Problemi con la personalità e le funzioni cognitive causa abuso di alcol
Buongiorno, vorrei avere alcune delucidazioni su quanto siano fondate o meno le mie preoccupazioni (che non mi fanno praticamente vivere).
Allora, la premessa è che ho 21 anni e ho sempre un po', ahimme, abusato di alcol, assolutamente non tutti i giorni (anche perchè avevo la scuola e ora l'università), ma una volta a settimana, intensificando d'estate.
Nell'ultimo periodo bevevo solo una volta ogni una/due settimane.
Vedevo che nell'ultimo periodo le sbornie mi causavano molti più problemi perchè ci mettevo tanto a riprendermi, sempre di più.
Però, ecco, a parte grande stanchezza non mi dava particolari problemi e poi appunto, nell'ultimo periodo avevo diminuito decisamente.
Non so se dovuti all'alcol o allo stress, ma ho avuto qualche episodio di depersonalizzazione/derealizzazione che però è stato circoscritto e non è mai durato più di due settimane, ovviamente le due settimane peggiori di sempre perchè ero spaventatissima, tremendo veramente.
Ora invece è da due mesi che in seguito ad una sbornia (come tante altre, non è successo niente di specifico) mi sono sentita con umore a terra per la prima settimana, umore proprio da schifo piangevo e basta e poi però ho sentito che qualcosa è cambiato, che le mie percezioni delle cose erano cambiate, che il mio approccio con le persone, tutto era cambiato.
Dire che mi sono preoccupata è dire poco, non ho bevuto per un mese e in quel mese non sono neanche uscita di casa.
Inutile dire che la situazione non è migliorata.
Il punto è che non mi sento depressa (come la prima settimana) ma per i restanti due mesi non mi sono sentita me, non ero presente e questo mi ha buttato fuori di testa.
Ora piango non perchè mi sento depressa, piango perchè non sento più niente nè la stanchezza, ne l'ansia, non ho contatto con niente però in tutto questo non mi sento confusa, ma anzi molto vigile, solo piatta.
Ora, vorrei sapere da voi se, in linea teorica, è possibile che l'abuso di alcol apporti cambiamenti sostanziali alla personalità che non si risolvono nel tempo ma che persistono e di cui, sopratutto la persona è estremamente cosciente?
Anche se l'abuso di alcol è stato abbastanza continuativo, è stato un momento preciso da cui si è scatenato tutto.
Considerando che ho 21 anni, è possibile che abbia arrecato danni irreversibili che si scatenano sulla percezione che ho delle cose, come penso e come mi comporto?
Grazie a tutti in anticipo, davvero.
Allora, la premessa è che ho 21 anni e ho sempre un po', ahimme, abusato di alcol, assolutamente non tutti i giorni (anche perchè avevo la scuola e ora l'università), ma una volta a settimana, intensificando d'estate.
Nell'ultimo periodo bevevo solo una volta ogni una/due settimane.
Vedevo che nell'ultimo periodo le sbornie mi causavano molti più problemi perchè ci mettevo tanto a riprendermi, sempre di più.
Però, ecco, a parte grande stanchezza non mi dava particolari problemi e poi appunto, nell'ultimo periodo avevo diminuito decisamente.
Non so se dovuti all'alcol o allo stress, ma ho avuto qualche episodio di depersonalizzazione/derealizzazione che però è stato circoscritto e non è mai durato più di due settimane, ovviamente le due settimane peggiori di sempre perchè ero spaventatissima, tremendo veramente.
Ora invece è da due mesi che in seguito ad una sbornia (come tante altre, non è successo niente di specifico) mi sono sentita con umore a terra per la prima settimana, umore proprio da schifo piangevo e basta e poi però ho sentito che qualcosa è cambiato, che le mie percezioni delle cose erano cambiate, che il mio approccio con le persone, tutto era cambiato.
Dire che mi sono preoccupata è dire poco, non ho bevuto per un mese e in quel mese non sono neanche uscita di casa.
Inutile dire che la situazione non è migliorata.
Il punto è che non mi sento depressa (come la prima settimana) ma per i restanti due mesi non mi sono sentita me, non ero presente e questo mi ha buttato fuori di testa.
Ora piango non perchè mi sento depressa, piango perchè non sento più niente nè la stanchezza, ne l'ansia, non ho contatto con niente però in tutto questo non mi sento confusa, ma anzi molto vigile, solo piatta.
Ora, vorrei sapere da voi se, in linea teorica, è possibile che l'abuso di alcol apporti cambiamenti sostanziali alla personalità che non si risolvono nel tempo ma che persistono e di cui, sopratutto la persona è estremamente cosciente?
Anche se l'abuso di alcol è stato abbastanza continuativo, è stato un momento preciso da cui si è scatenato tutto.
Considerando che ho 21 anni, è possibile che abbia arrecato danni irreversibili che si scatenano sulla percezione che ho delle cose, come penso e come mi comporto?
Grazie a tutti in anticipo, davvero.
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Gentile ragazza,
le percezioni e le sensazioni alterate che lei descrive potrebbero anche avere una correlazione con i ripetuti abusi alcolici, ma potrebbero anche essere di per sè indice del fatto che in lei stiano avvenendo dei mutamenti del suo assetto psichico,naturalmente non voluti, data la sofferenza che le arrecano, e non strettamente dipendenti dall'alcool.
Direi che sia altamente consigliabile una visita di persona presso un medico di sua fiducia con particolare preparazione nel campo delle problematiche psichiche per meglio chiarire la situazione e, se necessario, intrapprendere le terapie più utili per lei.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
le percezioni e le sensazioni alterate che lei descrive potrebbero anche avere una correlazione con i ripetuti abusi alcolici, ma potrebbero anche essere di per sè indice del fatto che in lei stiano avvenendo dei mutamenti del suo assetto psichico,naturalmente non voluti, data la sofferenza che le arrecano, e non strettamente dipendenti dall'alcool.
Direi che sia altamente consigliabile una visita di persona presso un medico di sua fiducia con particolare preparazione nel campo delle problematiche psichiche per meglio chiarire la situazione e, se necessario, intrapprendere le terapie più utili per lei.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
[#2]
L'abuso di alcol ripetuto per anni (immagino nelle occasioni sociali) può essere la spia di problemi psicologici preesistenti. Attribuire i sintomi che descrive agli effetti dell'alcol è fuorviante. Le consiglio di consultare uno psichiatra per una valutazione e una diagnosi. I suoi familiari, quando tornava a casa ubriaca o aveva per settimane episodi di "depersonalizzazione/derealizzazione", che con l'alcol hanno poco a che vedere, se ne accorgevano? Hanno provato ad aiutarla?
Franca Scapellato
[#3]
Ex utente
Ringrazio entrambi per la risposta intanto,davvero.
Dr. Piergiorgio Biondani,sto andando da uno psicologo da un mese,ma non so veramente dove stiano portando queste sedute. Sicuramente ci sono delle problematiche nella mia sfera sociale/personale,non lo metto in dubbio,ma mi sembro che con la psicoterapia stia andando a mettere in luce problematiche di sfondo senza curare il vero problema. In ogni caso ora sono tipo due mesi e mezzo ma per il secondo mese sono anche andata da un medico che non mi ha granchè ascoltata e mi ha prescritto pareoxetina. Disperata,l'ho provata senza che nessuno mi avesse informato degli effetti collaterali ne niente. Comunque dopo un mese la interrompo(a detta anche del medico) perchè in primo non la sostenevo ma soprattutto non aveva grandi effetti,cioè si qualche miglioramento nell'umore lo notavo ma a quel punto non era neanche più un problema di umore ma di testa perchè non riuscivo a farmi coinvolgere da niente,non sentivo nulla davvero.Per fare qualche esempio sono sempre stata molto stanca nella mia vita e ho sempre preso aolmeno due o tre caffè al giorno,ora non lo faccio da due mesi perchè la mia stanchezza non la sento più,la giornata non ha andamento,non riesco ad addormentarmi se non prendo qualcosa,non riesco a sentire l'imbarazzo o la felicità.
Dr.ssa Franca Scapellato. Si i miei genitori se ne accorgevano perchè glielo dicevo piangendo a dirotto e non uscendo per settimane. Cioè in quegli episosi letteralmente a mala pena sapevo chi ero e non potevo non farglielo presente perchè mi condizionava dalla mattina alla sera. La prima volta fu circa un anno fa,da allora è avvenuto altre 3 volte più o meno in maniera più o meno intensa. Dico che sono situazioni derivanti dall'alcol,come credo lo sia questa,perchè spesso (anche se non sempre) si sono scatenate dopo una sbornia dove magari sono stata male per giorni o appunto settimane. Anche questa volta è tutto iniziato dopo una bella sbornia quindi mi sento di dire che l'alcol c'entri,ma non so in che misura. però, mentre gli epipsodi di derealizzazione si risolvevano spontaneamente,questa situazione dura da troppo tempo ormai e più che altro non so davvero quanto possa essere reversibile.
Grazie ancora ad entrambi.
Dr. Piergiorgio Biondani,sto andando da uno psicologo da un mese,ma non so veramente dove stiano portando queste sedute. Sicuramente ci sono delle problematiche nella mia sfera sociale/personale,non lo metto in dubbio,ma mi sembro che con la psicoterapia stia andando a mettere in luce problematiche di sfondo senza curare il vero problema. In ogni caso ora sono tipo due mesi e mezzo ma per il secondo mese sono anche andata da un medico che non mi ha granchè ascoltata e mi ha prescritto pareoxetina. Disperata,l'ho provata senza che nessuno mi avesse informato degli effetti collaterali ne niente. Comunque dopo un mese la interrompo(a detta anche del medico) perchè in primo non la sostenevo ma soprattutto non aveva grandi effetti,cioè si qualche miglioramento nell'umore lo notavo ma a quel punto non era neanche più un problema di umore ma di testa perchè non riuscivo a farmi coinvolgere da niente,non sentivo nulla davvero.Per fare qualche esempio sono sempre stata molto stanca nella mia vita e ho sempre preso aolmeno due o tre caffè al giorno,ora non lo faccio da due mesi perchè la mia stanchezza non la sento più,la giornata non ha andamento,non riesco ad addormentarmi se non prendo qualcosa,non riesco a sentire l'imbarazzo o la felicità.
Dr.ssa Franca Scapellato. Si i miei genitori se ne accorgevano perchè glielo dicevo piangendo a dirotto e non uscendo per settimane. Cioè in quegli episosi letteralmente a mala pena sapevo chi ero e non potevo non farglielo presente perchè mi condizionava dalla mattina alla sera. La prima volta fu circa un anno fa,da allora è avvenuto altre 3 volte più o meno in maniera più o meno intensa. Dico che sono situazioni derivanti dall'alcol,come credo lo sia questa,perchè spesso (anche se non sempre) si sono scatenate dopo una sbornia dove magari sono stata male per giorni o appunto settimane. Anche questa volta è tutto iniziato dopo una bella sbornia quindi mi sento di dire che l'alcol c'entri,ma non so in che misura. però, mentre gli epipsodi di derealizzazione si risolvevano spontaneamente,questa situazione dura da troppo tempo ormai e più che altro non so davvero quanto possa essere reversibile.
Grazie ancora ad entrambi.
[#4]
Quindi è un po' che sta cercando di curarsi e i suoi genitori ne sono al corrente e collaborano.
Un secondo parere da uno psichiatra meno sbrigativo sarebbe consigliabile, perché una diagnosi non mi sembra l'abbia avuta, e in più non è stata informata sugli effetti indesiderati della paroxetina e nemmeno sul fatto che impiega almeno 3 settimane a dose piena (20 mg minimo) per iniziare il suo effetto. Non sto dicendo che sia la cura per lei, non lo posso sapere, ma dal momento che sono farmaci lenti ad agire, con effetti collaterali e da assumere per periodi di tempo lunghi cercare la collaborazione del paziente è indispensabile. Quanto all'alcol, dal momento che è un depressore del sistema nervoso, potrebbe aver slatentizzato una condizione di disagio preesistente.
Per quanto riguarda la psicoterapia sarebbe importante condividere i suoi dubbi col terapeuta. A volte i pazienti temono una reazione negativa dello psicologo, non dicono che si sentono bloccati, e poi smettono le sedute, deluse: "Ho provato anche la psicoterapia, ma non ha funzionato". In realtà la psicoterapia spesso comincia quando il paziente dice: "Guardi, dottore, non credo che questo mi stia aiutando".
Un secondo parere da uno psichiatra meno sbrigativo sarebbe consigliabile, perché una diagnosi non mi sembra l'abbia avuta, e in più non è stata informata sugli effetti indesiderati della paroxetina e nemmeno sul fatto che impiega almeno 3 settimane a dose piena (20 mg minimo) per iniziare il suo effetto. Non sto dicendo che sia la cura per lei, non lo posso sapere, ma dal momento che sono farmaci lenti ad agire, con effetti collaterali e da assumere per periodi di tempo lunghi cercare la collaborazione del paziente è indispensabile. Quanto all'alcol, dal momento che è un depressore del sistema nervoso, potrebbe aver slatentizzato una condizione di disagio preesistente.
Per quanto riguarda la psicoterapia sarebbe importante condividere i suoi dubbi col terapeuta. A volte i pazienti temono una reazione negativa dello psicologo, non dicono che si sentono bloccati, e poi smettono le sedute, deluse: "Ho provato anche la psicoterapia, ma non ha funzionato". In realtà la psicoterapia spesso comincia quando il paziente dice: "Guardi, dottore, non credo che questo mi stia aiutando".
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Ex utente
La ringrazio dottoressa perchè mi ritrovo molto in queste parole e mi sembrano adeguate alla situazione. Il punto è stato proprio che mi ha detto di prendere la paroxetina dopo 5 minuti di colloquio e sono stata io da sola ad informarmi e capire effettivamente di cosa si trattava. Sono terapie a lungo termine e una persona deve capire che cosa sta prendendo per capirne l'utilità e l'efficacia a pieno,io mi sono ritrovata ad affidarmi a me stessa e all'internet per questo,figuriamoci. Comunque in questo caso si trattava del mio medico di famiglia,forse dovrei recarmi da uno psichiatra(il punto è che i prezzi sono molto alti). Mi sento abbastanza aperta con la psicoterapeuta e le ho parlato del fatto che non avessi una diagnosi e prendessi paroxetina e lei mi ha detto che anche se ovviamente non poteva diagnosticami niente,magari mi avrebbe fatto presente se avevo dei ''tratti'' che appartenevano ad un disagio specifico(dice che non vuole dare una diagnosi fissa e basta perchè sarebbe limitante,ma invece vuole parlare più di quanto possano esserci tratti di patologie precise).
Comunque secondo lei,sempre in via teorica,un abuso di alcol prolungato degli anni può portare a disagi irreversibili,cioè cambiamenti sostanziali a livello organico,no? Cioè,un disagio preesistente sicuramente c'era anche se nell'ultimo periodo stavo molto meglio,ero molto serena. Quello che mi chiedo è solo se è possibile che si sia formata una condizione durata e resistente,grazie ancora.
Comunque secondo lei,sempre in via teorica,un abuso di alcol prolungato degli anni può portare a disagi irreversibili,cioè cambiamenti sostanziali a livello organico,no? Cioè,un disagio preesistente sicuramente c'era anche se nell'ultimo periodo stavo molto meglio,ero molto serena. Quello che mi chiedo è solo se è possibile che si sia formata una condizione durata e resistente,grazie ancora.
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I costi di una visita psichiatrica, se non si tratta di un luminare, sono quelli di qualunque altro specialista, e il colloquio dura circa tre quarti d'ora. Comunque c'è anche il servizio di salute mentale pubblico spesso con ottimi specialisti.
Per valutare i danni di un abuso etilico prolungato occorre effettuare alcuni esami clinici: esame del sangue, ecografia addominale per osservare fegato e pancreas, esame neurologico , eventualmente tac. E poi test psicologici per valutare le funzioni mentali. Una serie di esami costosi e poco utili nel suo caso, perché non riferisce problemi al fegato, tremori grossolani, gastrite, sintomi da astinenza. Attribuire la causa all'alcol sposta il problema all'esterno, mentre l'abuso alcolico è una conseguenza di un problema psicologico o di una patologia psichiatrica da valutare.
Per valutare i danni di un abuso etilico prolungato occorre effettuare alcuni esami clinici: esame del sangue, ecografia addominale per osservare fegato e pancreas, esame neurologico , eventualmente tac. E poi test psicologici per valutare le funzioni mentali. Una serie di esami costosi e poco utili nel suo caso, perché non riferisce problemi al fegato, tremori grossolani, gastrite, sintomi da astinenza. Attribuire la causa all'alcol sposta il problema all'esterno, mentre l'abuso alcolico è una conseguenza di un problema psicologico o di una patologia psichiatrica da valutare.
[#7]
Ex utente
Okay,capisco cosa intende. Ci tengo a specificare che no ovviamente non riferisco nessun sintomi collegato all'astinenza,i sintomi sono solo cognitivi. Però sinceramente mi sentirei molto più tranquilla nell'effettuare test psicologici/visita neurologica/tac,non mi sembra assurdo voler escludere una lesione di qualsiasi tipo. Quando andrebbero a costare questi esami,escludendo quelli per il fegato e esami del sangue(che mi sono già fatta a gennaio ed erano apposto se non per dei valori allergici abbastanza alti che però non so a cosa siano dovuti).
Scusi la ridondanza,ma quindi non è possibile teoricamente che l'alcol crei questi tipi di problemi? A meno che non ci sia delle problematiche sottostanti irrisolte che devono essere approfondite (?).
Grazie ancora.
Scusi la ridondanza,ma quindi non è possibile teoricamente che l'alcol crei questi tipi di problemi? A meno che non ci sia delle problematiche sottostanti irrisolte che devono essere approfondite (?).
Grazie ancora.
[#8]
Quindi ha già effettuato gli esami del sangue, ed è risultato che non ha problemi al fegato, oltre a non avere sintomi di astinenza. L'alcol non ha provocato danni al suo corpo, e dal momento che il cervello fa parte del corpo non si capisce come abbia potuto invece danneggiare solo alcune funzioni cerebrali superiori legate all'umore. La visita neurologica, se non ha forti tremori, amnesie o disturbi da astinenza, si potrebbe escludere (il costo immagino sarebbe analogo a quello di una visita psichiatrica, che le ho consigliato io come il collega, e lei non vuole fare).
I test psicologici per una valutazione neurocognitiva, associati ad almeno un test di personalità per un risultato più affidabile (dal momento che ansia e depressione condizionano le prestazioni) richiedono alcune ore di applicazione, i costi sono molto variabili.
I test psicologici per una valutazione neurocognitiva, associati ad almeno un test di personalità per un risultato più affidabile (dal momento che ansia e depressione condizionano le prestazioni) richiedono alcune ore di applicazione, i costi sono molto variabili.
[#9]
Ex utente
Si feci gli esami del sangue generali però a gennaio,anche se appunto non so quanto possa essere cambiata la situazione da qua a gennaio. Non è possibile che questo abuso continuativo abbia toccato solo funzioni cognitive(declino della memoria,diversa percezione del tempo e della realtà)e parti legate all'umore(piattezza emotiva,pianti ripetuti,impossibilità di socializzare)e non invece il fegato o quant'altro? Cioè io parlo proprio di un vero cambio di personalità e percezioni generali.
A chi dovrei chiedere per farmi somministrare il test per una valutazione neurocognitiva?
Non c'è nessuna possibilità che possa richiedere una tac o cose del genere per accertarmi di non avere niente a livelli di lesioni? (per quanto possa sembrare ipocondriaco,me ne rendo conto).
Grazie per la pazienza
A chi dovrei chiedere per farmi somministrare il test per una valutazione neurocognitiva?
Non c'è nessuna possibilità che possa richiedere una tac o cose del genere per accertarmi di non avere niente a livelli di lesioni? (per quanto possa sembrare ipocondriaco,me ne rendo conto).
Grazie per la pazienza
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.9k visite dal 02/08/2020.
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