI DOVER RICOMINCIARE TUTTO DA CAPO E QUESTO MI SPAVENTA DA MORIRE PERCHè ALTRI 12 ANNI COME HO PASSATO NON LI REGGEREI QUESTA VOLTA.MI CHIEDO A QUESTO PUNTO E SOPRATTUTTO CHIEDO A VOI CHE AVETE STUDIATO TANTO PER AIUTARE PERSONE COME ME:POTRO'MAI TORNARE A VIVERE UN ESISTENZA SERENA COME LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE SULLA TERRA?E SOPRATTUTTO DOVRò PRENDERE MEDICINE PER IL RESTO DEI MIEI GIORNI?GRAZIE.FRANCESCO
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Dr.ssa Annabella Di Giorgio Psichiatra, Psicoterapeuta 7
Gentile utente,

comprendo la sua preoccupazione ma la esorto a non scoraggiarsi.
Penso che sia il caso che lei contatti il suo psichiatra di riferimento (se non l'ha ancora fatto) e valuti con lui non solo eventuali aggiustamenti posologici relativi alla terapia in atto ma soprattutto l'inizio di un trattamento psicoterapico, che resta il trattamento di prima scelta nel caso di disturbi come il suo.
Passata la fase di recrudescenza della malattia (nel caso in cui non si tratti semplicemente di un episodio isolato) tornerà sicuramente alla sua quotidianeità, non tema.
Riguardo alla durata del trattamento farmacologico, questa è strettamente legata al decorso del disturbo. Sarà il suo psichiatra a valutare se e quando sospendere il trattamento.

In bocca al lupo
Annabella Di Giorgio

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Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 344 10
Gentile sig. Francesco,

Cordiali Saluti

dr Giovanni Ronzani

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Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 344 10
Gentile sig. Francesco,
Quanto da lei descritto corrisponde ad un disturbo fobico, come probabilemte le avranno già spigato i colleghi consultati. Questo genere di disturbi si curano molto bene sia farmacologicamente che con la psicoterapia. Si può anche optare per una psicoterapia associata ad una terapia farmacologica utile soprattutto nei momenti di crisi acuta o momenti particolarmente critici. Il trattamento psicoterapeutico, cone ha accennato la collega Di Giorgio, rimane comunque la via migliore per uscire da questa situazione. E' appena il caso di accennare che da quanto appare nella letteratura scientifica corrente, il trattamento cognitivo -comportamentale ha dato finora risultati molto incoraggianti.
Cordiali Saluti
dr. Giovanni Ronzani
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Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 250 4
Gentile Utente,
quanto da Lei descritto potrebbe (il condizionale è d'obbligo, maggiori certezze si possono avere solo con una visita psichiatrica)essere l'associazione di un Disturbo di Panico con un Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Quanto alle oscillazioni dell'umore non è possibile dalle sue poche righe capire se si tratta di situazioni patologiche. In questi casi, data anche la durata dei disturbi e la loro intensità e interferenza nella vita quotidiana, la terapia di elezione è quella farmacologica abbinata eventualmente ad un trattamento psicoterapico di tipo cognitivo-comportamentale, che è l'unico intervento psichiatrico a tutt'oggi per le quali esistono delle evidenze scientifiche di efficacia. Non vi è invece alcuna evidenza scientifica che il solo trattamento psicoterapico sia superiore o uguale al trattamento psicofarmacologico in casi analoghi a quello da lei descritto. Le difficoltà nel raggiungere un buon equilibrio nonostante le terapie farmacologiche può dipendere da vari fattori. Spesso si invoca l'assenza di una psicoterapia, tuttavia dalla mia esperienza e anche da quella di molti ricercatori emerge che risposte parziali ai farmaci dipendono da terapie sostanzialmente inadeguate per dosi e tempi di assunzione o assunte in modo incostante dai pazienti. Il Seroxat che Lei sta assumendo può essere un validissimo farmaco se fossero confermate le diagnosi da me ipotizzate: quello che mi lascia perplesso (parecchio) è la dose utilizzata che è quella minima e l'associazione a lunga scadenza con un ansiolitico benzodiazepinico come il Lexotan. Tale associazione non ha infatti alcun senso: il Seroxat va assunto per lungo tempo (anche qualche anno, in alcuni casi anche in modo continuativo) a dosi variabili tra i 20 e i 60 mg al giorno; il Lexotan deve invece essere assunto solo per qualche giorno (massimo un paio di settimane) dato che l'assunzione cronica determina assuefazione, dipendenza, depressione secondaria, disturbi del sonno, disturbi della memoria, deficit dell'attenzione e astenia, inoltre ha una azione puramente sintomatica immediata e non curativa. A mio avviso è opportuno che lei parli col suo medico di riferimento e chieda uno scalo graduale dell'ansiolitico sino alla sua sospensione ed eventualmente un incremento delle dosi della paroxetina prima di cambiare il trattamento; forse il suo caso si può risolvere semplicemente in questo modo. Quando si soffre di questi disturbi è inoltre necessario sospendere l'uso del caffè e del thè, moderare l'uso di alcoolici, ridurre il fumo di tabacco e non usare sostanze stupefacenti (neanche quelle definite "leggere"), poichè possono peggiorare il disturbo di base o ridurre l'effetto dei farmaci o potenziarne gli effetti collaterali di questi rendendoli meno tollerabili. Se svolge attività sportiva deve inoltre evitare sforzi massimali in debito di ossigeno (l'accumulo di acido lattico può scatenare delle crisi di panico) e privilegiare attività di tipo aerobico. Quanto all'ipotesi che tale disturbo dipenda da violenze sessuali subite nell'infanzia ciò non è dimostrato dalla scienza ufficiale anche se questo tipo di ipotesi è tuttora cara a molti psicoterapeuti di indirizzo psicoanalitico: esistono pazienti con questi disturbi che hanno avuto un'infanzia felicissima senza l'ombra di alcuna violenza come esistono delle persone che hanno sicuramente subito delle atroci violenze fisiche e psicologiche che in seguito, da adulti, non sviluppato questi disturbi; al massimo possiamo ritenere che certe situazioni possono catalizzare lo sviluppo di una patologia in un soggetto geneticamente predisposto.
Cordiali saluti.
Dr. Claudio Lorenzetti

Dr. Claudio Lorenzetti

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Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 250 4
Dimenticavo di dirle che la presenza di derealizzazione/depersonalizzazione in quadro complesso caratterizzato anche da oscillazioni dell'umore e sintomi ossessive richiede anche un elettroencefalogramma per escludere patologie neurologiche con sintomi psichici(es. epilessia parziale del lobo temporale) che non necessariamente hanno una prognosi peggiore dei disturbi psichiatrici primitivi, semplicemente si curano completamente in un altro modo.
Cordiali saluti.
Dr. Claudio Lorenzetti
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Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 464
L'impostazione suggerita dal dr. Lorenzetti è senz'altro corretta. Esorto i colleghi ad evitare di fornire un'idea 'miracolosa' della psicoterapia e soprattutto di affermare che si tratta dell'approccio di prima scelta, poichè questo non è riportato in nessuna linea-guida internazionale per il trattamento.
Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

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