Università e depressione
Gentilissimi Dottori,
Sono un ragazzo di 25 anni, iscritto al VI della facoltà di medicina e chirurgia ma indietro quasi di un anno con gli esami.
Vi scrivo perché la situazione che vivo (e che spero riesca a descriverVi con sufficiente chiarezza) è diventata ormai insostenibile per me, e sto prendendo seriamente in considerazione l'idea di una visita specialistica.
Da ormai un paio di anni, vivo perennemente una situazione di ansia cronica, da quando mi sveglio a quando vado a letto, dovuta probabilmente ad un disturbo ossessivo che si è creato e potenziato nel tempo nei confronti delle mie capacità cognitive.
Sono sempre stato uno studente modello, e col senno di poi posso tranquillamente dire che avevo un'innata propensione e capacità nello studio (lungi da me autoelogiarmi, anzi, la mia autostima è stata sempre un problema), capivo le cose velocemente ed automaticamente il mio cervello era in grado di fare collegamenti e di immagazzinare le informazioni e fare si che anche dopo anni ricordassi non dico tutto, ma sicuramente almeno le cose principali.
Non ho mai avuto nemmeno bisogno di ripetere come molti altri studenti fanno, mi bastava semplicemente ragionare mentalmente sull'argomento ed andare a fare gli esami, dove non sono mai stato bocciato finora.
Poi tutto è finito, non so perché né precisamente quando, ma ho cominciato sempre di più a controllare che le mie capacità cognitive fossero ancora integre ed al loro posto, ma più questo pensiero riusciva a ritagliarsi spazio nella mia mente, più mi accorgevo di riuscire sempre meno in quello che sapevo ed amavo fare.
Ne è scaturita un'ansia cronica (e probabilmente una depressione) veramente debilitante, tanto da portarmi a stare la maggior parte del giorno nel letto, senza voglia alcuna di studiare/uscire/fare altro, con il cervello perennemente annebbiato ed incapace di ragionare anche su questioni semplicie mettendomi a fare paragoni con la situazione precedente questa condizione, temendo di non poter più fare ritorno a quella situazione di benessere.
Nonostante questo, sono riuscito comunque in questi due anni e mezzo a dare esami con voti non al di sotto di 28, ma con tempi abnormemente dilatati che mi hanno portato a questo ritardo (che non riesco a perdonarmi).
Tengo a sottolineare che la facoltà che ho scelto l'ho scelta io, senza alcun tipo di pressione, perché amavo la medicina e sento nel profondo di amarla ancora.
Vi chiedo se effettivamente possa trattarsi di depressione scaturita da un disturbo ossessivo ed in tal caso come mettersi in moto per avere una diagnosi di certezza (medico di base e poi psichiatra?
Oppure prima un consulto psicologico?).
Vi chiedo scusa per la lunghezza del messaggio, ma ho cercato di analizzare in toto il problema per farvi avere un quadro il più completo possibile, pur essendo pienamente consapevole che sono una visita di persona possa dirimere ogni dubbio.
Cordiali saluti
Sono un ragazzo di 25 anni, iscritto al VI della facoltà di medicina e chirurgia ma indietro quasi di un anno con gli esami.
Vi scrivo perché la situazione che vivo (e che spero riesca a descriverVi con sufficiente chiarezza) è diventata ormai insostenibile per me, e sto prendendo seriamente in considerazione l'idea di una visita specialistica.
Da ormai un paio di anni, vivo perennemente una situazione di ansia cronica, da quando mi sveglio a quando vado a letto, dovuta probabilmente ad un disturbo ossessivo che si è creato e potenziato nel tempo nei confronti delle mie capacità cognitive.
Sono sempre stato uno studente modello, e col senno di poi posso tranquillamente dire che avevo un'innata propensione e capacità nello studio (lungi da me autoelogiarmi, anzi, la mia autostima è stata sempre un problema), capivo le cose velocemente ed automaticamente il mio cervello era in grado di fare collegamenti e di immagazzinare le informazioni e fare si che anche dopo anni ricordassi non dico tutto, ma sicuramente almeno le cose principali.
Non ho mai avuto nemmeno bisogno di ripetere come molti altri studenti fanno, mi bastava semplicemente ragionare mentalmente sull'argomento ed andare a fare gli esami, dove non sono mai stato bocciato finora.
Poi tutto è finito, non so perché né precisamente quando, ma ho cominciato sempre di più a controllare che le mie capacità cognitive fossero ancora integre ed al loro posto, ma più questo pensiero riusciva a ritagliarsi spazio nella mia mente, più mi accorgevo di riuscire sempre meno in quello che sapevo ed amavo fare.
Ne è scaturita un'ansia cronica (e probabilmente una depressione) veramente debilitante, tanto da portarmi a stare la maggior parte del giorno nel letto, senza voglia alcuna di studiare/uscire/fare altro, con il cervello perennemente annebbiato ed incapace di ragionare anche su questioni semplicie mettendomi a fare paragoni con la situazione precedente questa condizione, temendo di non poter più fare ritorno a quella situazione di benessere.
Nonostante questo, sono riuscito comunque in questi due anni e mezzo a dare esami con voti non al di sotto di 28, ma con tempi abnormemente dilatati che mi hanno portato a questo ritardo (che non riesco a perdonarmi).
Tengo a sottolineare che la facoltà che ho scelto l'ho scelta io, senza alcun tipo di pressione, perché amavo la medicina e sento nel profondo di amarla ancora.
Vi chiedo se effettivamente possa trattarsi di depressione scaturita da un disturbo ossessivo ed in tal caso come mettersi in moto per avere una diagnosi di certezza (medico di base e poi psichiatra?
Oppure prima un consulto psicologico?).
Vi chiedo scusa per la lunghezza del messaggio, ma ho cercato di analizzare in toto il problema per farvi avere un quadro il più completo possibile, pur essendo pienamente consapevole che sono una visita di persona possa dirimere ogni dubbio.
Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente,
Può seguire il percorso che crede, ma la cosa più diretta è fare una visita psichiatrica, dato che la cosa non inizia ieri.
La diagnosi "con certezza" è un modo di dire che denota una componente ossessiva, che non prenderei sul serio come guida per far fare la diagnosi. Ci pensa il medico e in ogni caso la maggior parte delle cure coprono comunque entrambe le componenti, fossero anche presenti entrambe indipendentemente. Il modo in cui inizia la cosa, con il controllo sulle sue funzioni, anch'esso è un tipo di sintomo ossessivo, ma spesso quest tipo di preoccupazioni si presentano agli esordi di quello che poi si definisce nel suo complesso come un disturbo depressivo, magari minore e compatibile con un certo livello di funzionamento.
Può seguire il percorso che crede, ma la cosa più diretta è fare una visita psichiatrica, dato che la cosa non inizia ieri.
La diagnosi "con certezza" è un modo di dire che denota una componente ossessiva, che non prenderei sul serio come guida per far fare la diagnosi. Ci pensa il medico e in ogni caso la maggior parte delle cure coprono comunque entrambe le componenti, fossero anche presenti entrambe indipendentemente. Il modo in cui inizia la cosa, con il controllo sulle sue funzioni, anch'esso è un tipo di sintomo ossessivo, ma spesso quest tipo di preoccupazioni si presentano agli esordi di quello che poi si definisce nel suo complesso come un disturbo depressivo, magari minore e compatibile con un certo livello di funzionamento.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 10.9k visite dal 23/07/2020.
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