Cosa succede nel cervello di chi soffre di un disturbo ossessivo compulsivo?
Salve... Soffrendo di un disturbo ossessivo compulsivo, vorrei capire meglio cosa succede proprio a livello biochimico nel cervello.
Vi chiedo questo perché attualmente, dopo due terapie farmacologiche non andate a buon fine, sto procedendo con la sola terapia cognitivo-comportamentale, ma la mia situazione è diventata davvero invalidante, pur di non incorrere nei sintomi atroci di un’esposizione metto in atto solo l’evitamento.
Ho paura della paura.
Chi mi sta vicino a volte dice che con uno sforzo in più, potrei uscire dal disturbo anche senza farmaci, ma io non sono dello stesso parere in quanto, secondo me, alla base c’è uno scompenso che se un farmaco non riassetta non ce la fai.
Spiegatemi meglio voi grazie
Vi chiedo questo perché attualmente, dopo due terapie farmacologiche non andate a buon fine, sto procedendo con la sola terapia cognitivo-comportamentale, ma la mia situazione è diventata davvero invalidante, pur di non incorrere nei sintomi atroci di un’esposizione metto in atto solo l’evitamento.
Ho paura della paura.
Chi mi sta vicino a volte dice che con uno sforzo in più, potrei uscire dal disturbo anche senza farmaci, ma io non sono dello stesso parere in quanto, secondo me, alla base c’è uno scompenso che se un farmaco non riassetta non ce la fai.
Spiegatemi meglio voi grazie
[#1]
Gentile utente,
La questione non è con/senza farmaci. Se non riesce ad attuare le tecniche psicologiche che comunque terminando sul meccanismo biologico alla base del doc, non saprei quale terapia stia realmente facendo.
Per quanto riguarda i meccanismi, non so di preciso quale aspetto le interressi. Parlare di biochimica significa ricostruire il dettaglio fisico di circuiti e meccanismi cellulari, il che però richiede delle nozioni di base. Cosa voleva capire in particolare attraverso questa illustrazione a livello biochimico =
La questione non è con/senza farmaci. Se non riesce ad attuare le tecniche psicologiche che comunque terminando sul meccanismo biologico alla base del doc, non saprei quale terapia stia realmente facendo.
Per quanto riguarda i meccanismi, non so di preciso quale aspetto le interressi. Parlare di biochimica significa ricostruire il dettaglio fisico di circuiti e meccanismi cellulari, il che però richiede delle nozioni di base. Cosa voleva capire in particolare attraverso questa illustrazione a livello biochimico =
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Dottore io attualmente sto solo facendo una terapia cognitivo-comportamentale. Quello che io volevo sapere è se, esponendomi regolarmente come mi viene indicato dalla psicoterapeuta, potrei riuscire a migliorare la mia situazione anche senza farmaci perché io sono del parere che un disturbo del genere, soprattutto quando diventa invalidante, deve essere supportato anche da una terapia farmacologica. Quando parlo di biochimica, non essendo un medico, forse sbaglio termine. Io soffro di un disturbo ossessivo compulsivo da conteggio con rituali che metto in atto continuamente.la paura e il rimuginio oramai sono costantemente presenti. Può una sola psicoterapia spegnermi tutto questo? Detto in parole povere il farmaco agirebbe meglio su tutto ciò consentendomi automaticamente di espormi con più facilità?
[#3]
Guardi, esistono strumenti di vario tipo. Se uno vuole può classificarli in "farmaci e non farmaci", ma non è che cambi il fatto che si tratta di cervello, di chimica e di neuroni.
La psicoterapia modifica la struttura e la funzione dei circuiti che ci interessano, con alcune tecniche.
I farmaci lo fanno in maniera diversa, ma la parte finale e il presupposto sono gli stessi.
La ragione per fare una psicoterapia cognitivo-comportamentale non è "evitare i farmaci", su questo è bene essere chiari. Le due cose, se abbinate, funzionano ancora meglio.
La psicoterapia modifica la struttura e la funzione dei circuiti che ci interessano, con alcune tecniche.
I farmaci lo fanno in maniera diversa, ma la parte finale e il presupposto sono gli stessi.
La ragione per fare una psicoterapia cognitivo-comportamentale non è "evitare i farmaci", su questo è bene essere chiari. Le due cose, se abbinate, funzionano ancora meglio.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.4k visite dal 22/06/2020.
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